Commissione Banche: Savino (FI) «bene la pubblicazione dei nomi dei debitori insolventi, atto doveroso»

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Dal Veneto appello allo Stato per la tutela e ristoro del risparmio tradito. Ciambetti: «richiesta a tutela dei piccoli azionisti e obbligazionisti di BpVi e di Veneto banca»

crisi banche venete proteste clientiLa commissione bicamerale d’inchiesta sullo scandalo delle banche italiane sta iniziando a marciare e, contrariamente a tutte le attese, sembrerebbe intenzionata ad alzare il velo (almeno parzialmente, dato il poco tempo a disposizione prima della chiusura della legislatura) sugli scandali gestionali che hanno consentito nel tempo la creazione del buco finanziario che ha affossato un’importante fetta del credito bancario, mandando sul lastrico migliaia di piccoli risparmiatori.

Per la deputata friulana di Forza Italia, Sandra Savino, componente della commissione d’inchiesta sul sistema bancario, «la richiesta dei nomi dei grandi debitori avanzata dal presidente Casini è un passo decisivo della direzione della necessaria chiarezza che la vicenda del sistema bancario merita. Conoscere l’identità degli insolventi non è un dettaglio o un optional ma un atto doveroso e un tassello imprescindibile nella ricerca di verità e giustizia che la Commissione d’inchiesta sulle banche si pone come obiettivo di fronte ai risparmiatori e ai cittadini». 

Secondo Savino «oltre alla lista dei nomi, cui va imputato il 40% del debito bancario, dovranno essere chiarite sia la dinamica che ha portato all’assegnazione di prestiti che la natura dei legami tra gli stessi debitori insolventi e gli erogatori del credito. Il poco tempo a disposizione di questo Parlamento – mette in guardia la parlamentare – con il conseguente rischio che la commissione non arrivi da nessuna parte, sarebbe l’ennesimo, gravissimo colpo al rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini su cui si deve reggere ogni democrazia. Mi auguro – auspica la deputata azzurra – perciò che l’azione di indagine non si riduca ad un galleggiamento verso fine legislatura e che da qui allo scioglimento delle Camere non si perda nemmeno un minuto. Il tempo a disposizione si misura, oltre che nel numero di giorni e di mesi, anche nell’intensità del lavoro e nella determinazione a raggiungere la meta». 

In tema di ristorno del risparmio tradito di piccoli azionisti ed obbligazionisti scende in campo anche il Consiglio regionale del Veneto, con una risoluzione presentata dal suo presidente, Roberto Ciambetti, e sottoscritta anche dai consiglieri Finco, Rizzotto, Forcolin, Gidoni, Boron, Sandonà e Semenzato, con cui si invita il presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, «ad esercitare ogni azione utile presso il Governo e il Parlamento per la tutela del risparmio e il ristoro degli azionisti, obbligazionisti e piccoli e medi risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa». 

Secondo Ciambetti «fino a ora non è stata posta in essere alcuna iniziativa legislativa per ristorare quanti hanno subito un danno ingiusto. D’altra parte, il decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, con cui è stata disposta la liquidazione coatta amministrativa delle due banche, non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, sicché deve ancora iniziare a decorrere il termine per la presentazione dell’istanza di ammissione al passivo da parte dei creditori delle procedure. Inoltre – continua Ciambetti – le ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Vicenza alle due banche, in particolare quella di aggiotaggio, rendono verosimile il fatto che le domande di ammissione al passivo di azionisti ed obbligazionisti subordinati saranno migliaia, sicché i tempi prevedibili per il loro esame e la formazione dello Stato passivo richiederà tempi particolarmente lunghi. Per questi motivi – conclude Ciambetti – con la risoluzione presentata chiediamo a Governo e Parlamento di erogare quanto prima, a favore di ciascun soggetto sottoposto a liquidazione coatta amministrativa, l’ammontare massimo di 2.000 milioni di Euro, per il soddisfacimento, in tutto o in parte e proporzionalmente, dei crediti risarcitori di azionisti e obbligazionisti subordinati che abbiano presentato istanza di ammissione al passivo».