Inpgi: diffuso il bilancio 2017 della gestione separata che riguarda i collaboratori e i giornalisti autonomi

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Fatturato di aziende e Partite Iva

Conti chiusi in ampio utile di 48,378 milioni che porta il patrimonio netto a 602,282 milioni di euro con 19.829 giornalisti iscritti. Redditi medi bassi 14.366 euro/anno contro i circa 60.000 dei giornalisti dipendenti. 

I dati del bilancio della Gestione Separata di Inpgi (conosciuto come Inpgi2 rispetto alla gestione principale Inpgi che riguarda i giornalisti dipendenti) confermano come anche quest’anno il lavoro autonomo e parasubordinato rappresenti la forma prevalente di prestazione professionale nell’ambito giornalistico, a fronte della costante perdita di posti di lavoro dipendente.

Va valutato però che il sistema previdenziale delineato dalla legge 335/95, che ha dato vita con il successivo D. Lgs. 103/96 alla Gestione Separata, mentre da un lato assicura sul lungo periodo la stabilità finanziaria della Cassa, dall’altro consegna al futuro pensionati con assegni del tutto insufficienti a far fronte alle esigenze della vecchiaia, con pensioni annue medie nell’ordine di qualche migliaio di euro.

E’ questo un tema, come più volte evidenziato nelle relazioni ai bilanci degli anni passati e nelle interlocuzioni istituzionali, che il Legislatore non può più rimandare. Dopo 22 anni di vita il risultato della gestione patrimoniale, operata dagli amministratori che si sono succeduti nel tempo, ha permesso di accumulare risorse in grado di far fronte abbondantemente agli obblighi di legge riguardo la sostenibilità sul lungo periodo. Ma anche di poter disegnare forme di welfare per gli iscritti alla Gestione Separata in grado di sostenere le difficoltà il cui si trovano spesso a causa delle incertezze del mercato del lavoro giornalistico autonomo, e di prevedere strumenti per l’incremento delle future prestazioni pensionistiche. Probabilmente anche dietro anche un incremento della quota contributiva odierna, ferma al 12,5%, oggettivamente troppo bassa per offrire in cambio prestazioni decenti agli iscritti.

In quest’ottica va letta la proposta di riforma, frutto di un confronto lungo ed approfondito, varata da questo Comitato Amministratore e sottoposta all’esame dei ministeri vigilanti. Un complesso di interventi che, se approvati, riscriverebbero alcune parti del Regolamento cambiando volto alla Gestione Separata per renderla più rispondente alle esigenze di una professione che ha radicalmente cambiato pelle e che rende anche necessarie nuove tutele per la fetta sempre più consistente di lavoratori non garantiti da un contratto di lavoro subordinato.

Tornando ai numeri della Gestione Separata, questi si presentano positivi anche per il 2017. La gestione non mostra alcun segnale di sofferenza. L’andamento del numero degli iscritti, del rapporto tra iscritti e prestazioni e dell’avanzo di gestione testimoniano la solidità del sistema nel lungo periodo.

L’avanzo economico di gestione per l’esercizio 2017 è risultato pari a 48,378 milioni di euro, in aumento dell’1,80% rispetto a quello registrato nell’anno precedente.

La composizione degli iscritti è così rappresentata: per i liberi professionisti, alla data di chiusura di bilancio risultano iscritti, con obbligo di comunicazione reddituale, 19.829 giornalisti (anno precedente 19.702 iscritti). Il reddito medio pro-capite risulta pari ad euro 14.366 (anno precedente euro 13.918), mentre la massa retributiva imponibile ai fini del contributo soggettivo, è risultata pari a 165,755 milioni (anno precedente 161,131 milioni).

Per quanto riguarda invece le collaborazioni coordinate e continuative, nel corso dell’anno in esame i rapporti di collaborazione registrati hanno riguardato 7.530 giornalisti, (anno precedente n. 8.005). Il reddito medio pro-capite annuo è risultato pari ad euro 8.510 (anno precedente euro 8.618), mentre la massa retributiva imponibile è risultata pari a 64,080 milioni (anno precedente 67,333 milioni).

La gestione previdenziale ha registrato un avanzo pari a 43,864 milioni, in aumento (+3,94%) rispetto all’anno precedente, per effetto della crescita della contribuzione da lavoro libero professionale e dei ricongiungimenti dei periodi assicurativi, oltre che dalla riduzione dei costi di natura previdenziale per 1,289 milioni.

In particolare i ricavi della gestione previdenziale e assistenziale sono stati pari a 49,920 milioni in aumento dello 0,75% rispetto al 2016, e sono stati influenzati dalla crescita della contribuzione da lavoro libero professionale e dei ricongiungimenti dei periodi assicurativi, parzialmente contenuta dalla contrazione della contribuzione da collaborazione coordinata e continuativa. I ricavi per sanzioni ed interessi ammontano complessivamente a 1,591 milioni.

I costi della gestione previdenziale risultano complessivamente pari a 6,056 milioni, in diminuzione del 17,55% rispetto all’esercizio precedente. I costi di struttura, nel 2017, sono stati pari a 4,797 milioni, con un incremento del 3,74% rispetto all’esercizio precedente. In quest’ambito esistono ancora ampi margini di riduzione delle spese fisse di gestione, perché 10,8 milioni di euro di spesa rappresentano il 20% circa dell’intero gettito previdenziale raccolto dai contributi degli iscritti.

La spesa per pensioni IVS è risultata pari a 2,084 milioni, in aumento per 0,377 milioni (+22,06%), rispetto all’anno precedente. L’incremento percentuale risulta del tutto relativo rispetto all’esiguità delle prestazioni pagate in virtù della costituzione della gestione risalente al 1996.

L’avanzo della gestione patrimoniale, pari a 7,541 milioni, risulta in diminuzione per 2,938 milioni (-28,04% rispetto al precedente esercizio), sia per effetto dei maggiori oneri rilevati per differenze cambi passive sul portafoglio titoli investito in valuta estera che per effetto dei maggiori oneri tributari.

Dopo la destinazione dell’avanzo di gestione pari a 48,378 milioni, il patrimonio netto ammonterà a 602,282 milioni di euro, sufficienti a soddisfare ampiamente le annualità di riserva previste dalla legge.