Laurea honoris causa in ingegneria industriale a Rovereto per Sergio Marchionne

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UniTN laura honoris causa Ingegneria industirale sergio marchionne consegna laurea 2
La cerimonia al Polo della Meccatronica dove ha visitato anche l’innovativo centro di manifattura prototipale ProM

UniTN laura honoris causa Ingegneria industirale sergio marchionne consegna laurea 2A Sergio Marchionne una laurea in ingegneria proprio mancava («in tutte le riunioni con gli ingegneri del gruppo mi sentivo a disagio») e l’Università di Trento ha provveduto a colmare la lacuna assegnandogli honoris causa il laticlavio in ingegneria industriale. La cerimonia di consegna è avvenuta a Rovereto nell’ambito degli spazi del centro di Meccatronica di Trentino Sviluppo, dove l’amministratore delegato di FCA ha visitato anche l’avveniristico laboratorio di prototipazione rapida ProM Facility.

Momento chiave della cerimonia, la consegna del titolo da parte del rettore Paolo Collini: «conferiamo oggi a Sergio Marchionne la laurea per i meriti che ha dimostrato in ambito industriale». Quindi una sottolineatura sul luogo scelto per il conferimento: «siamo qui al Polo Meccatronica per questa cerimonia perché qui si guarda al futuro» e al contributo che ricerca e innovazione possono dare al territorio e al sistema industriale». Innocenzo Cipolletta, presidente del consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, ha sottolineato soprattutto come «Marchionne ha saputo trasformare un’azienda in forte difficoltà in una grande azienda internazionale».

Il titolo di dottore magistrale in ingegneria meccatronica a Marchionne è frutto di una proposta avanzata dal Dipartimento di ingegneria industriale e successivamente accolta dal Senato accademico dell’Università di Trento. «La proposta – si legge nella delibera del Dipartimento diretto da Dario Petri – trova motivazione nell’eccezionale professionalità, impegno ed efficacia di Marchionne nella gestione di diverse realtà industriali ai massimi livelli internazionali. La sua carriera professionale è connotata da una chiara visione strategica, tempestività e indipendenza di decisione. Queste qualità, supportate da una profonda competenza tecnica, gli hanno permesso di affrontare e di gestire con successo trattative estremamente complesse, favorendo in tal modo il rilancio del settore automobilistico nazionale e, di conseguenza, l’innovazione e lo sviluppo nell’ambito dell’Ingegneria meccatronica».

Tante belle parole, ma anche un pochino sopra le righe, perché Marchionne è stato anche un dirigente industriale che non si è fatto scrupoli di approfittare (legittimamente, ovvio) delle varie occasioni che gli si sono prospettate davanti, anche se queste hanno cozzato con gli interessi della collettività, ad iniziare dal trasferimento della sede legale del Gruppo in Olanda e quella finanziaria a Londra per risparmiare decine di miliardi di euro di prelievo fiscale da parte dello Stato italiano sulle cui spalle, nel tempo, Fiat ha scaricato centinaia di miliardi di costi per gli esodi, chiusura di stabilimenti e cassa integrazione. Per non dire del rallentamento generalizzato dello sviluppo del prodotto, con il risultato che oggi Fiat si trova con una gamma prodotto mediamente vecchia specie nel suo bacino di elezione delle auto di gamma medio bassa, mentre la sua presenza nella gamma medio alta è oltremodo difficoltosa con vendite al rallentatore con i consumatori che preferiscono modelli di altre Case tecnologicamente più evoluti e con un’affidabilità migliore.

Il neodottore Marchionne ha poi preso la parola per la sua lectio magistralis con una bella lisciata al numeroso parterre di amministratori locali. «Se Trento è la migliore Università pubblica in Italia per le attività di ricerca – ha esordito -, se il nostro Centro Ricerche Fiat di Trento è diventato un punto di riferimento per tutta FCA a livello globale, se possiamo contare su un luogo d’eccellenza come questo Polo scientifico… lo dobbiamo anche ad un’amministrazione illuminata, che crede nell’innovazione e che investe per svilupparla. Il Polo Meccatronica di Rovereto – un progetto innovativo creato su un’area industriale dismessa – non è solo una testimonianza di come sia sempre possibile cambiare, ricreare, rinnovare. È soprattutto un esempio, quasi unico, di integrazione tra imprese, enti pubblici, fondazioni di ricerca e università. Qui davvero si realizza quell’effetto-sistema di cui si parla spesso in Italia, ma che è poi così raro da ottenere». 

UniTN laura honoris causa Ingegneria industirale sergio marchionne llectio maistralis 2Marchionne ha poi concentrato il suo intervento sui cambiamenti tecnologici più significativi che vedremo nel prossimo futuro: i veicoli elettrici e le auto che si guidano da sole. «Noi, in FCA stiamo lavorando su tutte le diverse forme di auto elettrica: dagli ibridi leggeri a 48 volt, agli ibridi tradizionali, ai “plug-in”, ai sistemi totalmente elettrici. Ma forzare l’introduzione dell’elettrico su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta. Quella dell’elettrico è un’operazione che va fatta senza imposizioni di legge e continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato. Ma non possiamo ignorare alcuni elementi importanti. Prendiamo, ad esempio, la 500 elettrica. Cinque anni fa l’abbiamo lanciata in alcuni Stati americani, come la California, dove i regolamenti impongono la presenza di un livello minimo di veicoli a “emissioni zero”. La verità – ha continuato – è che per ogni 500 elettrica che vendiamo negli Stati Uniti, perdiamo circa 20.000 dollari. Un’operazione che, fatta su larga scala, diventa un atto di masochismo economico estremo. Ma i limiti dell’elettrico non riguardano solo i costi, l’autonomia, i tempi di ricarica o la rete di rifornimento. È certamente più utile concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano, che per la sua origine e le sue qualità è oggi il più virtuoso e più pulito in termini di emissioni». Già, viva il metano dove FCA è leader di mercato in Italia e in Europa, mentre nel campo elettrico il gruppo di Torino ha sempre creduto poco, finendo con l’accumulare vistosi ritardi che ora deve rapidamente recuperare per stare allo stesso livello della concorrenza più evoluta. La stessa Magneti Marelli, punto di riferimento del Gruppo nel campo dell’elettronica, nel tempo non è stata adeguatamente valorizzata. 

Marchionne si è podi dedicato alla guida autonoma. «I benefici che possono derivare sono moltissimi: in termini di sicurezza, riduzione del traffico e potenziale azzeramento degli incidenti causati da errore umano, oltre ad un nuovo livello di indipendenza e di qualità della vita per le persone anziane e disabili». Due gli approcci citati d Marchionne: «il primo, che potremo chiamare “evoluzionista”, prevede uno sviluppo progressivo della tecnologia, attraverso cinque livelli successivi. L’altro, di tipo “rivoluzionario”, consiste invece nel saltare la progressione e lavorare da subito allo sviluppo di un sistema totalmente autonomo. Noi, in FCA, pensiamo che il giusto approccio sia a metà strada. Per questo, da una parte, stiamo lavorando sull’evoluzione delle tecnologie, per tappe successive; dall’altra, siamo impegnati in un progetto rivoluzionario sulla guida autonoma insieme a Google. Noi crediamo che la guida autonoma sarà una realtà nel giro di un decennio e che i sistemi avanzati di ausilio alla guida svolgeranno un ruolo cruciale nel preparare legislatori, consumatori e aziende per un mondo in cui il controllo dell’auto sarà passato nelle mani dell’auto stessa. L’insieme di queste due forze di innovazione – propulsione elettrica e guida autonoma – provocherà un cambio di paradigma totale, che è destinato a cambiare il volto dei trasporti come lo abbiamo sempre inteso». 

Infine un messaggio diretto a studenti e studentesse. «Voi avete la fortuna di essere a contatto con un’istituzione che ha saputo cogliere in anticipo le tendenze della società moderna. L’Università di Trento non è solo la migliore università statale per la qualità della ricerca in Italia. È soprattutto un Ateneo che ha dimostrato una mentalità aperta e ha realizzato un ambiente vivo e creativo. Ha stretto accordi con Università di tutto il mondo e con Istituti di ricerca europei e internazionali. Ha fatto da precursore anche su alcune delle grandi innovazioni che oggi si stanno facendo strada. Quando la nostra società sognava un futuro popolato di macchine volanti, alla fine del secolo scorso qui c’era qualcuno che già iniziava a lavorare sui sistemi cooperativi. Dietro allo spirito pionieristico, all’apertura internazionale, alle collaborazioni con il mondo scientifico, con le imprese e le istituzioni, c’è un’idea precisa. L’idea che, alla fine di tutto, il compito dell’Università sia quello di preparare le generazioni future, dare loro gli strumenti culturali ed umani per diventare, a loro volta, artefici di qualcosa di valore».