Rapporto BankItalia: per produttività e occupazione Bolzano batte Trento

L’economia dell’Alto Adige corre decisamente più veloce di quella trentina. 

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L’Alto Adige corre e prosegue la crescita. Il Trentino esce lentamente dalla stagnazione degli ultimi anni e riprende a trottare. Il rapporto annuale della Banca d’Italia fa emergere ancora la doppia velocità di sviluppo e di crescita di due territori simili, ma amministrati negli ultmi anni in modo sostanzialmente differente.

La presentazione del rapporto è avvenuta a Bolzano e a Trento alla presenza dei direttori della filiale di Bolzano, Maurizio Cannistraro e della succursale di Trento, Pier Luigi Ruggiero, e poi ricercatori, autorità, esponenti del mondo delle imprese, delle banche e dell’università per ascoltare il contenuto della ricerca che fotografa lo stato dell’economia regionale nel 2017.

I temi sollevati partono in Alto Adige da due aspetti: «gli alti prezzi delle case – quasi il doppio delle media italiana – e la fuga di cervelli, ovvero laureati che trovano condizioni di lavoro, vita e salario migliori in altre realtà», sottolinea Cannistraro. Nel 2017 il prodotto interno lordo della provincia di Bolzano ha registrato un incremento (+1,5%) analogo a quello medio nazionale, consolidando l’elevata crescita dell’ultimo decennio (nel periodo 2007-2017 il valore aggiunto altoatesino è aumentato del 12,8% a fronte di un calo del 4,8% complessivo dell’Italia); l’espansione ha interessato tutti i comparti, sostenuti dalla domanda estera e dalla ripresa di quella nazionale.

In Trentino il prodotto interno lordo è tornato a crescere nel 2017 (a ritmi simili a quelli medi nazionali, più bassi di quello dell’Alto Adige), dopo sei anni di sostanziale stagnazione; l’aumento è stato guidato dai servizi e dall’industria a fronte di una stabilizzazione dell’attività nelle costruzioni. Quanto all’attività manifatturiera, in provincia di Bolzano nel 2017 si è ulteriormente rafforzata. Secondo la Camera di commercio di Bolzano, il saldo tra la quota delle imprese che hanno riportato un aumento del proprio fatturato e quella della aziende in calo è cresciuto di sette punti (a 47 punti percentuali); nelle previsioni degli imprenditori, l’aumento del fatturato è stimato al rialzo anchenel 2018. L’attività industriale ha beneficiato dell’aumento della domanda sia interna sia estera. Le esportazioni hanno accelerato (8,0% secondo l’Istat), crescendo a ritmi superiori rispetto alla domanda espressa dai Paesi di destinazione. È proseguito il consolidamento della ripresa del comparto edile, in atto dal 2015 con le ore lavorate nelle imprese delle costruzioni in aumento del 10,2%. Cresciuti anche gli investimenti fissi lordi sono (+5,6%); l’incremento ha interessato sia le aziende più piccole sia quelle di dimensione più elevata (in base all’indagine condotta dalla Banca d’Italia).

In provincia di Trento nel 2017 si è registrata una ripresa dell’attività economica: il fatturato dell’industria manifatturiera è aumentato, trainato dal marcato incremento delle esportazioni. Segnali positivi sono giunti anche dal comparto dei servizi specie quelli legati alle presenze turistiche e ai consumi delle famiglie. L’attività nelle costruzioni si è stabilizzata dopo un decennio di forte contrazione; nel mercato immobiliare si è confermata la leggera ripresa iniziata nell’anno precedente. Le aziende trentine hanno registrato un miglioramento della redditività e una ripresa dell’attività d’investimento.

La produttività del lavoro rappresenta la principale determinante della crescita del prodotto in un’economia avanzata. Tra il 2012 e il 2017 questa è crescita del 4,8% in Alto Adige, il doppio rispetto a quella trentina (2,3%) e più che tripla di quella italiana (1,3%). L’espansione è stata trainata dai servizi (che rappresentano il 70% circa del prodotto provinciale) e dall’industria, anche grazie ai forti incrementi di efficienza tecnica registrati dalle aziende manifatturiere. La crescita della produttività ha riguardato tutte le classi dimensionali risultando più forte tra le aziende con meno di 20 addetti che risultavano già nettamente più produttive rispetto al resto del Paese.

In Trentino l’aumento della produttività del lavoro è stato frenato dalla dinamica negativa delle grandi aziende dei servizi; si è registrato invece un sensibile incremento nel comparto industriale, anche grazie a una maggior efficienza nell’utilizzo dei fattori produttivi tra le società di capitali manifatturiere.

In provincia di Bolzano nel 2017 le condizioni del mercato del lavoro si sono rafforzate. Il numero di occupati è aumentato a ritmi analoghi alla media nazionale (1,2%), trainato soprattutto dai servizi legati al turismo. Il tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni si è attestato al 72,9% (58% in Italia), registrando il valore più elevato dal 1993 (primo anno di disponibilità dei dati). Le famiglie altoatesine presentano livelli di reddito e di consumo più elevati e hanno accumulato una maggiore ricchezza reale e finanziaria. Queste caratteristiche si riflettono anche in un maggiore accesso al mercato del credito: nel 2017 i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie sono cresciuti del 5,5%. In Trentino le condizioni occupazionali sono migliorate: il numero di occupati è aumentato del 2,3% e il tasso di occupazione di 1,5 punti percentuali al 67,6%.

Nel 2017 i prestiti al settore privato non finanziario in Alto Adige sono aumentati (2,9%), riflettendo principalmente l’incremento della domanda da parte del settore produttivo. La dinamica è stata trainata dalle Casse Raiffeisen (inclusa la Cassa centrale Raiffeisen) la cui quota di mercato è cresciuta, portandosi al 44%. La qualità del credito ha registrato un ulteriore lieve miglioramento, sia per le famiglie sia per le imprese: a dicembre 2017 risultavano in calo il tasso di deterioramento (all’1,6%) e l’incidenza delle partite anomale sul totale dei prestiti (al 7,7%). Nel 2017 sono cresciuti i depositi bancari detenuti dalle famiglie e, soprattutto, dalle imprese la cui disponibilità di liquidità è su livelli storicamente elevati; tra le forme tecniche, si è intensificato il processo di riallocazione della liquidità verso i conti correnti e il risparmio gestito.