Bamboccioni a chi? Secondo Coldiretti i giovani sono protagonisti di 600.000 imprese

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giovani coldiretti luigi moncalvo
I giovani imprenditori italiani sono il doppio dei tedeschi, ne nascono 325 al giorno

 

giovani coldiretti luigi moncalvoSalgono a quasi 600.000 le imprese italiane condotte da under 35 con un saldo positivo record di 50.000 rispetto all’inizio dell’anno, tra nuove iscrizioni e chiusure, con l’Italia che si colloca così ai vertici dell’Unione Europea in termini di numero di giovani imprenditori. E’ quanto è emerso dal primo studio su “Bamboccioni a chi? I giovani italiani che fanno l’impresa” elaborato dai giovani della Coldiretti in occasione dell’apertura dell’open space dell’innovazione giovanile con le esperienze imprenditoriali più innovative del 2016 dei giovani finalisti al concorso “Oscar Green”, dall’orto canterino alla biocosmetica antispreco, dagli antichi unguenti al kit dell’agripasticcere fino ritorno della seta, dal baco all’atelier.

Nel 2016 si registra – sottolinea Coldiretti – un saldo positivo con la nascita di circa 90.000 nuove imprese giovani a fronte delle quasi 40.000 che, nello stesso periodo, hanno chiuso i battenti, sulla base dei dati Movimprese relativi ai primi nove mesi. In altre parole i giovani italiani sono i più intraprendenti dell’Unione Europea grazie all’apertura nel 2016 di circa 325 imprese al giorno con il risultato che – continua la Coldiretti – le imprese condotte da giovani rappresentano il 9,8% delle imprese presenti in Italia ma la percentuale sale al 31,1% tra quelle di nuova apertura nel primi nove mesi del 2016.  E’ significativo peraltro il fatto che dal punto di vista territoriale, in questo periodo, il maggior numero di nuove imprese giovanili – precisa la Coldiretti – sia nato nel Mezzogiorno (34.334) seguito dal NordOvest (21.611), dal Centro (18.064) e dal NordEst (13.937).

La presenza dei giovani – sottolinea la Coldiretti – si concentra nelle piccole medie imprese (PMI) che peraltro rappresentano il 99,9% del totale delle imprese in Italia e il 99,8% del totale delle imprese nell’Unione Europea. In Italia i giovani i sotto i 40 anni ne guidano 1.155.000 imprese, il maggior numero in Europa davanti al Regno Unito con 990.100, alla Polonia (988.200), la Romania (902.200), la Spagna (691.100), la Francia (568.900) e la Germania (511.400) su un totale di 24.889.700 presenti nell’Unione Europea per una incidenza del 30%. In Italia dunque i giovani alla guida di imprese – precisa la Coldiretti – sono il doppio che in Germania.

Un dato che solo apparentemente – secondo la Coldiretti – stride con le ultime statistiche dell’Eurostat secondo le quali in Italia è pari al 67,3% la percentuale di giovani (18-34 anni) che vivono ancora con i genitori nel 2015, la più alta in Europa (47,9%) dopo la Slovacchia. In realtà questo legame si evidenzia infatti anche dall’elevato numero di imprese familiari la cui presenza – secondo una analisi della Coldiretti – percentualmente varia da quasi il 60% nel mercato azionario italiano a circa il 90% in settori come l’agricoltura. Una specificità tutt’altro che negativa perché – sostiene la Coldiretti – ha permesso il radicamento territoriale di molte attività imprenditoriali che altrimenti avrebbero rischiato la delocalizzazione.

«La famiglia in Italia è un punto di riferimento perché al suo interno ha le risorse per sopportare meglio la crisi dal punto di vista economico ma è anche un presidio di imprenditorialità diffusa che è un valore aggiunto per il Paese» ha affermato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo nel ricordare che «in molti casi è una palestra ed un trampolino di lancio per consentire ai giovani di esprimere la propria creatività ed intraprendenza».

«Dietro il luogo comune di “bamboccioni” c’è in realtà l’esercito di giovani imprenditori più numeroso d’Europa che rischia quotidianamente il proprio futuro nonostante l’evidente gap competitivo che sconta ancora il nostro sistema Paese» ha affermato la delegata nazionale dei giovani di Coldiretti, Maria Letizia Gardoni, nel sottolineare che «ebbene il dinamismo dei giovani italiani è dimostrato anche dalla leadership europea delle candidature Erasmus con 58.000 millenials che ne hanno fatto richiesta, il vero nodo da risolvere rimangono i troppi giovani che sono costretti ad esprimere la propria creatività fuori dall’Italia».

Nella classifica dei settori preferiti dai giovani imprenditori ai primi cinque posti salgono nell’ordine il commercio al dettaglio (10.999), l’agricoltura e l’allevamento (7.569), le costruzioni specializzate (7.094), l’attività di ristorazione (4.717) e i servizi alla persona (2.882), sulla base delle nuove aperture che si sono verificate nei primi nove mesi del 2016. Il risultato è che oggi – sottolinea Coldiretti – quasi una impresa condotta da giovani su dieci in Italia opera in agricoltura (8,4%) dove sono presenti ben 50.543 guidate da under 35 per effetto del crescente interesse dei giovani per il lavoro in campagna che si è esteso fino alla trasformazione e al commercio, con il boom delle vendite dirette dell’agricoltore di prodotti a chilometri zero. 

Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita la vera novità rispetto al passato – continua Coldiretti – sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Secondo un’analisi della Coldiretti/Ixè, tra queste new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57% anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici.

Una spinta alla crescita del settore che è destinata a consolidarsi nel tempo, grazie alle opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno ventimila giovani imprenditori entro il 2020 con l’avvio dei Piani di Sviluppo rurale regionali finanziati dall’Unione Europea. Gli interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti possono arrivare ad offrire – spiega la Coldiretti – fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%, ma i giovani potranno accedere inoltre a tutte le altre misure previste sviluppo rurale come consulenza aziendale o la formazione con criteri di priorità. Un sostegno che è stato accompagnato di un’importante misura nella Legge di stabilità che prevede l’esonero dei contributi previdenziali al 100% per i primi tre anni e poi del 66% e 50% per il quarto e quinto anno, fortemente sostenuta dai giovani della Coldiretti.