Federcoop Trentino: Marina Mattarei eletta presidente

Succede all’interregno di Mauro Fezzi. Prima presidente donna della Federazione ed esponente della base più autentica, spesso critica nei confronti dei vertici cooperativi. 

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Giornata storica per il movimento cooperativo trentino. Per la prima volta nei 123 anni di storia della Federazione Trentina della Cooperazione è stata eletta una presidente donna: Marina Mattarei ha vinto al ballottaggio superando di 10 voti l’altro candidato Michele Odorizzi. Ma storica anche per il “metodo”, cioè il raffronto tra quattro candidati presentati dalla base e non individuati dal consiglio di amministrazione con logiche di cooptazione in voga fino a pochi anni fa, che dopo un confronto senza contrapposizioni hanno favorito una scelta democratica e libera da parte dei soci.

Commossa e quasi stupita dal risultato, Marina Mattarei ha preso la parola ringraziando i soci, i suoi genitori e le sue figlie: «cambiamento non significa buttare a mare quanto di buono è stato fatto, ma cercherò di ridare onore all’istituzione, riportando reputazione e credibilità a tutto il movimento. Accetto questo incarico con grande responsabilità, garantendo fin d’ora l’interconnessione con le realtà cooperative anche periferiche, l’approfondimento delle relazioni e dei problemi sul territorio».

Nel suo discorso introduttivo, Mattarei aveva sottolineato come l’evoluzione organizzativa delle Casse Rurali fosse centrale e prioritaria per tutti i settori, non solo quello del credito: «dobbiamo cercare la convenienza nella Federazione unitaria e la Federazione si deve attrezzare per imparare nuovamente a connettersi con il territorio».

Il primo ad abbracciare Marina Mattarei dopo la vittoria è stato lo sfidante al ballottaggio Michele Odorizzi, che nel suo intervento di candidatura aveva sottolineato come la Federazione abbia bisogno di una leadership partecipata, in grado di mettersi al servizio delle persone e non del potere: «non c’è nulla di più moderno della cooperazione – ha detto Odorizzi –: ci hanno rubato qualche parola, come sharing, ma la nostra è condivisione dal basso. Il nostro è un sistema unitario un’esperienza unica a livello nazionale. Abbiamo recuperato il dialogo con la politica per un lavoro comune. Ora dobbiamo far emergere il lavoro quotidiano nei territori, per arrivare fino al dialogo con il premier Conte, con la riforma del credito cooperativo, e ritrovare un progetto politico che restituisca senso al nostro agire».

Ermanno Villotti, cooperatore di lungo corso (lustri addietro è stato il collaboratore più fidato dell’ex presidente Pierluigi Angeli, democristiano di lungo corso più volte assessore e presidente della provincia di Trento) aveva puntato sulla necessità di ristabilire la concretezza dei rapporti senza moralismi, ricordando che le cooperative sono prima di tutto imprese e che quando una cooperativa fallisce fa molto rumore: «la riforma del credito non può separare le Casse Rurali dalla Federazione, ma deve farle restare unite e dentro il sistema. Il futuro consiglio di amministrazione avrà il compito di farsi capire dalla politica, a tutti i livelli locali e nazionali».

Incentrato sui forti cambiamenti che il Trentino sta affrontando anche l’intervento di Piergiorgio Sester, che aveva invitato i cooperatori a cogliere la sfida dell’innovazione e della tecnologia e a rovesciare la piramide organizzativa partendo dalle cooperative che non sempre si sentono dentro il sistema.

Al presidente uscente Mauro Fezzi che non ha voluto candidarsi ad un nuovo mandato fedele al suo incarico di traghettatore e di calmieratore delle fibrillazioni interne, l’applauso dell’assemblea come tangibile ringraziamento dela sua azione che ha detto di «essere entrato in Federazione nel pieno di una tempesta e di averla lasciata alle spalle, procedendo con una navigazione più serena». A lui il merito, riconosciuto dai soci cooperatori, di aver anche avviato la riorganizzazione della Federazione, gestendo la delicata fase del passaggio del personale del settore credito a Cassa Centrale Banca, e di aver dato concretezza all’opportunità dei Sieg, chiudendo un passaggio avviato tanti anni fa.

Fezzi ha puntato l’attenzione sulle recenti intenzioni di revisione della riforma del credito cooperativo manifestate dal nuovo Governo, dicendo che «il processo pare ormai irreversibile, ma tuttavia esistono spazi di miglioramento, in particolare per quanto riguarda il perimetro di autonomia decisionale delle Casse Rurali e Bcc nei confronti della Capogruppo».

Infine un monito in favore dei giovani: «vedo un grande pericolo all’orizzonte – ha concluso Fezzi –: le cooperative non vanno gestite come propri orticelli da difendere e presidiare, o per condurre il proprio potere personale attraverso riti assembleari poco trasparenti: serve il ricambio. E per metterlo in atto serve che ai giovani non venga sbarrata la strada, dando loro la concreta possibilità di esprimersi, innovare, inventare».