Stati Uniti: Volkswagen affitta immensi parcheggi per immagazzinare le auto coinvolte nel “Dieselgate” in attesa di riqualificarle

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La Casa tedesca sta riacquistando i veicoli non a norma: già ritirate 350.000 dei 500.000 veicoli coinvolti.

A vederli dall’alto fanno impressione, sia per il luccichio che emanano sia, soprattutto, per la loro estensione in formato maga, come un po’ tutto negli Stati Uniti. Sono le aree di stoccaggio che Volkswagen ha affittato per depositare i veicoli con le emissioni non a norma coinvolte nello scandalo “Dieselgate”.

Fino ad oggi, il Gruppo tedesco ha riacquistato 350.000 dei circa 500.000 veicoli coinvolti nello scandalo che deve ritirare dal mercato Usa entro il 2019. SI tratte di veicoli che hanno le centraline di gestione del motore con una programmazione fatta apposta per dribblare i controlli sulle emissioni inquinanti, capaci di rispettare i requisiti di omologazione durante il ciclo di controllo, ma non nell’impiego comune su strada nella guida di ogni giorno. E a due anni e mezzo dallo scandalo che coinvolse il gruppo automobilistico, la situazione è tutto tranne che finita, visto che in Australia si prepara la prima class action, mentre negli Usa la casa tedesca è impegnata ad attuare le azioni di ripristino e risarcimento dopo le condanne arrivate lo scorso anno che hanno comportato l’esborso di 4 miliardi di euro per le multe, cui s’aggiungono i circa 21 miliardi di euro spesi per risarcire i consumatori americani, decisamente meglio tutelati di quelli europei.

I 350.000 veicoli già ritirati dal mercato Usa attendono la riqualificazione in 37 parcheggi giganteschi sparsi nel Paese, alcuni dei quali in mezzo al deserto, come quello di Victorville in California. Dopo il ripristino, almeno per i veicoli più nuovi, questi saranno reimmessi nel mercato, probabilmente in quelli di altri Paesi con norme ambientali meno stringenti di quello americano.