Discarica di Imola: il Tar Emilia Romagna boccia l’ampliamento

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Accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste: «la Regione avrebbe dovuto tener conto parere negativo Mibact»

discarica 3 montiIl Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto in via definitiva il ricorso di Wwf, Panda Imola e Legambiente Medicina contro l’ampliamento della discarica “Tre Monti” in via Pediano a Imola, condannando la Regione Emilia-Romagna «alla rifusione, in favore dei ricorrenti, delle spese processuali» (6.000 euro).

Il ricorso chiedeva l’annullamento della delibera regionale 2262/2016 (“VIA del progetto per l’ampliamento della discarica Tre Monti: recupero volumetrico in sopraelevazione del III lotto nel comune di Imola (BO) – Proponenti CON.AMI ed Herambiente”) ed era stato presentato anche contro Arpae Emilia Romagna, Provincia di Ravenna, Città metropolitana di Bologna, comune di Riolo Terme, comune di Imola, Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). 

Il Tar di Bologna, nella sentenza pubblicata appena pubblicata, osserva che l’Amministrazione regionale «avrebbe dovuto tener conto del parere negativo espresso dal ministero dei Beni culturali il 16 settembre 2016 e successivamente confermato, non fosse altro perché lo stesso riguardava anche la porzione del progetto di sopraelevazione – già oggetto di parere negativo – e non soltanto la realizzazione del quarto lotto. Né vale obiettare che con la modifica del progetto quel parere, quanto alla prospettazione delle parti resistenti, non sarebbe stato più necessario». 

La Regione aveva sostenuto che «il precedente parere negativo del Ministero riguarderebbe soltanto la parte progettuale inerente alla realizzazione del IV lotto poi espunta e che per la parte inerente alla sopraelevazione esso non aveva efficacia vincolante». Anche secondo il Con.Ami il parere del Ministero avrebbe dovuto risultare “superato”, perché con il «ridimensionamento del progetto la parte relativa alla sopraelevazione non sarebbe interessata dai vincoli previsti». 

Il parere espresso nel 2016 dal Ministero afferma invece che l’ampliamento della discarica «interessa un’area coperta da bosco»” e che «sono incompatibili» le opere progettate in estensione (di «sagomatura e regimazione delle acque, di installazione delle recinzioni e di impianto della viabilità interna e di cantiere»), arrecando «un irreversibile impatto paesaggistico negativo»; sussisterebbe inoltre una «grave alterazione del paesaggio derivante dalla sopraelevazione della discarica attuale, con un innalzamento della collina artificiale che arriverebbe a nascondere il profilo delle colline retrostanti», determinando una alterazione «chiaramente visibile dalla viabilità panoramica circostante».