Censimento etnico dei Rom: inutile scandalizzarsi per la proposta Salvini

Biancofiore: «in Alto Adige quello tra Italiani, Tedeschi e Ladini esiste dal 1972 tra l’acquiescenza del Pd». 

0
971
censimento etnico dei rom

In queste ore, ha fatto discutere la proposta lanciata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di effettuare un censimento etnico dei Rom esistente in Italia. Un atto doveroso per radiografare nel dettaglio la presenza di queste persone sparse sul territorio nazionale, al fine di programmare meglio di quanto fatto negli ultimi decenni dai governi a trazione Dem gli interventi a loro favore, ad iniziare dai minorenni e dall’assolvimento dell’obbligo scolastico, spesso largamente evaso.

Una proposta che ha destato gli strali di tanti ben pensanti della sinistra, che hanno parlato di inquisizione, di schedatura, di attacco democratico, et similia. Poco o nulla hanno mai detto i Dem riguardo alle modalità del censimento etnico da decenni in vigore in provincia di Bolzano, dove si analizzano le consistenze dei gruppi di popolazione italiana, tedesca e ladina in occasione di ogni censimento nazionale al fine di ripartire l’accesso ai posti di lavoro pubblici e ai servizi sociali. Una schedatura dichiaratamente etnico-linguistica che fino ad anni recenti la SVP (il partito di lingua tedesca di maggioranza quasi assoluta in provincia di Bolzano) ha spesso utilizzato come una clava contro il gruppo italiano con il connivente silenzio dei Dem locali e nazionali.

Sul tema interviene la deputata bolzanina e coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, secondo cui «in Alto Adige vengono sistematicamente violati diritti civili fondamentali come il diritto di voto e la Costituzione che condanna le leggi razziali, come ricordato ieri dai benpensanti sorpresi dalle parole del ministro Salvini, per fortuna ritrattate. Aberrante è pertanto  – incalza la deputata azzurra– lo spudorato “j’accuse” a Salvini e di contro il silenzio assordante e l’ipocrisia del Pd e dei partiti della sinistra ma anche delle comunità varie del Parlamento italiano e dell’Europa, che tacciono sul censimento etnico razziale previsto in Alto Adige fin dallo Statuto del 1972, alla base del meccanismo discriminatorio e divisivo della proporzionale linguisitica che doveva cessare dopo 30 anni dalla emanazione dello Statuto stesso e che viceversa vige immutata nella sua missione di ridurre e annichilire il gruppo italiano immigrato dopo la vittoria dell’Italia sull’Austria e l’annessione del 1918».

Con la proporzionale etnica altoatesina, oltre a ripartire ferreamente i posti tra i tre gruppi etnici sulla base della loro consistenza numerica nell’accesso al pubblico impiego e nell’accesso ai servizi pubblici primari, è stato reso molto difficile il passaggio da un gruppo all’altro, tanto che con il tempo si è creata una sempre più vasta realtà mistilingue italo tedesca che non viene fotografata dall’attuale sistema, che la SVP con l’acquiescenza dei Dem si guarda bene dal cancellare.

Secondo Biancofiore «in Alto Adige senza la dichiarazione di appartenenza etnica che comporta l’obbligo di aggregazione ad uno dei tre gruppi ufficialmente riconosciuti, vietando conseguentemente l’esistenza della realtà dei mistilingue formati da famiglie dove i genitori appartengono uno al gruppo italiano e l’altro a quello tedesco, non si esiste. Altro che immigrati o Rom vari». Di più: «senza la dichiarazione di appartenenza etnica «non si ha diritto a nulla, dall’assegnazione di una casa popolare ad un posto pubblico, nemmeno a candidarsi alle elezioni amministrative» sottolinea Biancofiore riconoscendo a Salvini «il merito di aver contribuito a squarciare la dimenticanza del clamoroso caso Alto Adige. Ora, mi auguro che il Parlamento italiano in toto sposi insieme alle riforme necessarie, il mio disegno di riforma costituzionale dello statuto d’Autonomia speciale del Trentino Alto Adige che prevede appunto la cancellazione ignobili anacronistici meccanismi etnico-razziali quali la proporzionale, il divieto di voto per chi non ha 4 anni di residenza o il diniego all’immersione linguistica, cioè alle scuole bilingui. Se ciò non avverrà ci si consegni alla vergogna della complicità del razzismo e del doppiopesismo».

Tutto il resto è solo fuffa montata ad arte da chi non ha argomenti migliori per il bene dell’Italia.