Quartetto “Signum”: quattro sassofoni in parata sul palco della Società Filarmonica di Trento

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Per l’ultimo concerto della sezione di primavera della Stagione un viaggio tra arrangiamenti classici e moderni. 

Quattro sassofonisti stellari, quattro ragazzi dall’aspetto irriverente che esibiscono la stessa sicurezza dei quattro Beatles: questi sono i quattro musicisti del Signum Saxophone Quartet (Blaž Kemperle, soprano; Erik Nestler, alto; Alan Lužar, tenore; Guerino Bellarosa, baritono) che si esibiranno sul palco della Società Filarmonica di Trento giovedì 12 aprile (ore 20.30) che si sono incontrati a Colonia nel 2006 e osservando i percorsi dei grandi quartetti d’archi giovanili hanno impostato il loro viaggio di studio.

Dopo aver vinto i premi internazionali di Lugano e Berlino, il Signum intraprende la propria carriera concertistica, arrivando prestissimo (2013) alla Carnegie Hall di New York e meritandosi il Premio Rising Stars 2014/2015 dall’organizzazione concertistica europea (Echo), con il quale conquistano i più famosi palcoscenici internazionali, dal Centro Barbican di Londra al Konzerthaus di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles.

Un percorso di successi lineare, arricchito da esperienze originali grazie all’incontro di nuovi compositori e alla sperimentazione di sonorità inedite nate dalla collaborazione con orchestre, virtuosi della fisarmonica o del bandoneon, di ballerini, pianisti, violoncellisti o compositori estrosi come Philip Glass. Il tutto sempre sorretto da un suono meravigliosamente morbido e ammaliante.

Fin dal suo debutto all’Exposition di Bruxelles nel 1841, il nuovo strumento del costruttore belga Adolphe Sax affascinò il mondo musicale europeo. Hector Berlioz definì il sassofono “la più bella voce grave ad oggi conosciuta in musica” e ne elogiò fin da subito la particolarità del suo timbro: “il suo principale merito è nella variabile bellezza del suo accento, a volte grave e calmo, a volte passionale, sognatore o malinconico, o vago come l’eco dell’eco, come il pianto indistinto della brezza dei boschi”. Qualche anno dopo anche Rossini affermò a questo proposito: “non ho mai ascoltato niente di così bello […] è il più ricco e perfetto degli strumenti a fiato”. Nonostante alcune incursioni nel repertorio operistico e sinfonico, il sassofono trovò senza dubbio la sua massima espressione nella musica bandistica, nell’ambito jazzistico e in quello della musica leggera.

Con un programma eterogeneo che unisce il repertorio classico a reminiscenze latine e jazz, il Signum Saxophone Quartet rimette in luce le ampie potenzialità dello strumento e propone un viaggio alla scoperta di un nuovo paesaggio sonoro. Si inizia con le trascrizioni del celebre Concerto italiano (1735) di Bach e del Quartetto op. 33 n. 1 (1781) di Haydn, momento centrale per la cristallizzazione formale del quartetto d’archi. Le Sei bagatelle (1953) di Ligeti sono un adattamento per ensemble di fiati della sua opera pianistica Musica Ricercata, in cui il compositore esplora le possibilità timbriche partendo da una quantità limitata di materiale musicale. Il folclore sudamericano, il virtuosismo e le tecniche delle avanguardie europee si incontrano invece in Four, for tango (1989) di Piazzolla e nelle travolgenti Danze argentine (1937) per pianoforte di Alberto Ginastera. Accanto a Memory del compositore brasiliano Marcelo Zarvos, compositore attivo in particolare nella musica da film, spicca in coda il celebre Spain (1971) di Chick Corea, diventato ben presto uno standard della letteratura jazzistica.

 

Programma

 

J. Haydn

(1732-1809)

Quartetto in si min. op. 33 n. 1

Allegro – Scherzo – Andante – Finale: Presto

 

J. S. Bach

(1685-1750)

Concerto italiano BWV 971

(arr. Katsuki Tochio)

Allegro – Andante – Presto

 

A. Piazzolla

(1921-1992)

Four, for tango

 

G. Ligeti

(1923-2006)

Sei Bagatelle (arr. di G. Bourgogne)

Allegro con spirito – Rubato. Lamentoso – Allegro grazioso – Presto ruvido – Adagio. Mesto – Molto vivace. Capriccioso

 

A. Ginastera

(1916-1983)

Danze argentine

Danza del viejo boyero – Danza de la moza donosa – Danza del gaucho matrero

 

M. Zarvos

(*1969)

“Memory” da Nepomuk’s Dances

(arr. di D. Brand)

 

C. Corea

(*1941)

Spain

(arr. di A. Cimiotti)