Popolare Vicenza, il processo si “sdoppia”: il filone di Sorato va a settembre

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BPVI assemblea 2013 ZONIN SORATO
Posizione ex ad stralciata per motivi di salute. Banca Intesa risponde alla decisione del giudice di ritenerla corresponsabile: «decisione sconcertante»

BPVI assemblea 2013 ZONIN SORATOIl procedimento penale a carico degli ex vertici di Popolare di Vicenza si sdoppia: quello che vede fra gli imputati l’ex presidente Gianni Zonin prosegue davanti al Gup, con prossima udienza sabato 3 febbraio, mentre quello contro l’ex direttore generale, Samuele Sorato, la cui posizione è stata stralciata per motivi di salute, riprenderà il 20 settembre, sempre davanti al Gup.

Nel caso in cui non ci possa essere una futura riunificazione dei due procedimenti, chi vorrà costituirsi parte civile contro Sorato dovrà quindi presentare una nuova richiesta, con il rischio di ripetere la lunga procedura, tuttora in corso, seguita per il filone principale, dove le richieste di parte civile sono circa 5.000: centinaia di avvocati, udienze ad hoc, rallentamenti nel calendario per permettere alle difese di leggere migliaia di carte. 

Per il filone principale – a carico, oltre che di Zonin, dell’allora consigliere di amministrazione ed ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, degli ex vicedirettori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, e del dirigente Massimiliano Pellegrini – la decisione del Gup sulle parti civili potrebbe arrivare sabato prossimo. Nel caso in cui vengano ammesse, alcune parti civili hanno già annunciato che chiederanno di poter citare come responsabile civile banca Intesa Sanpaolo (una analoga richiesta è stata accolta dai giudici romani nel processo “gemello” agli ex vertici di Veneto Banca). 

Per la popolare di Vicenza, gli imputati sono accusati di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. I magistrati ritengono che la crisi dell’istituto sia dovuta alla gestione disinvolta degli ex vertici, con finanziamenti facili ad amici e operazioni baciate: crediti in cambio dell’acquisto di azioni della banca. La banca è stata posta in liquidazione coatta e “smembrata” in una “bad bank”, affidata a commissari, e in una “good bank”, acquistata per un euro da Intesa Sanpaolo. 

In merito alla sentenza del giudice di Roma che ha ammesso il coinvolgimento giudiziale della banca Intesa Sanpaolo nei risarcimenti agli “sbancati”, la banca in una nota afferma di apprendere «con sconcerto la notizia del possibile coinvolgimento giudiziale come preteso responsabile civile per “reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex managers e sindaci” di Veneto Banca in liquidazione coatta. Intesa Sanpaolo ha acquisito soltanto determinati attivi, passivi e rapporti giuridici di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza dando risposta urgente e concreta alla necessità di evitare effetti dirompenti per l’economia del Paese e i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati soprattutto nelle aree del NordEst del Paese, e salvaguardando così gli affidamenti, depositi e il posto di lavoro di migliaia di persone. Il coinvolgimento di Intesa Sanpaolo in vicende del passato che riguardano altri soggetti è contrario alla legge, ma ancor prima a ogni logica. Intesa Sanpaolo non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale».