Crolli in classe, in Veneto quattro casi in una settimana

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crolli intonaci in aule scolastiche scuole
Zaia: «ulteriore segnale del fallimento dello Stato». Donazzan: «la regione del Veneto si sostituisce allo Stato stanziando le somme per la manutenzione straordinaria»

 

crolli intonaci in aule scolastiche scuoleIl distacco di una porzione dell’intonaco della scuola primaria “Dante Alighieri” di Mirano e del crollo di un soffitto nell’Istituto tecnico superiore “Fermi” di Treviso, cui s’aggiungono il crollo del controsoffitto della scuola primaria di Sottomarina e due giorni prima solo la prontezza di una insegnante ha consentito di evitare la tragedia nella scuola primaria “De Amicis” di Padova fanno arrabbiare il governatore del Veneto Luca Zaia: «sulla scuola lo Stato sta dando la peggior prova di sé. Non solo lo sconcertante avvio dell’anno scolastico, il peggiore nella storia del paese per disorganizzazione, tagli e carenze, ma anche il cedimento strutturale degli edifici. Solo nell’ultima settimana studenti e insegnanti sono stati coinvolti, per fortuna senza conseguenze, in quattro casi di cedimenti strutturali e crolli di controsoffitti. E’ questa forse la “Buona scuola” di cui si vanta il governo Renzi?».

Le segnalazioni sulle precarie condizioni strutturali degli edifici scolastici del Veneto, con conseguente chiusura di plessi e trasferimento di classi in sedi di emergenza, si susseguono con quotidiana frequenza, tra distacchi di intonaco, infiltrazioni e danni agli impianti, mancanza di sicurezza sismica.

«Lo Stato – dichiara il governatore del Veneto – sembra essersi dimenticato di dover garantire le risorse per aule sicure e confortevoli alle 28.500 classi del Veneto. Anzi, continua a tagliare i fondi ai comuni e ha lasciato senza soldi le province nell’affrontare la funzione fondamentale della manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole superiori. Dopo anni di mancati investimenti, ora i nodi vengono al pettine: due scuole su tre necessitano di un qualche intervento, ordinario e straordinario». Zaia ricorda come «la Regione Veneto, con fondi propri, ha investito oltre 200 milioni negli ultimi otto anni per la manutenzione delle scuole del territorio. E ha provveduto lo scorso anno ad  attivare i mutui della Banca Europea degli Investimenti, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, per un piano finanziario da 69 milioni di euro per un centinaio di cantieri nelle scuole delle sette province. Ma continui tagli nei trasferimenti statali, competenze confuse e mancanza di autonomia finanziaria degli enti locali hanno ridotto l’edilizia scolastica ad una vergognosa Cenerentola nell’agenda pubblica del Paese. Così si mette a rischio il capitale più prezioso delle nostre comunità, cioè le nuove generazioni e le istituzioni educative. E’ un’ulteriore prova del fallimento delle politiche centralistiche».

«Per fortuna nessun alunno e nessun docente è rimasto coinvolto dal cedimento dei controsoffitti nelle due scuole di Mirano e di Treviso – commenta l’assessore alla scuola veneta, Elena Donazzan – ma quattro crolli in una settimana sono di un campanello di allarme:  è il risultato inaccettabile dei continui tagli dello Stato agli enti locali. Comuni e Province non hanno più un euro da investire in manutenzione. Su 3.800 plessi scolastici in Veneto, ben 1.884 necessitano di interventi di messa a norma, messa in sicurezza e manutenzione. In pratica due scuole su tre», dichiara l’assessore, attingendo ai dati dell’anagrafe scolastica regionale. Il Veneto è stato infatti una delle prime regioni in Italia  a censire nel 2010 i propri edifici scolastici e a catalogarne lo stato di salute e le necessità strutturali.

Secondo Donazzan «da anni i comuni hanno i bilanci sempre più strangolati dal patto di stabilità, e le province, con la riforma Delrio, hanno subito la beffa di dover far fronte a competenze fondamentali come l’edilizia scolastica senza ricevere più trasferimenti». 

Per ovviare alle magagne lasciate aperte dalla “Buona scuola”, Donazzan comunica che «la Regione Veneto, nonostante le ristrettezze finanziarie dell’ultimo quinquennio, ha attivato un fondo di “somma urgenza”: due settimane fa la Giunta regionale ha approvato un milione e mezzo di euro per le scuole pubbliche e 150.000 euro per le scuole paritarie per rispondere alle criticità più gravi che ci vengono segnalate dai dirigenti scolastici e dagli enti locali. E’ solo un primo gruzzolo, ma così riusciamo ad anticipare almeno gli interventi più urgenti in programma».