“Buona scuola”: ennesimo fallimento della politica renziana

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la buona scuola matteo renzi
Secondo “Tuttoscuola” quest’anno hanno cambiato cattedra 250.000 docenti e a tre mesi dall’avvio dell’anno scolastico è ancora caos. Zaia: «regionalizzare subito anche la scuola dopo la sanità»

 

la buona scuola matteo renziSecondo uno studio di “Tuttoscuola”, nell’anno scolastico in corso i trasferimenti di cattedra «supera l’astronomica cifra di 250.000» docenti «pari al 33% dei 768.918 docenti in cattedra quest’anno». In pratica, la tanto decantata “Buona scuola” di Renzi è fallita miseramente.

Secondo “Tuttoscuola”, «questa grande “migrazione” di docenti non è affatto priva di effetti. Se la continuità didattica è un’importante precondizione per una scuola di qualità, quello in corso è un anno disastroso per ciò che dovrebbe contare di più, ovvero l’apprendimento degli studenti: il peggiore, da questo punto di vista, della storia della scuola italiana. Un esodo biblico di docenti – continua “Tuttoscuola” –  prevalentemente da Nord a Sud, che hanno lasciato le scuole, le classi, gli studenti». Tutto sciò grazie al fatto che la neo ministra alla scuola, non diplomata, sindacalista di lungo corso dei tessili, Valeria Fedeli, ha tolto il vincolo di permanenza ininterrotta nella sede d’incarico per cinque anni, aprendo il fronte dei trasferimenti di migliaia di insegnanti del Sud che avevano vinto le cattedre al Nord, che legittimamente cercano di riavvicinarsi al loro paesello natio. Peccato che al Sud le cattedre disponibili siano meno di quelle al Nord, anche perché il maggior numero degli studenti è oltre l’Arno.

Anche in Veneto la situazione è al limite del disastro: per il governatore del Veneto, Luca Zaia, «la catastrofe che in Veneto denunciamo da prima che cominciasse l’anno scolastico, trova oggi riscontro in numeri che parlano chiaro: l’unica certezza è il caos. Al Sud una valanga di insegnanti e pochi studenti, al Nord tanti ragazzi e pochi insegnanti, tanto che in Veneto, alla vigilia di Natale, a tre mesi dal via delle lezioni, era ancora in corso il valzer dei professori e delle cattedre scoperte. Il dato emerge sempre più chiaro – sottolinea Zaia – dove la Regione governa e sceglie, come in sanità, siamo al top in Italia, dove la competenza è dello Stato, come la scuola, i nostri ragazzi e i nostri insegnanti pagano a caro prezzo una gestione confusa e inefficace».

Per Zaia è giunta l’ora di regionalizzare, dopo quello sanitario, anche il servizio scolastico: «è ora di dire basta a questo scempio di uno dei fondamenti dello sviluppo come l’istruzione è quindi ora dell’autonomia, delle scelte sul territorio per il territorio, di gestire la composizione del corpo docente attraverso un processo di regionalizzazione. I ragazzi, le famiglie, gli stessi insegnanti sono stufi di caos e improvvisazione, con i ministri che si susseguono e le criticità che aumentano. L’unica buona scuola immaginabile – conclude il Governatore del Veneto – è quella che deriverà dall’autonomia, dal diritto di scegliere sul territorio il meglio per chi su quel territorio insegna e studia».