Secondo indagine di Anvur, l’Università di Trento è il miglior ateneo pubblico d’Italia

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Valutata la produzione scientifica. Bene gli atenei del NordEstLa classifica servirà per ripartire i fondi premiali nazionali che ammontano a 1,5 miliardi. L’ateneo presenta il bilancio 2017

 

unitn logo bnSecondo la Valutazione della qualità della ricerca (Vqr), realizzata dall’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (Anvur), giunta quest’anno alla seconda edizione, l’università di Trento è il miglior ateneo classico pubblico del Paese. La ricerca è durata 18 mesi, con il coinvolgimento di 450 “super esperi”, coadiuvati da 14.000 professori e ricercatori.

L’organismo ha analizzato la produzione scientifica delle università italiane tra gli anni 2011 e 2014 tenendo conto dell’indicatore «Iras1», calcolato per ogni ateneo come somma dei voti ricevuti dai prodotti della ricerca, che poi viene messo in relazione alle dimensioni dell’ateneo. Se la differenza degli indici è positiva (a Trento è +18%), ne consegue che la qualità della ricerca è superiore alla media e quindi l’ateneo riceverà una quota di finanziamenti superiore al suo peso, in termini di addetti, nel sistema universitario. Le risorse provengono dalla quota premiare del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), che per il 2016 ammonta a 1,5 miliardi di euro.

La ricerca Anvur ha diversi campi di eccellenza, dove gli atenei del NordEst si pongono tutti nelle prime posizioni di classifica. L’università con il livello di ricerca più elevato risulta essere la Scuola di alti studi di Lucca, seguita dalla Sant’Anna e dalla Normale di Pisa. Al quarto posto si piazza la Sissa di Trieste e al quinto l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia. Al vertice della classifica si trovano quindi strutture “speciali”, vale a dire concentrate su alcune aree di ricerca e indipendenti dal punto di vista giuridico. L’università di Trento, sesta nella classifica generale, primeggia invece tra le università statali e pubbliche. Subito dietro si piazzano l’ateneo di Padova, la Ca’ Foscari di Venezia, Milano Bicocca e Bologna.

Il risultato è commentato positivamente dal rettore dell’ateneo trentino, Paolo Collini: «per noi è una conferma dei risultati ottenuti nella precedente indagine. Ci confermiamo al primo posto per qualità della ricerca davanti ad altri atenei, come Padova e Venezia, che sono per noi partner sempre più stretti. La rete delle università del NordEst ha tutte le carte in regola per diventare punto di riferimento e traino per la ricerca e lo sviluppo del nostro Paese».

La «pagella» Anvur vale quasi 1,5 miliardi di euro di quota premiale sulla base di un decreto inviato nei giorni scorsi dal Miur per i pareri ad alcuni organismi (Cun, Cnsu, Crui e Anvur) del mondo universitario con i criteri di riparto dell’intera quota premiale (1,433 miliardi) e dell’intervento perequativo (195 milioni) del Fondo di finanziamento ordinario delle università per l’anno 2016. Il fondo ai migliori atenei sarà diviso in base ad alcuni criteri: il 65% – circa 900 milioni – in base ai risultati conseguiti nella valutazione della qualità della ricerca 2011 – 2014 pubblicati dall’Anvur; il 20% (300 milioni) in base alla valutazione delle politiche di reclutamento; il 7% (99 milioni) in base all’internazionalizzazione dell’ateneo (pesa in particolare la presenza di studenti Erasmus in entrata e in uscita); infine l’8% (113 milioni) in base ai risultati della didattica con specifico riferimento al numero di studenti regolari che hanno acquisito almeno 20 crediti formativi. 

Le pagelle Anvur serviranno per assegnare i fondi previsti dalla legge di bilancio appena varata che prevede 270 milioni di euro da assegnare ai 180 migliori dipartimenti universitari. I fondi arriveranno dal 2018.

Intanto, l’Università di Trento ha presentato il bilancio di previsione 2017, il bilancio di previsione triennale 2017-2019 e i prospetti di riclassificazione previsti dai decreti ministeriali relativi ai “nuovi principi contabili e schemi di bilancio in contabilità economico-patrimoniale per le università”. Il conto economico del prossimo esercizio, garantisce il pareggio tra costi e ricavi sulla cifra di 218,98 milioni di euro, prevedendo l’utilizzo di riserve di patrimonio netto per 3,28 milioni. 

Per quanto attiene il piano degli investimenti sono stati stanziati 18,3 milioni complessivi, di cui quasi 10 milioni destinati allo sviluppo del piano edilizio (in particolare prosecuzione dei lavori relativi al compendio Manifatture Tabacchi, alla biblioteca di Mesiano, al conguaglio per acquisizione e ristrutturazione immobile “ex Cte”) e 6,8 milioni per l’acquisto di attrezzature scientifiche. I contributi in conto capitale della Provincia autonoma di Trento ammontano a 5 milioni. 

I trasferimenti da parte della Provincia autonoma di Trento, sulla base dell’impegno assunto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e rilevati tra i contributi in conto esercizio, ammontano a 116,1 milioni di euro e sono ripartiti fra una quota base, destinata a dare continuità alle attività già in essere (111 milioni), una quota programmatica, assegnata per il finanziamento di specifici programmi di sviluppo già definiti in precedenza (0,3 milioni), una quota premiale legata alla valutazione dei risultati conseguiti dall’Ateneo nel campo della didattica, della ricerca e dell’internazionalizzazione (1,2 milioni) e residui di anni precedenti riferiti ad iniziative progettuali di interesse comune non ancora ultimate (3,6 milioni). 

Per quanto attiene i ricavi propri, emerge la capacità dell’Ateneo trentino di attrarre finanziamenti per la ricerca (34,3 milioni), fra i quali spiccano 27,3 milioni di euro relativi a progetti di ricerca comunitari nell’ambito dei programmi FP7 e Horizon 2020. Significativi anche i proventi derivanti da ricerche commissionate e da trasferimento tecnologico (12,1 milioni) e la contribuzione studentesca per 17,3 milioni di euro. 

Per quanto attiene ai costi, si rileva che le spese per il personale strutturato di Ateneo, al netto dell’Irap, sono pari a 54,5 milioni per docenti, ricercatori ed esperti linguistici e a 26,5 milioni per personale tecnico amministrativo. Gli stessi sono stimati nel rispetto dei vincoli stabiliti dal patto di stabilità e dalla normativa vigente. 

Per quanto riguarda le altre voci a bilancio, le spese per interventi a favore degli studenti, al netto dell’Irap, ammontano a 20 milioni, comprensivi di 8 milioni a favore dei dottorati di ricerca e 7,2 milioni a favore di studenti per il finanziamento di borse di studio volte, principalmente, a promuovere e valorizzare la mobilità internazionale. 

Di rilievo anche le spese destinate alla ricerca e all’attività editoriale ed assegni di ricerca per quasi 14 milioni strettamente legate alle attività di ricerca scientifica e diffusione dei risultati delle strutture accademiche di Ateneo.Unitn torta bilancio previsione 2017