Al Mart di Rovereto “Words and Stars” di Grazia Toderi e Orhan Pamuk e “Materia della forma” nella collezione Panza di Biumo

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Il museo presenta due mostre realtive all’arte moderna. Visitabile anche la bella rassegna dedicata alla collezione Allaria su Sironi

10 Words and Stars Dialogo 4Fino al 2 luglio 2017 il Mart di Rovereto ospita due interessanti rassegne dedicate all’arte moderna, la prima dedicata al lavoro “Words and Stars” di Grazia Toderi e Orhan Pamuk; la seconda “Materia della forma” nella collezione Panza di Biumo. Oltre a queste, per i gusti più classici, è sempre visitabile la bella mostra dedicata alla collezione Allaria su Sironi.

“Words and Stars” (2013-2017) è intreccio tra arte e letteratura, tra visivo e narrativoile, a cura di Gianfranco Maraniello direttore del Mart. Nel 2009, in cerca di suggestioni per il Museo dell’Innocenza di Istanbul, il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, durante una visita alla Biennale di Venezia si imbatte nell’opera Orbite Rosse di Grazia Toderi, tra le maggiori artiste internazionali, già premiata con il Leone d’oro nel 1999. Colpito dall’opera, ne scrive un significativo elogio su “la Repubblica”, in cui dichiara: “Mi ha invaso una sensazione di infinito”.

Il progetto “Words and Stars” nasce nel 2013, quando lo scrittore turco decide di invitare l’artista italiana a ideare insieme un’opera d’arte per il Museo dell’innocenza, da lui creato ad Istanbul. L’esito di questo eccezionale sodalizio artistico, dopo quattro anni di lavoro, conversazioni, incontri e intenso scambio di corrispondenza tra i due autori, ha portato alla realizzazione di una trilogia costituita da un “monologo”, un “dialogo” e una “conversazione” –  per un totale di otto proiezioni video – che sono ora presentate al Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. 

I video di Grazia Toderi e le parole di Orhan Pamuk insieme hanno costruito cosmogonie e mappe, immaginarie e reali, sullo sfondo di galassie luminose e delle luci di Istanbul. Sugli otto schermi delle tre grandi video installazioni si ibridano scrittura e immagine, si uniscono parole e luci, si amplificano e riecheggiano suoni lontani. Un “monologo” si sviluppa in un “dialogo”, che a sua volta si trasforma in una “conversazione”. L’esperienza si trasforma da personale in universale.

Nella penombra la grande mostra risulta immersiva, incanta lo spettatore e lo conduce in una dimensione sensoriale. I tempi e le posture della fruizione superano il flusso delle immagini e conducono all’interno di un ritmo universale e ciclico. Le frasi di Orhan Pamuk abitano i paesaggi di Grazia Toderi. Immagini e parole si sovrappongono, creando mutevoli mappe sideree e terrestri insieme. Le luci della città di Istanbul si trasformano continuamente in costellazioni di terra e di cielo. Un universo identificabile ma misterioso, delimitato ma infinito, reale e fantastico è attraversato da proposizioni e interrogativi che appaiono e si dissolvono. 

La seconda mostra è dedicata alla “Materia della forma” nella collezione Panza di Biumo. Quella di Giuseppe Panza di Biumo (1923-2010) è una delle collezioni private più note al mondo. Riferimento internazionale per le principali tendenze dell’arte americana del dopoguerra, raccoglie alcune tra le più significative esperienze minimal e concettuali. lohr

“La materia della forma”, in dialogo serrato con l’allestimento permanente del Mart, rappresenta l’occasione per conoscere aspetti inediti della nota Collezione e rileggerla nella sua totalità in modo nuovo. Un complesso ambito di ricerca, mai indagato prima, fa luce su alcune tematiche fondamentali, compiutamente originali. L’esposizione si concentra sul valore dei materiali quale componente fondante delle realizzazioni degli artisti. Si tratta di un taglio autentico, necessario ad ampliare la ricerca sull’importante lavoro di Giuseppe Panza: in questa mostra l’oggetto di indagine diventa il portato simbolico, metaforico, strutturale e progettuale della materia quale componente essenziale dell’opera d’arte.

L’attenzione per le forme essenziali si rafforza nell’ambito di un quadro operativo e simbolico più ampio, che include l’uso di materie della tradizione artistica come il legno, la tela o il pigmento. Le opere in mostra coniugano in un’unica grammatica la forma, l’idea e le proprietà fisiche della materia. La sublimazione dell’oro, il peso della ghisa, la ritualità del legno, il mistero della luce o la fragilità della natura accompagnano il visitatore in un percorso suggestivo.

L’esposizione finisce, quindi, per testimoniare l’attenzione dei linguaggi contemporanei per le proprietà espressive della materia. Lo fa esplorando alcuni dei suoi valori più intimi: l’inconsistenza della luce nelle opere di Ettore Spalletti e Larry Bell, la concretezza della ghisa e del cemento nei lavori di Roni Horn e Hubert Kiecol, la fisicità della cera nelle sculture di Lawrence Carroll, la spiritualità della foglia d’oro nell’opera di Jan Vercruysse, l’apparente fragilità della natura nelle composizioni di Christiane Löhr. In mostra, inoltre, trovano collocazione straordinari lavori di Bernard Joubert, Richard Nonas e Thomas Schütte.