Piastrelle, risultati in crescita nel 2016

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produzione piastrelle gres
Vendite a 415 milioni di metri quadrati (+4,6%), l’export a +4,4%, inversione di tendenza per l’Italia (+5,5%). Rimangono forti incertezze nello scenario internazionale

produzione piastrelle gresIl 2016 registra una ripresa nelle vendite complessive (+4,6%) dell’industria della ceramica, grazie all’aumento dopo anni di flessione della domanda sul mercato italiano (+5,5%) e ad una espansione delle esportazioni (+4,4%), che hanno trainato la produzione (+5,4%). La produzione italiana di piastrelle torna così a superare i 415 milioni di metri quadrati. Permangono condizioni favorevoli alla domanda abitativa, spinti da una dinamica dei mutui che, stanti i bassi tassi di interesse, ha spinto in alto la loro domanda e, con essa, l’attività edilizia. Sono questi i principali temi presentati durante il convegno di fine anno di Confindustria Ceramica.

Il preconsuntivo evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica esportazioni nell’ordine di 331 milioni di metri quadrati (+4,4%) e vendite per 85 milioni di metri quadrati sul mercato nazionale (+5,5%). Segno positivo in tutte le aree geografiche dove si registra per i paesi Nafta +5%, Paesi del Golfo e Balcani +4,7%, il Far East +3,3%, Europa Centro Orientale +2,7%, America Latina +2,1% e Nord Africa +1,7%. Tra i paesi più grandi, in calo la Russia (-10%), valore più limitato rispetto a quanto successo negli ultimi anni.

«Chiudiamo un anno che ha registrato conferme dai mercati internazionali» afferma il presidente di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli, evidenziando i due grandi rischi che l’industria ceramica italiana dovrà affrontare nel 2017. «Lo scorso 11 dicembre la Commissione europea non ha concesso lo stato di “economia di mercato” alla Cina, come è giusto che sia non avendo questo Paese ottemperato ai cinque requisiti richiesti dall’accordo di ingresso nel Wto. A questo  – dice Borelli – diamo un giudizio positivo, anche se dobbiamo rilevare come la stessa Commissione europea abbia proposto un nuovo regolamento per la definizione dei dazi antidumping meno stringente rispetto al passato. Auspichiamo che il Parlamento europeo, a partire dai nostri rappresentati, esprima un giudizio negativo in fase di discussione parlamentare».

Il secondo tema di preoccupazione è invece legato alla competitività delle imprese, non solo ceramiche. «Il sistema delle “Emission Trading” ha finora determinato un forte appesantimento negli adempimenti burocratici. Auspichiamo che la revisione, attualmente in atto e a valere dal 2020, aumenti le tutele per quei settori che tanto hanno già fatto in tal senso e che si evitino ulteriori appesantimenti alla competitività» ha concluso Borelli.