Etichettatura origine latte operativa: soddisfazione coldiretti Veneto e Emilia Romagna

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coldiretti roberto comcalvo etichettatura latte
«Salvate centinaia di stalle e migliaia di posti di lavoro». Moncalvo: «l’Italia è il primo importatore mondiale di latte»

coldiretti roberto comcalvo etichettatura latte«Con l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e dei suoi derivati si realizza un altro passo importante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui un terzo della spesa degli italiani resta anonima» afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari.

«L’Italia è diventata il più grande importatore mondiale di latte – ha denunciato Moncalvo – fino ad ora dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare fino ad ora magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, dei formaggi o dello yogurt non ha consentito di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero “Made in Italy”».

Moncalvo ha poi sottolineato come «in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti». 

L’etichettatura del latte, secondo Coldiretti, non è che il primo passo di una lunga battaglia, visto che l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. Due prosciutti su tre venduti come italiani derivano da maiali allevati all’estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione, come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina o il pane. 

Per Martino Cerantola presidente di Coldiretti Veneto «l’importanza dell’atto legislativo è stato riconosciuto dall’intera filiera tanto che da un’indagine di Coldiretti si rileva che due confezioni a lunga conservazione su tre sono già in regola con le nuove disposizioni che consentono di smascherare il latte straniero spacciato per “Made in Italy”. La situazione è più variegata per yogurt e formaggi anche perché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura». 

Soddisfatto anche Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Emilia Romagna: «il provvedimento rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Difendere il latte italiano significa difendere un sistema che solo nella nostra regione garantisce 20.000 posti di lavoro e oltre 3 miliardi di ricchezza economica. In più significa evitare la chiusura delle 3.700 stalle emiliano romagnole che spesso si trovano in zone montane e svantaggiate dove svolgono un ruolo insostituibile di presidio del territorio». 

Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno da Coldiretti «contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla» e «sta portando ad un sostanziale aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori» afferma Coldiretti. I 250.000 capi di mucche da latte presenti in Emilia-Romagna, ma anche le oltre 60.000 pecore e capre, «possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt che – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership mondiale nel settore lattiero caseario con i formaggi più famosi del mondo, come Parmigiano Reggiano e Grana Padano».