Emilia Romagna, cala il numero delle imprese attive per sesto trimestre consecutivo

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Secondo l’indagine di Unioncamere in sofferenza l’agricoltura, le costruzioni e il commercio

imprenditoria emilia romangaAl termine del secondo trimestre, accelera la flessione delle imprese attive in Emilia Romagna (-3.658 unità, -0,9%) rispetto allo stesso periodo del 2016. In calo agricoltura (-1.196), costruzioni (-1.163) e commercio (-1.071), manifatturiere e immobiliari. Segnali positivi da servizi alle imprese e attività di pulizie e giardinaggio. Rallenta la crescita delle società di capitale (+1.370), mentre accelera sia la riduzione delle ditte individuali (-2.892), sia quella delle società di persone (-2.109).

Secondo i dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2017, diffusi da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio aumenta il numero delle imprese registrate, ma è in calo quello delle attive. 

Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 457.951 a fine giugno, 696 in più (+0,1 per cento), il più contenuto aumento congiunturale rilevato almeno negli ultimi venti anni, con riferimento al secondo trimestre. L’aumento a livello nazionale è risultato lievemente più ampio (+0,5 per cento). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nel trimestre le iscrizioni (6.314) sono leggermente diminuite e hanno segnato il nuovo minimo degli ultimi venti anni. Le cessazioni (5.644) sono invece aumentate, anche al di sopra dei valori del 2015, al nuovo massimo degli ultimi 4 anni.

E’ però il dato delle imprese attive a rendere l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine giugno, le imprese attive erano 406.134, quindi 3.658 in meno (-0,9%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il ritmo della flessione tendenziale rilevata accelera rispetto a quello riferito allo stesso trimestre dello scorso anno (-0,5%). A livello nazionale le imprese attive segnano solo una lievissima flessione (-0,1%).

I settori di attività economica. A determinare la riduzione delle imprese attive, l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1.196 unità, -2,0%), le costruzioni (-1.163 unità, -1,7%) e l’insieme del commercio (-1.071 unità, -1,18%). Segno rosso anche per il settore manifatturiero (-779 unità, -1,7%) e le attività immobiliari (-511 unità, -1,9%). Segnali positivi solo dai settori dei servizi, in primo luogo dell’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+402 unità, +3,5%), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+215 unità, +1,0%).

La forma giuridica. La riduzione tendenziale della base imprenditoriale è stata determinata dall’ampliarsi dall’andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.892 unità (-1,2%) e delle società di persone , diminuite di 2.109 unità (-2,6%). Queste ultime risentono negativamente dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene l’aumento tendenziale delle società di capitale (+1.370 unità, +1,6%), comunque sensibilmente più contenuto rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.