Flussi di extracomunitari irregolari: Serracchiani «no ai Cie sono stati un fallimento»

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Fedriga: «i Cie sono indispensabili per garantire i rimpatri dei clanddestini»

fedriga serracchianiLa gestione dei flussi consistenti di extracomunitari irregolari, di quelli che a buon diritto – e senza l’impiego del lessico politicamente corretto – si dovrebbero definire clandestini belli e buoni perché all’esame della domanda di asilo oltre il 70% viene respinto per insussistenza delle motivazioni, genera un battibecco tra la presidente della regione Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria nazionale PD Debora Serracchiani e il capogruppo leghista alla Camera e segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Fedriga.

«Resto convinta che sia necessario aumentare le espulsioni. E resto convinta che i Cie non siano l’unica soluzione, anzi, nella forma che abbiamo conosciuto non hanno funzionato per niente. Per questo ne abbiamo convintamente chiesto la chiusura» ha detto la Serracchiani in un’intervista al quotidiano locale, commentando le ultime decisioni del Governo sulla lotta a terrorismo. Serracchiani ricorda in particolare la negativa esperienza del Cie di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), chiuso nel 2013. «Chiederò un incontro a Minniti – prosegue Serracchiani -. In ogni caso, lui ha in mente un altro tipo di struttura, diversa dai Cie e infatti ne immagina uno in ogni regione. resto ancora assolutamente contraria ai Cie così come li abbiamo conosciuti a Gradisca».

A Serracchiani dà manforte il capogruppo consiliare del Pd, Diego Moretti: «con la possibile riapertura di un Cie in regione rischiamo di ripercorrere situazioni già vissute in passato e che si sono rivelate fallimentari. Siamo contrari all’apertura del Cie, lo siamo sempre stati e quando era aperto abbiamo più volte contestato la sua funzione. Condividiamo le preoccupazioni del sindaco Tomasinsig e della comunità di Gradisca che, se si dovesse dare seguito alle previsioni del ministero nell’ex caserma Polonio, verrebbe colpita duramente». Secondo Moretti, «la denuncia della presidente Serracchiani al ministro Minniti è coerente con quanto finora detto e dunque sicuramente condivisibile. É necessario, come ha giustamente sollecitato al ministro, che il tema dei rimpatri, di competenza statale, funzioni davvero». 

«Serracchiani ha poche idee ma ben confuse sull’immigrazione: riaprire i Cie è necessario per garantire i rimpatri – dichiara Massimiliano Fedriga – Serracchiani continua a non affrontare il problema dell’immigrazione clandestina con la necessaria fermezza: dichiarandosi infatti da un lato favorevole all’incremento delle espulsioni ma dall’altro contraria alla riapertura dei Cie dimostra di essere priva di argomenti validi. Anziché inseguire i titoli sui giornali per tamponare la perdita di consenso che la accompagna dal 2013 a oggi, Serracchiani prenda atto della necessità di riattivare i centri di identificazione ed espulsione, che rappresentano peraltro l’unico strumento utile a impedire ai clandestini di circolare liberamente sul territorio e delinquere. La verità – continua Fedriga – è che parlare di rimpatri senza creare le condizioni affinché essi possano avere luogo in tempi rapidi significa semplicemente continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. L’unica risposta seria è applicare gli accordi bilaterali in essere, stipularne di nuovi, riaprire quei Cie che proprio Serracchiani ha voluto chiudere e trasformare i Cara in centri di identificazione ed espulsione per incrementare la capienza delle strutture».