In cinque anni gli autocarri a metano in circolazione sono cresciuti del 29,2%

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Secondo l’Osservatorio Federmetano, dal 2012 al 2016 il parco circolante di autocarri in generale è cresciuto dello 0,74%. Ora si attende la diffusione della rete distributiva, specie per il LNG. Trentino Alto Adige primo per crescita del parco circolante

camion motore gas metano liquido LNGDal 2012 al 2016 il parco circolante di autocarri a metano per il trasporto merci in Italia è cresciuto del 29,2%, passando da 66.088 a 85.381 unità. Nello stesso periodo il parco circolante di autocarri per il trasporto merci in generale è aumentato solo dello 0,74%. Questi dati, elaborati dall’Osservatorio Federmetano, testimoniano come nel corso degli ultimi anni l’interesse degli utenti nei confronti degli autocarri a metano per il trasporto merci sia molto cresciuto, andando anche a occupare una fetta di mercato che finora era stata appannaggio delle alimentazioni tradizionali.

A cosa è dovuto il rinnovato interesse degli utenti nei confronti degli autocarri a metano per trasporto merci? La cause sono diverse. In primo luogo, vi è sicuramente la convenienza economica garantita dai veicoli alimentati a metano. Una recente elaborazione dell’Osservatorio Federmetano ha permesso di quantificare il risparmio che è possibile ottenere grazie all’uso di un autocarro pesante a metano (invece di uno diesel) in 5.000 euro all’anno su una percorrenza di 100.000 km. E’ importante specificare che in questo caso si sta parlando di metano compresso (CNG) e non di metano liquido (LNG).

Al risparmio economico, il metano abbina un altro importante vantaggio, e cioè la diminuzione delle emissioni di sostanze nocive nell’ambiente. A questo proposito sono da citare alcuni interessanti dati emersi dalle esperienze di aziende di trasporto italiane che hanno in uso autocarri pesanti a metano. La riduzione delle emissioni di CO2 possibile con l’uso di autocarri pesanti a metano gassoso (CNG), rispetto a quelli diesel convenzionali, è di circa il 16%, a fronte di un tempo medio di rifornimento che si aggira intorno ai 15 minuti (e quindi perfettamente comparabile al tempo necessario per fare rifornimento agli autocarri diesel) e ad un’autonomia che raggiunge i 520 km. Questi dati già positivi possono essere ancora migliorati nel caso in cui si usi un autocarro alimentato a metano liquido (LNG), soprattutto per ciò che riguarda la percorrenza chilometrica. In Italia ci sono già aziende di trasporto che usano autocarri alimentati a metano liquido, come LC3 Trasporti (prima azienda italiana ad aver utilizzato questi mezzi), che oggi dispone di 70 mezzi a LNG e che si è posta l’obbiettivo di arrivare a quota 70% di mezzi a LNG sul totale della flotta.

«Oggi – sottolinea la presidente di Federmetano, Licia Balboni – la rete di distributori di CNG presenti in Italia, che conta più di 1.100 punti sull’intero territorio nazionale, è perfettamente in grado di supportare le attività delle aziende di trasporto, come dimostrano le esperienze delle società che sono già passate ad utilizzare autocarri a metano traendone importanti vantaggi economici e riducendo drasticamente le loro emissioni. Per ciò che riguarda i distributori di metano liquido (LNG) il recente decreto legislativo 257 del 16 dicembre 2016, che recepisce la direttiva europea Dafi, fissa gli obiettivi obbligatori in tema di distributori di metano (CNG e LNG) per poter al più presto disporre di una rete di rifornimento che consenta la circolazione sull’intero territorio di mezzi alimentati a metano liquido. Ad oggi – sottolinea Balboni – gli impianti che erogano metano nella forma liquida e che consentono già ad alcune aziende di trasporto di utilizzare autocarri a LNG per le loro attività in Italia, sono 7. Sono inoltre presenti 8 distributori di tipo L-CNG, che riforniscono metano in forma compressa anche ai mezzi pesanti. A questi si aggiungono 3 stazioni in costruzione e 18 procedure autorizzative in itinere».

A riconoscimento delle qualità economiche ed ecologiche dei mezzi a metano, sono oggi disponibili incentivi per l’acquisto di mezzi pesanti a CNG o LNG. Tali incentivi, per usufruire dei quali è necessario presentare la domanda entro il 15.04.2017, prevedono un importo di 3.500 euro per automezzi industriali nuovi a CNG con PTT (portata totale a terra) pari o superiore a 3,5 tonnellate e fino a 7 tonnellate. E’ inoltre previsto un incentivo di 8.000 euro per automezzi industriali nuovi a CNG con PTT pari o superiore a 7 tonnellate. Per la stessa tipologia di mezzi (con PTT pari o superiore a 7 tonnellate) alimentati a LNG è previsto un incentivo di 20.000 euro. L’importo massimo ammissibile per gli investimenti per una singola impresa non può superare i 600.000 euro.

Tornando ai dati elaborati dall’Osservatorio Federmetano, la graduatoria delle regioni in base alla crescita del parco circolante di autocarri a metano dal 2012 al 2016 vede al primo posto il Trentino Alto Adige (+101,8%), seguito da Molise (+84,7%) e Calabria (+81,9%). Vi sono però anche due regioni con dati negativi: la Valle d’Aosta e la Sardegna. La prima perché è presente un solo distributore di CNG. La seconda, perché non ha distributori di CNG (in quanto sono assenti i metanodotti) e probabilmente perché gli autocarri sono stati acquistati solo per approfittare degli incentivi e non per circolare con trazione a gas naturale ma con carburanti tradizionali.parco circolante autocarri metano