Emilia Romagna: celebrati i 25 anni di attività del Banco Alimentare

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Nel 2016 già recuperate 16.552 tonnellate di cibo. Bonaccini: «fondamentale il vostro impegno. Intollerabile lo spreco di cibo»

 

Banco alimentare 2La povertà alimentare che cresce insieme allo spreco di cibo. Un paradosso che sempre di più caratterizza le nostre società, i Paesi cosiddetti opulenti. Un contesto nel quale però l’Emilia-Romagna fa la sua parte per cercare di ridurre questo assurdo divario: nel 2015, sotto la regia della Regione (che opera attraverso Agrea, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura), sono state ritirate dai produttori ortofrutticoli 25.691 tonnellate di prodotti, per un valore di 42 milioni di euro, destinate poi agli indigenti attraverso la rete delle organizzazioni benefiche. Un dato che nei primi nove mesi di quest’anno ha visto recuperate 16.552 tonnellate di prodotti per un valore di 27 milioni. Prodotti facilmente deperibili, inseriti però in un sistema di recupero tempestivo che li preserva e nel quale il Banco Alimentare Emilia-Romagna ha un ruolo fondamentale: oltre a ritirare il prodotto per distribuirlo in ambito locale svolge attività di coordinamento per le consegne ai Banchi in tutta Italia.

E proprio il Banco Alimentare Emilia-Romagna Onlus, in occasione dei 25 anni dalla sua fondazione ha organizzato un convegno a Bologna, con al centro temi quali lo spreco alimentare, la povertà e il ruolo svolto dalla rete degli enti caritativi che operano nel campo degli aiuti alimentari ai bisognosi dal titolo “Oltre lo spreco , una rete di carità”.  

«La crisi economica di questi anni ha accentuato le distanze sociali, facendo precipitare molte persone al di sotto della soglia di povertà. In Emilia-Romagna – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – i numeri dicono che l’economia regionale per il secondo anno consecutivo cresce, ponendola al primo posto fra le regioni italiane per quanto riguarda Pil ed export, così come aumenta il numero di nuovi occupati, ma siamo anche una Regione che misura la propria qualità della vita soprattutto sul sostegno a chi ne ha bisogno, a chi è in difficoltà. Finanziamo politiche contro il disagio abitativo ed è in discussione la legge regionale sul reddito di solidarietà, un aiuto economico concreto per ogni nucleo familiare in difficoltà finanziaria, solo per fare alcuni esempi. E a proposito di lotta allo spreco, la Regione Emilia-Romagna dal 2012 ha attivato un portale informatico che rende possibile una tempestiva attivazione delle azioni di ritiro dei prodotti ortofrutticoli in eccedenza per destinarli prevalentemente alla distribuzione gratuita agli indigenti attraverso le organizzazioni benefiche presenti in tutto il territorio nazionale. Ma l’impegno delle istituzioni – prosegue Bonaccini – vede nell’impegno di organizzazioni come il Banco Alimentare un completamento fondamentale, da qui la nostra volontà di sostenere le tante strutture caritative impegnate nel contrasto alla povertà e nell’aiutare le persone in difficoltà e di valorizzare quelle aziende che si impegnano in modo stabile e continuativo attraverso donazioni e forniture di prodotti in eccedenza. Perché davvero non è tollerabile lo spreco di cibo nel momento in cui c’è chi lotta per mangiare, anche nelle nostre società, cosiddette opulente». 

Nell’ambito delle proprie politiche di contrasto alla povertà, la Regione Emilia-Romagna sostiene il appunto recupero alimentare attraverso la Legge 12/2007 per la  promozione di attività di recupero e distribuzione di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale (una delle prime in Italia in materia insieme a quella della Lombardia del 2006). La legge rende possibile anche erogare finanziamenti regionali a enti come il Banco Alimentare e la Caritas. La Regione ha poi deciso di valorizzare la rete degli empori solidali, punti di distribuzione al dettaglio completamente gratuiti e realizzati per sostenere le persone in difficoltà attraverso l’aiuto alimentare e offrire loro occasioni di socializzazione -attualmente in Emilia-Romagna sono 20 quelli in funzione – e di creare un marchio “etico” regionale per le aziende che aderiscono in modo stabile e continuativo alla lotta allo spreco attraverso la donazione di prodotti in eccedenza.