Flipper elettorale/1: il ricalcolo dei voti nel proporzionale delle Politiche riassegna i seggi nel NordEst

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De Carlo (FdI) e Stefania Segnana (Lega) rientrano in Parlamento. Michaela Biancofiore spostata dall’Alto Adige all’Emilia Romagna.

Ancora un colpo di scena connesso con le elezioni politiche del 4 marzo scorso: dopo i continui via e vai di possibili eletti a seguito di riconteggi e ricalcoli da parte delle Corti d’Appello e della Cassazione, il quadro del nuovo Parlamento dovrebbe essere definitivo che evidenziano la necessità di porre mano alla nuova legge elettorale pasticcio.

I magistrati hanno dato il via libera alla composizione dei seggi di Camera e Senato che si insedieranno venerdì prossimo, 23 marzo fissando definitivamente la pattuglia dei parlamentari del NordEst. Il caso da cui tutto è partito è stato il seggio conteso in Calabria tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, nello specifico tra Maria Tripodi (FI) e Fausto Orsomarso (FdI). I giudici hanno stabilito che il seggio è della forzista Tripodi a scapito di Orsomarso. Il seggio perso da Orsomarso provoca un effetto a catena: a Fdi verrà riassegnato un seggio in Veneto e lo scranno andrà a Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore (Belluno), a scapito della Lega, che però recupererà un seggio in Trentino Alto Adige, assegnato alla leghista Stefania Segnana, precedentemente detronizzata. Quest’ultima a sua volta scalza sempre in Trentino Michaela Biancofiore (FI), che però – grazie alle pluricandidature – rientra in Emilia Romagna, dove dovrà cederle il passo Francesca Gambarini (FI).

Il sindaco di Calalzo (Belluno) Luca De Carlo, candidato nelle file di Fratelli d’Italia, alla fine entra in Parlamento: con la proclamazione ufficiale da parte della Corte d’Appello a seguito del ricalcolo si è conclusa una vicenda che per giorni lo ha tenuto sul filo, in un gioco di incastri che ha coinvolto oltre al Veneto, la Calabria, il Trentino e l’Emilia Romagna. Dato per eletto il 6 marzo, si era trovato improvvisamente fuori dall’elenco dei deputati venerdì scorso quando alla Corte di Cassazione sono arrivati i verbali della Corte d’Appello di Catanzaro. «In cinque giorni sono passato dalla gioia all’ansia – racconta – e poi ancora all’ansia. Lo sbaglio è umano, rimediare in tempo è segno di efficienza. Mi auguro che non capitino più cose del genere».

In quei documenti c’erano 4.000 voti in più per Fratelli d’Italia e circa gli stessi in meno per Forza Italia, rispetto ai dati inviati dai seggi del collegio Calabria Sud e già acquisiti, anche se ufficiosamente, per comporre il quadro degli eletti in tutta Italia. E’ lo stesso De Carlo, 45 anni, che il prossimo anno avrebbe concluso il suo mandato di sindaco, a raccontare cosa è accaduto. L’effetto combinato di quei 4.000 voti che avevano cambiato casa e del sistema di attribuzione dei seggi ha fatto modificare gli scenari a Calabria, Trentino, Emilia Romagna e Veneto, dove FdI perdeva l’eletto nel collegio Veneto 1 a vantaggio di un posto in più per la Lega. A farne le spese era appunto De Carlo. In Calabria, FdI conquistava un deputato insperato ai danni di Forza Italia, che ha deciso di andare fino in fondo annunciando un ricorso e un esposto alla procura. E’ stata la stessa Corte d’Appello calabrese a riconoscere di aver commesso un errore nel verbale inviato alla Cassazione. Quei 4.000 voti in più per FdI non ci sono e quindi tutto torna come prima di venerdì.

La Cassazione ha dunque riaperto le procedure nelle quattro Regioni coinvolte, le operazioni di accredito dei deputati alla Camera sono state sospese e ieri la Corte d’Appello di Venezia ha scritto un nuovo verbale, che prevede un seggio di Fratelli d’Italia nel collegio di Veneto 1. Se De Carlo oggi è felice, non può dire altrettanto Giuseppe Paolin della Lega, che invece deve disfare la valigia per Roma. «Oggi lo chiamerò – annuncia De Carlo – perchéso bene come ora si sente».

Simile la vicenda della leghista trentina Stefania Segnana: «ora c’è la certezza, domani mattina prendo il treno per Roma con gli altri colleghi della Lega eletti in Trentino. Non ho il telegramma, che gli altri hanno ritirato ieri al Commissariato del governo (ente che nelle Province autonome ha la funzione della Prefettura), ma oggi pomeriggio mi informo. Credo comunque che basti la dichiarazione di elezione che la Corte d’appello di Trento ha consegnato ieri qui al partito dopo il riconteggio».

Segnana adesso è concentrata sulla logistica della partenza: «avendolo saputo ieri sera non ho potuto trovare subito una babysitter, quindi per i miei bambini, di 8 mesi e mezzo e di 6 anni, stavolta verranno con me i miei genitori. Altre mamme parlamentari mi hanno dato le informazioni su monolocali già attrezzati, su babysitter e sulla nursery interna della Camera, mi organizzerò presto».

Ultimo tassello della catena è costituito dalla deputata azzurra altoatesina Michaela Biancofiore che viene spostata dal proporzionale del Trentino Alto Adige a quello emiliano scalzando così Francesca Gambarini che si sentiva sicura della nomina in quanto domenica scorsa l’Ufficio elettorale Centrale Nazionale della Corte di Cassazione, a 13 giorni dal voto, aveva finalmente emesso il suo verdetto inserendo l’esponente parmense di Forza Italia fra gli eletti a un seggio alla Camera dei Deputati. Oggi la doccia fredda. L’attuale consigliera comunale di Fidenza è stata esclusa dopo il riconteggio dei voti sul proporzionale a Trento. La Corte d’Appello della città trentina ha assegnato il seggio a Stefania Segnana della Lega che in precedenza era stato occupato dalla Biancofiore che così aveva lasciato libero il seggio ottenuto nel collegio parmense per Francesca Gambarini.