Da Don Torta lettera aperta a sottosegretario Baretta

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banche venete risparmiatori traditi
Riflessione natalizia del prete di Dese sugli scandali che hanno colpito le banche venete

Egregi fratelli politici e a tutti gli uomini di buona volontà,

banche venete risparmiatori traditisono già quasi due anni che più di duecentomila famiglie attendono da parte vostra e del governo che rappresentate un ristoro dignitoso per la truffa bancaria in cui sono incappate in quanto risparmiatori di Veneto banca e Popolare di Vicenza. Ormai è stata dimostrata la responsabilità della poca e intempestiva vigilanza da parte della Banca d’Italia e della Consob e, quindi, dello Stato, preposto al controllo delle “cose giuste” per tutti.

In questa melina che ormai da due mesi sta girando su come ristorare i truffati, si sentono tante promesse, mezzi impegni, poche e frammentate offerte. Credo, da uomo e da prete che voi, padri e madri di famiglia, sentiate il dolore di tanti uomini e famiglie che hanno riposto in quei risparmi la loro vecchiaia.

Accanto a questi tante aziende che si risolleverebbero in questo comune declino e che attendono giustizia. Si sentono promesse e non si vedono impegni seri e la gente barcolla ogni giorno fra speranza e disperazione. 

Avete anche voi permesso, nostri rappresentanti, che fosse loro portata via quella poca serenità di cui, soprattutto  da anziani, si ha diritto. Voi sapete che, se si vuole, il fondo si può trovare, magari attingendo a varie fonti. E’ urgente attivarlo subito, prima della fine della legislatura. 

Sarebbe un atto nobile e politicamente “corretto” come firma a tante cose che avete cercato di realizzare. Mi pare che non sia giusto aspettare anni perchè vengano condannati penalmente i diretti responsabili.  Sia invece giusto che siano anticipati ai cittadini i loro averi e, sia poi lo Stato a farsi risarcire da chi di dovere.

Vi chiedo ancora il coraggio, a qualunque partito apparteniate, di onorare il vostro servizio politico come nostri rappresentanti, onorando questa scelta mettendo l’uomo e la vita al di sopra di tutti e di tutto. 

Solo così potrete realizzare il dettato costituzionale che difende il sudore e il sangue dei risparmiatori. Che questo Natale, in cui Cristo ancora ci parla di giustizia e ci promette pace, trovi in voi il cuore dei pastori e non quello di Pilato “che se ne lava le mani” o di Erode che ordina la “strage degli innocenti”. Mentre auguro a tutti voi e alle vostre famiglie, con sincerità fraterna, un Natale buono, in molti attendiamo con speranza scelte coraggiose e significative a breve termine e prima della fine dell’anno. 

Saluti cari

don Enrico Torta parroco di Dese (VE)