Secondo la Cassazione chi evade deve pagare danni morali allo Stato

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Primo caso che riguarda un imprenditore trentino che ha evaso Iva per 759.000 euro, pagherà il doppio oltre ai danni 

giustizia bilanciaTempi durissimi per gli evasori fiscali condannati penalmente per aver cercato con particolare ingegno di farla franca, ad esempio per aver evaso l’Iva e per aver cercato di mettere al sicuro i beni in un fondo patrimoniale costituito solo per proteggere le proprietà immobiliari dalle ganasce dell’Agenzia delle Entrate. Rischiano, tra sequestro e condanna al risarcimento – oltre al carcere – di pagare il doppio di quello che hanno evaso, e nel verdetto può essere messo in conto anche il risarcimento dei danni morali patiti dallo Stato che ha subito il “raggiro”.

Lo ha stabilito la Cassazione giudicando in merito al ricorso presentato da un evasore trentino, M.Z. imprenditore immobiliare, che contestava anche la condanna al risarcimento dei danni morali per 167.000 euro, sostenendo che un ente pubblico come l’amministrazione finanziaria non ne ha diritto. Invece – ecco il principio fissato dalla Cassazione e che ora farà testo in tutti procedimenti successivi – «è legittima la condanna in sede penale al risarcimento del danno morale patito dall’ amministrazione finanziaria in conseguenza di un reato tributario, danno consistente nella lesione di interessi non economici aventi comunque rilevanza sociale, ai quali è finalizzata l’azione dell’Agenzia delle Entrate preposta all’accertamento e alla riscossione delle entrate tributarie della Nazione».

L’immobiliarista trentino aveva evaso l’Iva per 757.000 euro per l’anno di imposta 2009 e poi nel 2010 aveva costituito un fondo patrimoniale sulla sua casa intestandola alla moglie. Ma è stato scoperto e per lui c’è stata la condanna a pagare più del doppio di quanto evaso per aver «lucidamente perseguito di sottrarre il bene alle legittime ragioni dell’erario», come osservato dai giudici di merito. La Suprema Corte, con la sentenza 38932 appena depositata, ha confermato la decisione con la quale la Corte di Appello di Trento, nel 2016, aveva convalidato il sequestro finalizzato alla confisca della casa con due garage del valore di circa 750.000 euro, oltre alla condanna a risarcire il fisco con oltre 810.000 euro, e a un anno di carcere, pena sospesa. Per quanto riguarda l’ulteriore condanna a pagare 167.000 euro di soli danni morali, la Cassazione ha stabilito che questo tipo di condanna è assolutamente lecito, ma che sull’entità della cifra il giudice deve fornire spiegazioni che non possono essere un semplice riferimento all’ammontare dell’evasione. Solo su questo punto il ricorso dell’imprenditore trentino è stato accolto e adesso il Tribunale civile di Trento dovrà provvedere a fornire adeguate motivazioni sull’esatta quantificazione del danno morale, con la possibilità anche di inasprire (o ridurre) la sanzione di 167.000 euro di danni morali  da liquidare a favore dell’Agenzia delle Entrate.