Tre passaggi per meditare laicamente sull’autostrada della Valdastico

0
1127
valdastico cartello fine autostrada piovene
All’economia del Trentino e della Vallagarina la Valdastico è utile e può risolvere anche il nodo del completamento della Mori-Arco

Di Paolo Farinati

valdastico cartello fine autostrada pioveneDesidero ritornare a riflettere sulla realizzazione del completamento dell’autostrada della Valdastico verso il Trentino, dopo tre avvenimenti che ritengo assai interessanti e importanti, al fine di ragionare laicamente, ovvero senza posizioni ideologiche e preconcette, e pacatamente sul tema.

In ordine cronologico:

  • lo scorso 26 ottobre l’Arsenale di Venezia ha ospitato gli “Stati Generali della logistica del NordEst” alla presenza del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e dei presidenti delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Emilia Romagna. Relatori vari qualificati studiosi italiani ed europei dei traffici marittimi e terrestri, che hanno puntato l’attenzione sulle prospettive future, ma non lontane, del traffico delle merci e delle persone nei porti posti a nord dell’Adriatico. Ovvero i porti di Trieste e di Venezia in primis, ma pure altri minori ma non meno importanti. «L’Italia è un grande porto naturale», ha affermato il ministro Delrio. L’Adriatico è porta da sempre verso l’Est Europa e verso un’Asia in costante crescita. Vi è bisogno di fare sistema, come il porto di Rotterdam insegna. E qui la logistica chiama in giusta causa le reti terrestri, quali il corridoio Baltico – Adriatico e quello Berlino – Palermo con la galleria del Brennero. Cui si aggiungono la ferrovia ad alta velocità Parigi – Torino – Trieste – Lubiana – Belgrado, e le perpendicolari autostrade da Ovest a Est (Torino – Trieste) e da Nord a Sud (Brennero – Modena). Qui non è mancato il cenno all’opportunità della realizzazione della Pedemontana e del completamento della Valdastico fino al Trentino, per motivo di miglior scorrimento e di maggior sicurezza;
  • venerdì 27 ottobre a Trento si è tenuto un importante momento di riflessione dal titolo “I flussi della nuova economia incontrano il Trentino”, ben organizzato dalla Provincia di Trento e da Trentino Sviluppo. Presenti Dario Di Vico, editorialista del Corriere della Sera, Federica Guidi, già ministro dello Sviluppo economico, Riccardo Salomone, docente presso l’Università di Trento e presidente dell’Agenzia del Lavoro del Trentino, e Alessandro Olivi, assessore allo Sviluppo economico e al lavoro della provincia di Trento. Il sottotitolo dell’incontro era altrettanto interessante: “Il territorio come fattore di attrattività”. Ovvero cosa possono fare e offrire un territorio e una comunità, anche piccoli, per rendersi attrattivi rispetto alle grandi dinamiche economico – produttive ormai in gran parte mondiali e, quindi, conseguentemente garantirsi un nuovo sviluppo, una crescita sostenibile e un equo benessere? Le risposte e le considerazioni sono state varie e tutte molto interessanti, andando dal piccolo è bello ma poco efficiente, fino alla capacità di aprirsi e fare sinergie, pur mantenendo prerogative ambientali e sociali invidiabili;
  • il terzo fatto è l’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore di martedì 31 ottobre, in cui Carlos Del Rio (quasi omonimo del ministro italiano Delrio), presidente di A4 Holding, società facente capo al gruppo spagnolo Abertis e che detiene la concessione dell’autostrada A4 Serenissima (la BS–PD) e della A31 Valdastico, in occasione del 65° compleanno proprio della Serenissima, ha annunciato l’apertura nel 2018 dei cantieri del primo tratto autostradale da Piovene Rocchette verso Nord, per un investimento complessivo di 1 miliardo e trecento milioni. L’obiettivo finale, chiaramente dichiarato, è collegare il Veneto al Trentino Alto Adige e, conseguentemente, all’Europa in maniera più celere e sicura e chiaramente complementare all’Autobrennero.

Quanto qui posto in premessa, mi porta a fare un ulteriore riflessione in favore del completamento della Valdastico, essendo anche convinto di una mezza verità, ovvero che vi sia già in merito un accordo tra Stato, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento. Un accordo che alcuni esponenti politici trentini temono non poco. Ma non credo che il ministro Delrio sia persona che voglia prendere una decisione contro una comunità e contro l’ambiente. E’ uomo e politico assennato e di buon senso. Quindi, il “No” a prescindere e assai ideologico di parte della politica trentina è poco capibile e condivisibile. Un territorio per attrarre nuove e moderne aziende deve saper e poter offrire valide scuole, università e centri di ricerca, professionalità, ottima qualità della vita, logistica idonea, viabilità veloce, sicura e interconnessa, infrastrutture e servizi adeguati.

Il Trentino ha in tal senso dotazioni e situazioni invidiabili. Da roveretano applaudo alla Nuova Manifattura e al Centro della Meccatronica, anche se i risultati saranno a medio termine. Come non posso sottolineare gli sforzi in innovazione fatti da molte nostre aziende. Accanto alla storica realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità e Alta Capacità del Brennero, certamente sulla viabilità il nostro territorio ha ancora qualche decisione strategica da prendere. Pensiamo solo al collegamento tra la Vallagarina e l’Alto Garda, alla Valsugana, per finire, ma non ultimo, alla Valdastico. La tecnologia e gli studi geologici danno ampie garanzie di tutela ambientale laddove si va a costruire dei percorsi in galleria. Scrivo questo perché il tratto della Valdastico che dovrebbe arrivare in Trentino sarà in gran parte in galleria. Ogni volta che faccio la galleria di Martignano plaudo all’opera e a come è stata fatta. Pensiamo solo un minuto se non fosse oggi stata fatta! Come pensiamo un momento a quanti ambienti politici dell’epoca erano contrari all’Autobrennero (!). Come sarebbe oggi la nostra regione senza questa arteria vitale. Per me la Valdastico va completata proprio per mettere sul tavolo un ulteriore tassello di attrattività del nostro territorio. Le aziende esistenti e quelle potenzialmente da insediare beneficerebbero di un importante vantaggio competitivo da e verso un’area economicamente dinamica come poche quale il NordEst italiano, e non solo. 

Un’ultima considerazione la faccio per la mia Rovereto e la mia Vallagarina, territorio e comunità trentina che più hanno sofferto e stanno soffrendo questa lunga crisi economica, avendo gran parte delle proprie famiglie dipendenti dal settore produttivo, sia industriale che artigianale. Sono ad oggi qualche migliaio le buste paga perse nel manifatturiero lagarino negli ultimi dieci anni. Ecco che allora vorrei che si riflettesse e si decidesse per un’uscita della Valdastico proprio in Vallagarina. Lascio a geologi e ingegneri studiare e indicare il dove. Sarebbe un investimento che non peserebbe sulle casse provinciali, vista la disponibilità della società spagnola Abertis, ma che darebbe una prospettiva di collegamento Est – Ovest e Nord – Sud per Rovereto molto importanti. Per le sue aziende, ma pure per il suo turismo, i suoi musei, i suoi festival, le sue scuole, le sue montagne e molto altro. E già che ci siamo, si potrebbe legare l’autorizzazione allo sbocco in Vallagarina della Valdastico alla realizzazione del completamento – atteso da decenni – della Mori-Arco, cosa che farebbe risparmiare alle casse della Provincia oltre 130 milioni di euro, avendo in cambio un’infrastruttura molto efficiente come quella realizzata da Autobrennero nel tratto tra Rovereto Sud e Mori.

La premessa, però, è ragionare, confrontarsi e decidere pacatamente e rispettosamente, per l’appunto laicamente, non certo ideologicamente e come spesso succede, “a prescindere” o per partito preso. Se ce la faremo avremo fatto un bel servizio al Trentino e, soprattutto, ai nostri giovani, ai quali non manca visione e gioiosa capacità di aprirsi al futuro, ad altri territori e ad altre comunità.tavola rotonda valdastico progetto sbocchi trentino