Corridoio del Brennero congestionato: servono subito decisioni per il suo potenziamento

Trasportatori in allarme per il rafforzamento dei controlli anticlandestini sui treni “Ro-La” che causano rallentamenti e blocchi al traffico. Bort (Cciaa Trento): «servono da subito decisioni sul potenziamento di A22 e del raccordo dell’A31». 

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corridoio brennero

Per il neo governo giallo verde, il tema delle infrastrutture sarà dirimente, anche perché lo stato delle principali reti sono al limite della loro capacità di trasporto e, spesso, anche strutturale. E particolare attenzione va posta non solo alle grandi infrastrutture ferroviarie, ma anche alla rete stradale, visto che questa sopporta oltre l’80% del traffico merci interno ed internazionale avente destinazione o origine in Italia.

Per un paese che della trasformazione manifatturiera ha fatto la propria missione in carenza di materie prime naturali, è fondamentale potere contare su una rete infrastrutturale e logistica efficiente che va dai porti alle ferrovie e alle strade ed autostrade, dove gli investimenti vanno eseguiti con la logica dell’efficienza e dell’efficacia più che in quella di prolungare nel tempo rendite di posizione dei concessionari.

Particolare allarme desta nelle ultime settimane il corridoio del Brennero attraverso cui transita gran parte delle merci tra il Nord e il Sud Europa. L’annuncio del governo austriaco di rafforzare i controlli sui treni merci destinati al servizio “Ro-La” (quello con i carri ferroviari che trasportano Tir completi o i semirmorichi) negli utli temi è stato preso di mira dai vari clandestini che cercano di passare il confine. La polizia austriaca ha deciso di rafforzare i controlli in entrata al Brennero e lo stesso sembra intenzionata di fare anche quella tedesca al confine tra Austria e Germania. Allarmato l’amministratore delegato di Rail Traction Company (RTC, società controllata da Autobrennero), Harald Schmittner: «su 250 chilometri di tratta non possiamo fermare i treni tre volte per vedere se c’è qualche clandestino nascosto sotto i pianali. Ci sono casi in cui i nostri convogli sono stati controllati tre volte: in Italia Austria e Germania. Inoltre, se i controlli vengono fatti a Steinach si blocca tutta la linea. Anche i treni che viaggiano dietro accumulano ritardi, bisogna sostituire i macchinisti e i costi aumentano. Tutto questo rende la ferrovia meno conveniente».

Il problema dei flussi dei clandestini non avviene solo dall’Italia verso Nord, ma anche viceversa, come conferma il questore di Bolzano, Giuseppe Racca. E questo comporta ulteriori rallentamenti nell’effettuazione del servizio di “Ro.La”.

Ad essere al centro dell’attenzione non c’è solo la ferrovia, ma anche l’Autostrada del Brennero, ormai palesemente insufficiente a smaltire la mole di traffico che l’attraversa. Traffico che è intenso anche nei giorni di divieto di circolazione dei camion, visto che è l’unica via d’ingresso e di uscita verso Austria, Germania e Benelux. L’A22 è un’autostrada concepita all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso con due sole corsie di marcia per ogni direzione. La miopia politica della classe di governo del centro sinistra con la stampella ora del Patt ora della Svp ha impedito che si ponesse mano ad un serio programma di potenziamento per portarla a tre corsie di marcia, preferendo investire (caso unico nel panorama europeo) nel potenziamento della limitrofa ferrovia.

I risultati di queste scelte che i prossimi governanti centrali e locali dovranno necessariamente aggiornare è che la ferrovia è lungi dall’essere una risposta concreta ai bisogni di mobilità di merci e di persone (se tutto va per verso giusto, il quadruplicamento della linea ferroviaria del Brennero sarà una realtà solo verso il 2030), mentre si sta attuando solo ora il piano di potenziamento dell’A22 a tre corsie reali da Verona Sud vino a Campogalliano, mentre tra Verona Sud a Bolzano si farà ricorso alla cosiddetta “terza corsia dinamica”, utilizzando nei momenti di congestione la corsia di emergenza, esponendo così chi viaggia a problemi di sicurezza impedendo l’accesso dei veicoli di soccorso in caso di incidente, a meno che non s’intervenga dall’aria. Nulla è invece previsto tra Bolzano sud e il Brennero, tracciato quasi interamente realizzato in artificiale, sia in viadotto che in galleria.

Mentre la politica cincischia, gli esponenti del mondo economico scendono in campo: Giovanni Bort, presidente di Confcommercio Trentino ed esponente di primo piano della categoria a livello nazionale oltre che presidente della locale Camera di commercio, è netto: «servono terza corsia per l’A22 e il completamento della Valdastico Nord con uscita a Rovereto Sud, piuttosto che in Valsugana. E la Valdastico andrebbe prolungata fino al Garda sollevando del costo la provincia di Trento. Le strade – ribadisce Bort – sono da sempre un traino per lo sviluppo economico e portano benessere. Non possiamo permetterci un’A22 perennemente congestionata».

Chi insiste sullo sviluppo della ferrovia sulla direttrice del Brennero è la Svp per bocca dell’eurodeputato Herbert Dorfmann: «la scelta di spostare il traffico merci dalla strada alla ferrovia è già stata fatta a livello europeo. Quanto al congestionamento dell’autostrada del Brennero, si tratta di applicare un sistema tariffario adeguato che scoraggi il traffico parassitario, oltre che legarlo al livello inquinante dei mezzi. Serve intervenire a valle e a monte del corridoio del Brenenro, potenziando i servizi intermodali al Quadrante Europa di Verona o di Isola della Scala e in Germania».