A Trento inaugurato l’anno giudiziario tributario

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Trento. Pasquale Mazza, presidente dei Commercialisti di Trento e Rovereto intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario a Trento, fa il punto sul ruolo dei commercialisti nel rapporto con la giustizia tributaria, sui temi della digitalizzazione, delle novità legislative e della fiscalità.

La digitalizzazione degli atti
I commercialisti tridentini si sono accostati con senso di responsabilità alle norme che, in attuazione del Regolamento che disciplina l’uso di strumenti informatici e telematici nel processo tributario hanno introdotto il processo telematico, con l’auspicio che ciò comporti vantaggi per tutti i suoi attori, in termini di semplificazione, trasparenza degli adempimenti processuali e durata del contenzioso.

L’indipendenza e specializzazione del Giudice Tributario
L’anno scorso alle stessa inaugurazione i commercialisti si sono domandati se il giudizio sulla salute della giustizia tributaria trentina non debba passare tramite la risposta alle domande di terzietà, autonomia, indipendenza e specializzazione del Giudice Tributario. Ebbene, ad un anno esatto, la questione rimane sul tavolo identica ed irrisolta; tale rimarrà, sino a quando il legislatore non mostrerà attenzione all’idea di un Giudice Tributario a tempo pieno, adeguatamente retribuito ed altamente specializzato, indipendente dal Ministero che retribuisce e controlla una (la principale) delle parti in causa, l’Agenzia delle Entrate. Il risultato è che il cittadino si ritrova a dover lamentare un costo eccessivo per adire alla Giustizia e a dover impugnare gli stessi atti emessi dalle Segreterie delle Commissioni Tributarie, che ospitano i Giudici delle Commissioni, dipendenti amministrativamente ed economicamente dallo stesso Ministero delle Finanze.
Le vere questioni della Giustizia Tributaria non vanno ricercate forzatamente nella velocità con cui si arriva alla sentenza, nella carenza di organico o nel macigno di ricorsi che sta continuando ad intasare principalmente le aule della Cassazione Tributaria, ma soprattutto nel prodotto finale del lavoro dei Giudici, ossia nella qualità delle sentenze.

Le novità legislative dello scorso anno
Il 2017 è stato caratterizzato dalla richiamata entrata in vigore del processo telematico e dalla cd. “rottamazione dei ruoli” che prevedeva la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione negli anni dal 2000 al 2016. A questo provvedimento si sono aggiunti, oltre ai provvedimenti di estensione della norma all’anno 2017 ed i provvedimenti di proroga dei pagamenti rateali, la definizione delle liti pendenti. Ovviamente su tali temi, come per tutte le situazioni di incertezza interpretativa, la nostra categoria è pronta al confronto e disponibile a partecipare a tavoli di studio, per il contributo che si può e si vuole dare al buon funzionamento della Giustizia Tributaria.
Una novità che i commercialisti accolgono con favore è l’innalzamento della soglia, da euro 20 mila a euro 50 mila, delle controversie interessate dall’istituto del reclamo e mediazione.
Rimane irrisolto il problema, per restare in tema di indipendenza, del ruolo di mediatore affidato all’Ufficio Legale della stessa Agenzia delle Entrate. Si ritiene che il successo di questo strumento (che, così come congegnato, altro non è che un “reclamo amministrativo obbligatorio”) non possa prescindere dall’affidamento del ruolo di mediatore ad un soggetto terzo ed indipendente dalle parti.

Il lavoro delle Commissioni Tributarie
In merito al lavoro svolto dai Giudici delle Corti Tributarie di Trento, elogiandone impegno e professionalità, i commercialisti rilevano da tempo una elevata efficienza sul piano quantitativo. Nel complesso, le due Corti registrano giudizi pendenti all’inizio dell’anno 2017 pari a 1.056, incrementatisi con ulteriori 494 ricorsi ed appelli nel corso dell’anno, per concludere il numero complessivo dei giudizi pendenti a fine anno pari a 1.113.

Temi di natura fiscale
Vi sono poi alcuni temi, oggetto di accertamenti di natura fiscale, che andrebbero meglio contestualizzati alle realtà economico imprenditoriali:
“Durante la vigenza dei provvedimenti di sequestro e confisca e, comunque, fino alla assegnazione o destinazione dei beni a cui si riferiscono, è sospeso il versamento di imposte, tasse e tributi dovuti con riferimento agli immobili oggetto di sequestro”: in merito a questo argomentoi commercialisti sottolineabo come i contrastanti orientamenti in merito alla sospensione dei tributi contrastino con la chiarezza letterale della norma.
Il “principio di inerenza” a cui spesso l’Agenzia delle Entrate si richiama per disconoscere la deducibilità dei costi: l’errata applicazione di tale principio genera danni economici notevoli alle imprese e concorre a generare un clima di assoluta incertezza.
“L’emendabilità della dichiarazione e del riconoscimento del credito derivante da dichiarazione omessa”: secondo i commercialisti dovrebbe valere sempre il principio della sostanza sulla forma.