Fondazione Arena di Verona decimo concerto sinfonico al Teatro Filarmonico

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FOndazione arena verona teatro filarmonico orchestra
Roman Brogli-Sacher dirige musiche di Brahms ed Elgar

FOndazione arena verona teatro filarmonico orchestraCon il decimo Concerto, in programma venerdì 26 maggio alle 20.00 e sabato 27 maggio alle 17.00, si conclude la Stagione Sinfonica 2016-2017 della Fondazione Arena al Teatro Filarmonico di Verona. L’Orchestra e il Coro preparato da Vito Lombardi saranno diretti da Roman Brogli-Sacher; in programma la Sinfonia n 1 op. 68 in do minore di Johannes Brahms e From the Bavarian Highlands op. 27 per coro e orchestra di Edward Elgar.

La Sinfonia n 1 op. 68 in do minore, composta da Johannes Brahms tra il 1862 e il 1876, viene eseguita per la prima volta a Karlsruhe il 4 novembre 1876; il lavoro più considerevole di stesura e revisione della sinfonia è tuttavia compreso negli ultimi due anni, durante i soggiorni estivi di Brahms a Sassnitz, sull’isola di Rügen. Sono numerose le modifiche, le correzioni e i ripensamenti che accompagnano la scrittura della sinfonia, il cui successo è legato all’esecuzione viennese del 17 dicembre 1876, con un vero e proprio trionfo. 

Il critico Eduard Hanslick la indica come erede del sinfonismo beethoveniano, mentre un altro importante critico, Hans von Bülow, le dà l’appellativo di “decima di Beethoven”. Il riferimento a Beethoven è evidente sia nelle grandi linee, sia in alcuni particolari, tra cui la monumentalità del primo e dell’ultimo movimento: dal pluritematismo dell’Allegro introduttivo, fino al finale che richiama il tema dell’Inno alla gioia. Tuttavia, nonostante alcune evidenti somiglianze, la concezione sinfonica complessiva risulta non riconducibile al mondo beethoveniano. Ciò risulta dal ruolo inedito che svolge l’introduzione lenta, ricca di spunti melodici e ritmici: all’inizio dell’Allegro manca un grande tema fortemente individualizzato; ne deriva per tutto il movimento un carattere accentuato di elaborazione incessante di alcuni elementi, organizzati a formare ampie strutture. Se beethoveniana è la presenza di un ampio episodio conclusivo aggiunto alla ripresa, personalissimo è il ritorno di una vera e propria citazione dell’introduzione. I due tempi centrali sono dei tempi parentetici, che sembrano non partecipare al grande sforzo drammatico che si attua nel primo e nel quarto tempo.  È inoltre assente lo Scherzo, utilizzato da Beethoven al posto del Minuetto settecentesco a partire dalla Seconda Sinfonia. Il finale, dal carattere quasi improvvisatorio e rapsodico, si discosta dalle tradizionali scelte compositive di Brahms, sfociando in un tripudio generale.

La seconda parte del Concerto propone From the Bavarian Highlands op. 27 per coro e orchestra di Edward Elgar. Il lavoro del compositore inglese comprende una serie di sei brani riuniti sotto il titolo Scenes from the Bavarian Highlands, in ricordo di una vacanza particolarmente felice che Elgar aveva compiuto in Baviera nell’autunno del 1894. Alice, moglie del compositore, ha collaborato nell’adattare il testo alla musica e ha dato i titoli ai brani in memoria dei luoghi più belli e suggestivi che avevano caratterizzato la loro vacanza. La prima versione del 1895 prevedeva il solo pianoforte, mentre l’anno successivo ne viene pubblicata una versione orchestrale. La prima esecuzione ha luogo il 21 aprile 1896 diretta dall’autore e porta la dedica ai signori Slingsby Bethell, i proprietari della pensione di Garmish dove i coniugi Elgar avevano soggiornato.