Referendum autonomia: la Lombardia al test del voto elettronico

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Maroni: «sarà un esperimento anche per semplificare le procedure di voto». A differenza del Veneto, non c’è il quorum e il voto è valido a prescindere dall’affluenza

referendu urna si no«Nove lombardi su dieci sanno che c’è il referendum, e sono soddisfatto. L’impegno principale era informarli». Per il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, lo sforzo comunicativo della Regione per il voto di domenica sull’autonomia ha portato a un primo risultato.

Presentando alla stampa la consultazione, Maroni ha voluto fare un ulteriore appello, perché il voto elettronico, che verrà usato per la prima volta in Italia, non crei confusione negli elettori. «Ricordo che votare è semplicissimo con il voto elettronico – ha affermato -: si va nel solito seggio, quello dove si va quando ci sono le elezioni politiche o le amministrative». Non cambia nulla, dunque, nella liturgia. Almeno finché l’elettore non entra nel seggio: per esercitare il suo diritto di voto, domenica 22 ottobre dovrà toccare con un dito lo schermo dei tablet e non usare matita e scheda di carta.

Domenica sarà anche il momento del bilancio finale sul tasso di affluenza al referendum, ovviamente. Maroni ha ribadito che il 34% che ha indicato ieri, sulla base della partecipazione al referendum del 2001 sulla riforma del Titolo V, resta una soglia ideale. «Qualunque affluenza ci sia, io andrò a Roma più forte che senza referendum. Ma – ha sottolineato il presidente della Lombardia – più gente va a votare, più aumenterà il potere negoziale nei confronti del Governo. Spero ci sia una grande affluenza». 

Dopo il voto, non ci sarà da pensare solo alla trattativa sull’autonomia, che avrà un primo passaggio già martedì in Aula, al Consiglio regionale. Ma ci sarà anche da lavorare al destino proprio dei tablet usati per il voto elettronico. La Regione, anche di fronte alle polemiche sui costi sollevate dal Pd, ha promesso che saranno messi a disposizione delle scuole.