Porto Vecchio di Trieste: firmato accordo operativo per l’intervento di recupero

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Dipiazza: «firma importante per il futuro della città. Iniziamo dalla viabilità». Serracchiani: «definite le modalità di utilizzo dei 50 milioni di euro stanziati dal Mibact»

firma accordo porto vecchio trieste roberto dipiazza debora serracchiani zeno dagostino«Apriamo il Porto Vecchio»: con queste parole, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha annunciato la firma dell’accordo operativo per l’intervento di recupero del vecchio scalo di Trieste, utilizzando i 50 milioni di euro stanziati dal Mibac.

L’intesa è stata siglata tra la regione Friuli Venezia Giulia, il comune di Trieste e dall’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale. I fondi serviranno a finanziare il polo museale, il trasferimento dell’Icgeb, la ristrutturazione dell’Ursus e delle relative infrastrutturazioni. 

«C’è l’abbiamo fatta anche questa volta. E’ un bel momento, molto importante per il presente e il futuro della città. Trieste ha il vento in poppa e tutti insieme, di comune accordo, dobbiamo proseguire ed operare in questo senso» è il commento del sindaco Roberto Dipiazza alla firma dell’accordo per l’intervento di recupero sul Porto Vecchio di Trieste. «Già da subito – ha aggiunto Dipiazza – ci incontreremo con il soprintendente del regionale Azzolini per affrontare il nodo della viabilità nel Porto Vecchio, a partire dalla rotonda a 500 metri dal ponte di ferro di Barcola, che consentirà di entrare e uscire, ricordando anche il parcheggio per le società nautiche. Credo che in un anno e mezzo riusciremo a realizzare questo e ciò ci farà ben capire il valore e sentire il possesso di quest’ area. Ringrazio tutti: i due presidenti Debora Serracchiani e Zeno D’Agostino e gli uffici comunali. E’ una giornata molto, molto importante per la nostra città. Ora è fondamentale partire con la viabilità di accesso al Porto Vecchio».

Assieme alla firma dell’accordo, si è svolta la riunione del Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) del mare Adriatico orientale dalla quale è emerso che il traffico container del porto di Trieste nei primi 7 mesi dell’anno registra una impennata del 21,71% rispetto allo stesso periodo del 2016. Per Serracchiani si tratta di «un segnale positivo. Lo scalo giuliano è uno dei principali porti europei per quanto riguarda gli idrocarburi, ma sta dimostrando una crescita importante anche dei container e del traffico ferroviario. Dati che si riflettono in una crescita per l’intera regione e in un aumento dei posti di lavoro». 

«Dopo l’accordo operativo di oggi che riguarda i primi 50 milioni di euro erogati dal Ministero, intendo sottoporre a Comune e Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale la proposta di costituire una società di scopo, che coinvolga anche importanti realtà economiche del territorio, al fine di attrarre investimenti internazionali, idee e competenze per il recupero e il rilancio dell’intera area di Porto vecchio», ha annunciato Serracchiani. La presidente ha anche anticipato la «tempistica ambiziosa», considerando che nell’arco di due anni dovrebbero essere «pronte le progettazioni esecutive». 

Nel corso dell’incontro per la firma dell’Accordo operativo tra il ministero dei Beni e della attività culturali e del turismo (Mibact), è stato più volte sottolineato il lavoro di squadra che è stato compiuto dalle istituzioni. Nella suddivisione dei compiti, la Regione, in qualità di beneficiario del contributo, sostanzialmente farà da cassa, mentre il comune di Trieste e l’Autorità di sistema portuale svolgeranno il ruolo di soggetti attuatori. Serracchiani ha poi ribadito che l’unicità a livello europeo dell’Ursus verrà finalmente valorizzata, facendo diventare il pontone galleggiante un simbolo della città di Trieste, grazie ai lavori che prevedono, oltre al carenaggio e alla musealizzazione della sala macchine, anche l’installazione sulla gru di un ascensore a scopo turistico. Ha confermato l’uniformità di intenti anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, il quale ha rimarcato come tutte le istituzioni coinvolte stiano marciando nella stessa direzione. I 50 milioni di euro deliberati dal Cipe nel 2016 saranno impiegati per il Museo del mare, il trasferimento dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (Icgeb), il restauro del pontone galleggiante Ursus e l’infrastrutturazione e la viabilità dell’area.

Nel corso della riunione condotta dal presidente dell’Adsp, Zeno D’Agostino è stata anche approvata all’unanimità la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale dell’Interporto di Fernetti detenuto dell’Authority. La decisione di fatto dà il via libera all’acquisto da parte dell’Interporto di un’area di 300.000 metri quadrati nel comprensorio della fabbrica della Warstila (sulla quale sorgono anche due immobili) che in questo modo potrà essere inserita nella perimetrazione del Porto franco e destinata ad attività retroportuali e manifatturiere in regime di extraterritorialità. L’operazione è resa possibile dalla recente emanazione del decreto attuativo del Porto franco di Trieste che secondo Serracchiani «inizia a far lavorare bene il porto di Trieste». 

Rimarcando l’importanza dell’espansione dell’interporto, la presidente ha sottolineato che questa «iniziativa va nella direzione giusta, ovvero l’aumento delle aree del punto franco, dando allo stesso tempo garanzie di crescita al porto». Il comitato ha, inoltre, dato il proprio consenso al nuovo assetto della Segreteria tecnico operativa dell’Adsp, che di fatto consiste nel piano dell’organico, il quale ha indicato Serracchiani «rende l’ente portuale più efficiente, funzionale e pronto ad affrontare le sfide del mercato».