Al via il processo Popolare Vicenza con migliaia di parti civili che reclamano giustizia

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Al Tribunale di Vicenza udienza preliminare da record con possibili 120.000 soggetti coinvolti

crisi banche protesta risparmiatori 2Udienza dei record in arrivo a Vicenza: è quella che vedrà migliaia di ex risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza costituirsi come parti civili al processo contro Gianni Zonin e gli altri ex vertici dell’istituto finito in default, che inizierà martedì 12 dicembre.

In questi giorni sul sito del Tribunale di Vicenza sono comparsi gli avvisi che suddividono per iniziale del cognome coloro che intendono presentarsi all’udienza preliminare già fissata per martedì 12, giovedì 14 e venerdì 15 dicembre. L’auspicio è che molti ex azionisti si costituiscano per il tramite delle associazioni che li riuniscono, e tutti con gli stessi legali. Solo in questo modo il numero dei partecipanti alle udienze potrà essere tenuto sotto controllo. «In linea puramente teorica – spiega il procuratore Antonino Cappelleri – tutti coloro che hanno presentato querele per reati che vanno dalla truffa alla estorsione potrebbero presentarsi, ma lo stesso diritto potrebbe essere esercitato anche da ciascun azionista». I numeri ballano fra 700 persone, tante dovrebbero essere le querele, fino a 120.000, quanti erano gli azionisti all’ultimo aumento di capitale del 2015. 

Nel frattempo la Cassazione ha deciso sul conflitto di attribuzione di un troncone dell’indagine fra Milano e Vicenza. Sarà proprio la procura della città berica a poter proseguire nelle indagini relative ad una ipotesi di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob. «In questo modo – dice Cappelleri – si è riportato ordine nell’inchiesta». Era stato il giudice delle indagini preliminari Barbara Maria Trenti a spostare la competenza a Milano al momento di dover decidere sulla richiesta di sequestro da 106 milioni di euro avanzata dalla Procura di Vicenza. Ora quella parte di indagine torna a Vicenza, ma non è detto che i sequestri siano ancora possibili: in mezzo c’è stato il decreto del Governo che ha suddiviso fra “good bank” e “bad bank” e pare che non vi sia più nulla da aggredire con i sequestri, come lo stesso Cappelleri aveva spiegato davanti alla commissione d’inchiesta parlamentare. 

Le misure di sicurezza in Tribunale a Vicenza saranno rafforzate: nessuno potrà entrare in aula senza essere identificato e perquisito. Da settimane la Digos sta cercando di capire se i comitati degli azionisti intendano portare tutti i loro iscritti a palazzo di giustizia, e se saranno inscenate forme di protesta. 

L’indagine che ora arriva al dibattimento è iniziata nel giugno 2015, e deflagrata a settembre dello stesso anno con le perquisizioni eseguite dalla Guardia di finanza. Dopo due anni d’indagini preliminari, i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori hanno depositato oltre un milione di pagine chiedendo il processo a carico di 7 persone: l’ex presidente Zonin, 79 anni, l’ex dg Samuele Sorato, l’allora consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto, e i tre ex vicedirettori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta, e Paolo Marin 55 anni. Con loro anche il dirigente che stendeva materialmente il bilancio, Massimiliano Pellegrini. Alla sbarra la stessa BpVi, in liquidazione amministrativa coatta, per rispondere della responsabilità amministrativa dei propri dirigenti. Le ipotesi di reato sono di ostacolo alla vigilanza – di Banca d’Italia e Consob – aggiotaggio, e falso in prospetto. 

«Solo a gennaio l’udienza preliminare entrerà nel vivo – spiega il procuratore Cappelleri – con le prime istanze delle difese». Si prevede che il gup Roberto Venditti impiegherà i tre giorni della prossima settimana per raccogliere tutte le istanze di costituzione di parte civile, per poi andare in camera di consiglio. Potrebbe impiegare almeno un mese per vagliare tutte le richieste, perciò si tornerà in aula a gennaio 2018.