Acciaio: nel primo trimestre 2018 aumenta il deficit commerciale italiano

Secondo l’Ufficio Studi siderweb sulla base di dati Istat, tra gennaio e marzo l’import è cresciuto più dell’export, portando il saldo a -3,03 milioni di tonnellate. 

0
592
acciaio

Le importazioni continuano a essere protagoniste del mercato dell’acciaio. È quanto emerge dall’ultima analisi dei dati Istat relativi al primo trimestre 2018 elaborati dall’Ufficio Studi siderweb.

Rispetto al periodo gennaio-marzo 2017, quest’anno l’incremento degli acquisti esteri di materie prime siderurgiche, semilavorati, piani, lunghi e tubi è stato più che doppio rispetto a quello delle esportazioni, con un conseguente aumento del deficit commerciale nazionale. Se l’anno scorso la differenza tra export e import era pari a -2,32 milioni di tonnellate, quest’anno il deficit è salito a -3,03 milioni di tonnellate.

Nei primi tre mesi dell’anno l’Italia ha importato materie prime, semilavorati e prodotti finiti in acciaio per un totale di 7,792 milioni di tonnellate, con un incremento del 13,6% rispetto al primo trimestre 2017. L’import prosegue con una crescita a doppia cifra grazie soprattutto all’aumento di arrivi di prodotti lunghi, saliti da 709.000 a 964.000 tonnellate (+36,0%) e di materie prime, passate da 1,920 a 2,404 milioni di tonnellate (+25,2%). Crescono in maniera più contenuta, invece, i semilavorati (+9,8% a 1,184 milioni di tonnellate), i tubi (+6,0% a 213mila tonnellate) e i prodotti piani (+2,6% a 3,027 milioni di tonnellate).

Cresciuto, ma non abbastanza, anche l’export: in aumento di 217.000 tonnellate annuali, è arrivato a quota 4,758 milioni di tonnellate facendo segnare un +4,8%. Tre delle cinque categorie di prodotti analizzati mostrano un miglioramento rispetto al medesimo periodo del 2017: i tubi hanno le migliori performance (+12,1% a 922.000 tonnellate), seguiti dai prodotti lunghi (+10,9% a 1,588 milioni di tonnellate) e dai semilavorati (+9,5% a 295.000 tonnellate). Controcorrente, invece, le materie prime (-0,3% a 155.000 tonnellate) e i prodotti piani (-3,4% a 1,797 milioni di tonnellate).

L’effetto della riduzione dell’attività del polo siderurgico di Taranto inizia a farsi sentire e man mano che la produzione manifatturiera italiana andrà a crescere aumenterà anche lo squilibrio della bilancia commerciale dell’acciaio.