Secondo la Cgia di Mestre, il “Jobs Act” ha favorito la creazione di lavori di secondo piano

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Osservatorio Partite Iva
Boom di impiegati, le segretarie, i cuochi, i camerieri, i baristi, gli agenti assicurativi e finanziari. In calo camionisti/autisti, gli operai/artigiani specializzati nelle rifiniture e nelle costruzioni, i collaboratori domestici non qualificati, i sarti e gli operai del tessile/abbigliamento, i bancari e i periti in campo ingegneristico/edilizio

Professionisti profiloCon l’avvento del “Jobs act” gli impiegati, le segretarie, i cuochi, i camerieri, i baristi, gli agenti assicurativi e finanziari sono le professioni che hanno subito gli incrementi occupazionali più importanti. Per contro, invece, i camionisti/autisti, gli operai/artigiani specializzati nelle rifiniture e nelle costruzioni (posatori di piastrelle e di tegole, i vetrai, gli idraulici, gli elettricisti, i serramentisti, etc.), i collaboratori domestici non qualificati, i sarti  e gli operai del tessile/abbigliamento, i bancari e i periti in campo ingegneristico/edilizio sono i mestieri  che hanno subito le contrazioni più preoccupanti.

Grazie alla realizzazione di un vero e proprio “borsino delle professioni”, l’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha elaborato una graduatoria dei lavori “top & down” maturata tra il 2014 e il 2016. Un periodo, quest’ultimo, che è stato contrassegnato, in particolar modo, dalle novità introdotte nel mercato del lavoro sia dal “Jobs act” che dagli sgravi contributivi temporanei rivolti alle imprese che nel biennio 2015/2016 hanno assunto lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. L’indagine condotta dagli artigiani mestrini include tutti i nuovi occupati, siano essi subordinati o autonomi/partite Iva.

Per garantire una adeguata rappresentatività statistica l’analisi ha considerato solo le professioni con almeno 100.000 occupati (si tratta di circa l’87% del totale degli occupati e di 58 professioni su 129 presenti in Italia). 

«In questi ultimi decenni abbiamo registrato un progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa e contestualmente una presenza sempre più massiccia di lavoratori stranieri con minore cultura del lavoro. Tutto ciò – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – ha cambiato il volto delle nostre maestranze; se da un lato abbiamo guadagnato in termini di esperienza  e saper fare, dall’altro scontiamo un deficit di vivacità, di entusiasmo, di energie fisiche e mentali». E l’artigianato, sfortunatamente, è tra i settori più in difficoltà. «Purtroppo – dichiara il segretario della Cgia, Renato Mason – ci preoccupa lo stato di salute di alcune professioni storiche dell’artigianato che ormai stanno scomparendo. Vuoi per le profonde trasformazioni che i rispettivi settori stanno subendo o per il fatto che i giovani non si avvicinano più a questi mestieri. I barbieri, i calzolai, i fabbri, i fotografi gli ottici o i corniciai, ad esempio, sono in via di estinzione e oltre a perdere saperi e conoscenze che non recupereremo mai più, la chiusura di queste attività sta peggiorando il volto urbano dei nostri paesi e delle nostre città».

Le professioni più richieste tra il 2014 e il 2016 vedono gli impiegati alla segreteria aumentati di 118.300 unità (+10,7%). Seguono i cuochi, i camerieri e i baristi che hanno registrato un incremento in termini assoluti di 110.400 unità (+10,6%) e gli agenti assicurativi/bancari, con 64.000 addetti in più (+20,2%). Appena fuori dal podio i facchini, gli imballatori e gli addetti alle consegne, con un variazione degli occupati pari a +61.900 (+14,8%) e gli analisti gestionali/di mercato e pubbliche relazioni che sono cresciuti di 54.600 unità (+12,2%).

Nel periodo preso in esame, il mestiere più in difficoltà è stato quello dell’autista: alla guida di bus e mezzi pesanti sono stati persi 38.700 professionisti della strada (-7%). In grosse difficoltà anche i mestieri legati al mondo dell’edilizia: tra il 2014 e il 2016 gli artigiani e gli operai specializzati nelle rifiniture (come i posatori di piastrelle e di tegole, gli idraulici, gli elettricisti, i serramentisti e gli addetti ai sistemi di coibentazione) sono diminuiti di 36.100 unità (-8,5%). Forte caduta numerica anche dei collaboratori domestici non qualificati per servizi alla casa (non per l’assistenza) che sono scesi di 32.800 unità (-6,7%). Gli accompagnatori delle persone disabili, gli addetti alla formazione e all’orientamento dei giovani hanno subito una contrazione di 22.600 unità (-12,8%). In difficoltà, infine, anche i tecnici in campo ingegneristico: come i periti/tecnici meccanici, elettrotecnici, elettronici e quelli occupati nel settore delle costruzioni (-17.000 pari a -3,8%).