Consiglio provinciale di Trento, il bilancio dell’anno del presidente Dorigatti

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Dorigatti Bruno
«Riduzione dei costi della politica, obiettivo raggiunto». «Autonomia: la Regione baluardo fondamentale»

Dorigatti BrunoConferenza stampa di fine anno per il presidente del Consiglio provinciale di Trento, l’ex sindacalista Cgil ed esponente Dem dell’ala sinistra, Bruno Dorigatti, che ha tracciato un quadro preoccupato della realtà sociale e politica trentina nell’anno che sta per chiudersi e in quello che va ad aprirsi che sarà l’ultimo della legislatura in corso con le elezioni regionali/provinciali per la metà del prossimo ottobre.

Per Dorigatti il Trentino è «una società che, come quella nazionale, è caratterizzata da rancore e paura, indebolimento del senso di appartenenza e coesione sociale e da una politica frammentata e litigiosa. Un quadro che va posto all’interno della crisi dell’Europa nella quale però il Trentino può giocare un ruolo positivo». Per questo Bruno Dorigatti nel suo intervento ha lanciato la proposta di «un nuovo Concilio di Trento che chiami al dialogo le realtà alpine e le culture di quelle che vengono definite le periferie europee». 

Per ciò che riguarda il Consiglio provinciale, Dorigatti ha sottolineato che «l’obiettivo della riduzione dei costi della politica è stato raggiunto. Rispetto alla XIV legislatura i costi della politica della XV legislatura sono passati da 14 milioni a 11 milioni di euro anche grazie all’acquisto degli uffici dei Gruppi consiliari e l’eliminazione della cosiddetta “porta girevole” che, peraltro ha sottolineato il presidente, ha indebolito il ruolo del Consiglio. Fitto anche il lavoro parlamentare che in questa legislatura, rispetto alla precedente, ha visto una riduzione della produzione legislativa e un aumento dell’attività di controllo». 

Aspetti negativi dell’attività consiliare «è stata la frammentazione della rappresentatività politica, con il gruppo misto che nel corso dei mesi è diventata una delle principali formazioni politiche raccogliendo consiglieri in uscita dai vari gruppi in cui erano stati eletti» ha sottolineato Dorigatti, guardando anche ad un’Autonomia speciale «che mostra cedimenti nella sua struttura ideale e rischia di essere intesa non più come strumento di sviluppo della risorsa sociale e economica, ma come bancomat al quale attingere senza nulla versare. E’ questa specie di debolezza diffusa che sta provocando fenomeni erosivi della società trentina, come quelli legati all’emigrazione giovanile, alle venature di xenofobia, connesse alle paure epocali del terrorismo e al disagio sociale provocato dai flussi emigratori». 

Un contesto che, secondo Dorigatti, «richiederebbe risposte lungimiranti e innovative; risposte, però, che si scontrano con forze politiche assorbite dalle diatribe interne e che non appaiono in grado di indicare una rotta verso la quale orientare la paura del domani, contro i processi di scardinamento delle istituzioni e le diseguaglianze. Un Trentino che ha paura del futuro che fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti di fronte ad una società che invece impone cambiamenti veloci». 

In questo panorama il ruolo dell’assemblea legislativa, ha ricordato Dorigatti, è centrale soprattutto per riportare le tensioni nell’alveo del dialogo e del confronto. Assemblea, ha sottolineato, che nella XV legislatura «ha prodotto meno leggi, ma ha aumentato il ruolo di controllo dell’esecutivo». 

Sullo sfondo ci sono poi le difficoltà dell’Europa che «possono trovare una soluzione guardando all’Europa delle regioni e non certo in proposte come quello del doppio passaporto, auspicando un rafforzamento del rapporto con Bolzano e Innsbruck, non solo a livello istituzionale ma a livello economico, sociale e culturale». 

Dorigatti ha toccato anche il tema della revisione dello Statuto, «una necessità non imposta dalla politica, ma dalle contingenze della storia e delle trasformazioni anche di natura costituzionale degli Stati. Per questo il lavoro della Consulta e della Convezione non è stato sprecato, anzi. Mantenere il livello regionale che le formazioni tedescofone vorrebbero fortemente ridimensionare o abolire è fondamentale per garantire l’Autonomia e il suo futuro». 

Infine, alzando il livello della riflessione politica, Dorigatti ha annunciato che a marzo ci sarà un incontro con l’Ufficio di presidenza del Parlamento bavarese, nel quadro di una serie di contatti che rientrano nella prospettiva di rilancio dell’economia trentina. Il presidente ha inoltre lanciato la proposta di dar vita in Trentino a quello che ha definito un “nuovo Concilio”: «un Concilio dei territori alpini, ma anche delle religioni e delle culture e delle periferie di un’Europa che vuole guardare a tutte le realtà del continente e dare visibilità al Trentino anche fuori dai confini nazionali».