Pedemontana veneta, battibecco politico tra la capogruppo PD Moretti e l’assessore regionale De Berti

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Moretti: «il blocco è solo responsabilità della Regione». De berti: «non porta bene confondere il piano tecnico con quello politico»

 

de berti morettiBattibecco tra due prime donne della politica della regione Veneto con oggetto il travagliato cantiere della Pedemontana veneta.

La miccia è stata accesa dalla capogruppo del Pd in consiglio regionale Alessandra Moretti, secondo cui «è evidente che le responsabilità del prosieguo della Pedemontana veneta sono tutte in capo alla Regione. Sulla superstrada lunga meno di 100 km e costata già 625 milioni, cifra che lievita ogni minuto che passa sull’incompiuta, occorre precisare che lo stallo dipende solo ed unicamente da chi ha sottoscritto contratti capestro: Luca Zaia e prima di lui Giancarlo Galan. E’ solo e soltanto dal governatore che deve arrivare, al punto in cui siamo, una proposta sostenibile al Governo».

Moretti addebita a Zaia un «comportamento scorretto e tenta di addossare le sue responsabilità ad altri: una volta è il concessionario, l’altra la Cassa Depositi e Prestiti, una volta è il ministero delle Infrastrutture e l’altra il commissario Vernizzi. In questa storia c’è solo un colpevole e quello è il governatore del Veneto che in questi anni non ha avuto la forza o l’attenzione necessaria a costruire un nuovo percorso per portare a compimento l’opera e si è ben guardato dal rinegoziare i termini dell’accordo quando poteva farlo». Per la capogruppo Dem «ora la Regione si trova con le spalle al muro: indietro non si può tornare, primo perché l’opera è strategica e secondo perché il costo già sostenuto renderebbe davvero sconveniente la retromarcia obbligandoci a pagare penali altissime. Bisogna solo trovare il modo di andare avanti, e i segnali in tal senso sono buoni, prima di tutti quelli che provengono dai costruttori che hanno rivisto alcuni termini dell’accordo anche se avrebbero potuto far valere quanto sottoscritto dal governatore. Carta canta e Zaia non può continuare a fare lo scaricabarile, o forse ha firmato il contratto a sua insaputa?»

Alle accuse lanciate da Moretti risponde l’assessore alle infrastrutture della regione del Veneto, Elisa De Berti: «da avvocato ad avvocato, Alessandra Moretti dovrebbe conoscere bene i confini che corrono fra l’attività amministrativa e quella politica. E dovrebbe sapere bene che i politici che finiscono nei guai sono quelli che confondono questi due piani. La storia della politica è costellata, ahimè, di esempi di questo genere. Stando ai fatti e partendo da questo presupposto posso testimoniare, per essere stata presente insieme al presidente Zaia – sottolinea De Berti –  di aver incontrato una volta il ministro Delrio e per ben tre volte il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, De Vincenti. Durante l’incontro fu lo stesso Ministro, assai intelligentemente, a chiedere approfondimenti tecnici perché fossero le analisi e non la politica a parlare».

«Visto che Alessandra Moretti si autonomina ufficiale di collegamento fra il Veneto e il Governo – aggiunge De Berti –  dovrebbe sapere che i rapporti sia col ministro Delrio sia col sottosegretario De Vincenti sono ottimi, improntati alla massima cordialità nell’unico e condiviso intento di portare a compimento l’opera. E di questo contributo li ringrazio pubblicamente anche a nome del presidente Zaia. Non è poi colpa nostra – conclude la De Berti – se quattro esponenti del Pd veneto vanno dal Ministro a chiedere la testa del Commissario di Governo e Alessandra Moretti non ne è informata o non condivide l’iniziativa».