Liberi professionisti contro la sentenza del Consiglio di Stato che consente di lavorare per la pubblica amministrazione ad un euro

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Al via la campagna #sevalgo1euro

sevalgo1euroDopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alle gare d’appalto senza compenso per i professionisti (ritenendo ammissibile il compenso di 1 euro per i liberi professionisti che scelgono di lavorare per la pubblica amministrazione), Inarcassa e la sua Fondazione hanno lanciato un appello a governo, Parlamento e istituzioni perché questa sentenza, dal contenuto senza dubbio vergognoso, venga sanata.

Con #SEVALGO1EURO, Inarcassa invita gli architetti e gli ingegneri a perorare, nei modi e nelle sedi opportune, il rispetto da parte delle istituzioni dei principi sanciti dall’art. 36 della Costituzione: il diritto – negato dalla sentenza – ad una retribuzione proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro prestato.

«E’ una campagna a salvaguardia della dignità professionale – dichiara il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro – perché sono migliaia in Italia i liberi professionisti che operano con il comparto pubblico. Se si consente alle pubbliche amministrazioni di bandire gare con compensi pari a un euro, come potranno versare i contributi previdenziali o investire parte del proprio fatturato in aggiornamento e formazione? Non solo – prosegue Santoro – questa sentenza avvia nuove forme di corruttela, contro cui l’ANAC è impegnata da tempo. Governo e Parlamento devono stabilire con urgenza un percorso legislativo che individui soluzioni ed inquadri il tema della giusta retribuzione all’interno della certezza normativa».

All’iniziativa ha aderito la Rete delle Professioni Tecniche che vede schierati i Consigli e i Collegi nazionali di: architetti pianificatori paesaggisti e conservatori; chimici; dottori agronomi e dottori forestali; geologi; geometri e geometri laureati; ingegneri; periti agrari e periti agrari laureati; periti industriali e periti industriali laureati; tecnologi alimentari. All’appello manca ancora l’Ordine dei Giornalisti, che probabilmente non sente troppo il problema sulla sua pelle, ritenendo che ancora la totalità dei suoi aderenti sia un professionista dipendente da qualche testata. Ma così non è, visto che la stragrande maggioranza degli iscritti è ormai un collaboratore o un libero professionista con redditi spesso da fame. E’ auspicabile che anche il comparto del giornalismo vi aderisca, visto che anche in questo settore non mancano realtà pubbliche che chiedono servizi a titolo gratuito, oppure propongono cifre irrisorie tutto compreso, così che se qualche sventurato accetta finisce per rimetterci del proprio.