Commercio in Emilia Romagna, confermata la congiuntura negativa

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commercio a gennaio
Nel II trimestre 2017 nuova flessione delle vendite al dettaglio in quasi tutti i canali di vendita. La crisi dei consumi non è ancora cessata

supermercato carrello spesa vuoto crisi consumiSecondo l’indagine condotta da Unioncamere Emilia Romagna, nel secondo trimestre si registra una nuova flessione delle vendite (-0,9%). Il segno negativo domina in modo omogeneo lo specializzato, alimentare e non, mentre aumentano lievemente le vendite per iper, super e grandi magazzini.

L’andamento delle vendite è correlato alla dimensione d’impresa. È nettamente negativo per la piccola e media distribuzione, mentre è appena positivo per le imprese con 20 o più addetti. Si accentua il calo delle imprese (-1,7%), determinato da ditte individuali e società di persone.

Il commercio al dettaglio non sembra ancora riprendersi del tutto. Si conferma la tendenza negativa del trimestre precedente. Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna, le vendite a prezzi correnti subiscono una nuova flessione (-0,9%) nel secondo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Incertezza e diseguaglianza gravano sulla possibilità di una ripresa diffusa dei consumi attraverso i canali tradizionali. 

La conferma della tendenza negativa è riflessa da un lieve alleggerimento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che risale solo a -11,8 da -13,3 punti, e dal lieve peggioramento dei giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il cui saldo sale da 10,2 a 10,5 punti percentuali. In positivo, nonostante la stagionalità, è atteso un miglioramento delle vendite nel corso del terzo trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni delle imprese è salito a quota +9,3 da +0,4 punti. 

La tendenza negativa delle vendite ha interessato le tipologie del dettaglio specializzato, con una flessione dell’1,3%, per l’alimentare e dell’1,2% per il non alimentare, mentre quelle degli iper, super e grandi magazzini confermano la tendenza positiva del primo trimestre con un lieve aumento (+0,2%). 

Si conferma la forte correlazione tra andamento delle vendite e dimensione aziendale. Il segno è marcatamente rosso (-1,8%) per le vendite della piccola distribuzione (1-5 addetti) e per le medie imprese (6-19 addetti), -1,4%, mentre aumentano lievemente le vendite delle imprese con 20 o più addetti (+0,2%).

Nell’ultimo anno, si accentua progressivamente la pressione sulla base imprenditoriale. Alla fine del secondo trimestre erano attive 45.964 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,7% (780 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata leggermente più contenuta (-1,2%). L’andamento negativo è determinato dalla rapida riduzione delle società di persone (-2,8%, -282 unità) e da quella più ampia delle ditte individuali (-611 unità). Grazie soprattutto all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono solo le società di capitale, ma nel tempo in misura progressivamente più contenuta (+2,7%, +115 unità).