Costruzioni in Veneto: nel II trimestre 2016 fatturato ancora in calo

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Povo cantiere edile università 10 preparazione armature soletta cemento armato
Secondo l’indagine Unioncamere e VenetoCongiuntura crescita bloccata dalle difficoltà delle PMI

 

Povo cantiere edile università 10 preparazione armature soletta cemento armatoNel secondo trimestre 2016, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni ha registrato – per il secondo trimestre di seguito – una lievissima contrazione. In questo caso del -0,1%, leggermente inferiore al trimestre precedente (-0,2%). L’analisi congiunturale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente.

Crescite e cali dello “zero virgola” indicano solo una cosa: il mercato delle costruzioni in Veneto non decolla, soprattutto per quello che riguarda il mondo della piccola impresa. Da giugno dello scorso anno, l’andamento del settore è stato caratterizzato da una significativa dicotomia tra le imprese artigiane (il cui volume d’affari è calato dello -0,7%) e non artigiane (cresciute +0,7%). In particolare sembrano intercettare i primi barlumi di ripresa le aziende più strutturate (con almeno 10 addetti) che crescono dell’0,6%. Una forbice che si sta via via ingrandendo e che influenza anche i sentiment delle imprese che, rispetto all’andamento del fatturato, presentano un peggioramento rispetto al trimestre precedente. A parte una forte volatilità degli andamenti che varia di trimestre in trimestre, il trend di lungo periodo indica chiaramente una “falsa” fase di galleggiamento che nasconde un peggioramento almeno in termini di lavoro “diffuso” cioè quello che coinvolge la stragrande maggioranza delle aziende venete che nel settore sono per l’81% ditte individuali. Anche dal punto di vista territoriale, si inizia a registrare un andamento diversificato tra aree e rispetto alla dinamica media: vanno decisamente meglio i mercati nelle province di Treviso (+1,7%), Verona e Belluno (+0,6%). Bene anche Rovigo che torna in positivo (+0,3%) dopo il calo dell’1% dello scorso trimestre, in calo Venezia (-0,2%) ma si contraggono soprattutto Padova (-1,1%) e Vicenza (-2,3%).

«La dinamica del fatturato delle imprese di costruzioni – commenta Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere del Veneto – è in linea con i dati nazionali diffusi dall’Istat che hanno evidenziato una situazione ancora molto incerta. Questo significa che il mercato delle costruzioni, pur accusando qualche difficoltà verso una vera e propria ripresa, si mantiene comunque su livelli stabili, che potrebbero rafforzarsi nei prossimi mesi. I segnali positivi che provengono dalle compravendite del segmento non residenziale consolidano in modo significativo la ripresa del mercato immobiliare, ormai in atto dall’inizio dello scorso anno, e lasciano ben sperare per l’ultimo scorcio del 2016».

«Questi dati dimostrano una volta di più quanto importante sia avere un monitoraggio affidabile e particolareggiato per leggere la complessità dei fenomeni economici in questa fase storica – afferma Enrico Maset neo presidente di Edilcassa Veneto -. Per dare respiro alla piccola impresa è assolutamente necessario fare leva sugli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, così come è indispensabile rimettere in moto l’edilizia pubblica con una sorta di “Piano Marshall” di investimenti dedicati agli oltre 200.000 edifici veneti costruiti senza criteri antisismici. In questa prospettiva si colloca il “cantiere” che porta il nome “Casa Italia” avviato dal Governo con le parti sociali. Il piano è rivolto a tutti gli interventi edilizi e infrastrutturali riguardanti la prevenzione sismica, il dissesto idrogeologico, i beni culturali, l’edilizia scolastica e le periferie, incluso l’“housing sociale”. Il raggiungimento degli obiettivi individuati è direttamente proporzionale agli investimenti che saranno messi in campo sia a livello europeo che nazionale a partire dalla legge di Stabilità, in una visione pluriennale di lungo respiro. «Però i tempi stringono — avverte Maset —. Il comparto è fiaccato da otto anni di crisi, bisogna rendere subito operativo il progetto».

Tornando ai contenuti della ricerca congiunturale, l’andamento degli ordini rimane pressoché stabile, con una variazione del +0,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Come per lo scorso trimestre, la dinamica è positiva per le imprese del comparto non artigiano (+0,8%) mentre le aziende artigiane hanno registrato una flessione (-0,5%).

 

Sotto il profilo dimensionale le piccole imprese presentano una variazione negativa (-0,5%) bilanciata dall’andamento positivo delle grandi e medie imprese (rispettivamente +0,6% e +0,3%). 

A livello territoriale la variazione negativa più marcata è stata registrata per Vicenza (-2,4%) seguita da Venezia e Padova (rispettivamente -0,5% e -0,2%). Le altre province hanno evidenziato variazioni positive, in particolare Belluno e Rovigo con un aumento del +1,5% e del +1,3%.

Il livello dei prezzi ha registrato un aumento del +1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La crescita ha riguardato in ugual modo le imprese non artigiane e artigiane con variazioni uguali alla media regionale (+1%). Per quanto riguarda il profilo dimensionale l’aumento dei prezzi è stato più marcato per le imprese di media e piccola dimensione (rispettivamente +1,3% e +1,1%), a seguire le grandi imprese (+0,8%). A livello territoriale a soffrire maggiormente dell’incremento dei prezzi sono le province di Treviso (+1,9%) e Padova (+1,3%) con variazioni superiori alla media regionale. 

L’occupazione registra una situazione di quasi stabilità (-0,1%). La dinamica risulta stabile per le imprese non artigiane mentre in lieve diminuzione per quelle non artigiane (-0,3%). A livello dimensionale la perdita occupazionale interessa le imprese di grandi e di piccole dimensioni (rispettivamente -0,6% e -0,3%) a differenza delle medie imprese che registrano un aumento del +1,1 per cento. Sotto il profilo territoriale il dato occupazionale registra variazioni particolarmente positive per le province di Padova, Verona e Belluno (+4,5%, +2,7% e +1,4%) contrapposte a quelle negative di Treviso e Vicenza (-4,3% e -2%). 

Dal punto di vista previsionale le aspettative degli imprenditori delle imprese di costruzioni presentano valori complessivamente positivi ma in ribasso rispetto al trimestre precedente. I saldi tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione del fatturato e degli ordinativi risultano in diminuzione di 10,2 e 5,6 punti percentuali (+5,2 p.p., erano +15,2 p.p. lo scorso trimestre; +8,5 p.p. erano +14,1 p.p.). Gli imprenditori sono invece più fiduciosi per quanto riguarda l’occupazione che presenta un saldo pari a 1,5 punti percentuali (era pari a 0 lo scorso trimestre). Le aspettative riguardanti i prezzi sono in ribasso di 10,2 punti percentuali con un saldo pari a 10,9 punti percentuali (era 21,1 p.p.).