Nuovo ospedale di Trento: le procedure d’appalto riprendono da dove si erano incagliate giudiziariamente

Il Consiglio di Stato ha rimesso in pista il piano di finanza di progetto, successivamente abbandonato per la rigidità e i costi eccessivi. Bloccata anche la seconda gara di progettazione con il malcontento dei partecipanti. Borga: «una situazione frutto della leggerezza di governo della maggioranza di centro sinistra». 

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Per il nuovo ospedale di Trento non c’è pace e il processo di appalto dal valore di oltre 300 milioni di euro dopo l’incaglio giudiziario torna alla casella di partenza, o quasi, come in un colossale gioco dell’oca, ancora una volta testimonianza della scarsa capacità della maggioranza di centro sinistra autonomista nel gestire correttamente la cosa pubblica.

Dopo ben sette anni dalla prima gara d’appalto finita falcidiata dai ricorsi e controricorsi da parte delle varie ditte partecipanti ha avuto dal Consiglio di Stato un punto fermo: bisogna ripartire dal progetto basato sulla finanza di progetto, nonostante questo sistema sia oggi particolarmente rigido ed economicamente poco competitivo.

Per evitare di incappare in nuovi clamorosi errori (quello originario l’aver messo nella commissione giudicatrice della gara due dirigenti pubblici che avevano stabilito il bando di gara, nonostante ci fosse una giurisprudenza consolidata contraria in merito), ora la giunta provinciale procede con i piedi di piombo, specie sul terreno minato della finanza di progetto che in ambiti come quello sanitario ha dimostrato di non essere particolarmente conveniente per le casse pubbliche. A questo proposito, sono state coinvolte le principali istituzioni pubbliche esperte nel settore, al fine di limitare al massimo l’incremento di costi rispetto ad un finanziamento tradizionale mediante mutuo pluriennale e la rigidità gestionale del contratto con il soggetto chiamato a realizzare la struttura ospedaliera. L’obiettivo è di ricondurre il ricorso alla finanza di progetto al minimo indispensabile, come tra l’altro ha riconosciuto la sentenza del Consiglio di Stato.

Il nuovo bando dovrebbe essere pronto entro la fine di luglio e si rivolgerà alle quattro ditte che avevano partecipato alla gara annullata del 2011. Ciò lascerà delusi quella decina di studi professionali internazionali che si erano spesi per partecipare alla nuova gara di progettazione che la Provincia aveva indetto nel 2016 dopo l’annullamento della gara al Tar, poi revocato dalla stessa Provincia dopo l’emanazione della sentenza del Consiglio di Stato, con il risultato che in capo ai progettisti rimarranno a carico spese per circa 1,8 milioni di euro senza la possibilità di alcun indennizzo, con ciò scatenando la protesta dell’Oice, l’associazione delle organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, che non esclude che qualcuno dei partecipanti imbracci nuovamente le carte bollate, con probabili nuove ripercussioni sul futuro dell’appalto.

Sulla vicenda interviene il capogruppo della Civica Trentina, Rodolfo Borga, che critica pesantemente l’operato delle due ultime giunte provinciali, con il filo conduttore costituito da Ugo Rossi, prima assessore alla sanità e poi presidente della Giunta. «Coi soldi pubblici ci si dovrebbe comportare con più raziocinio. Indigna che il più importante appalto pubblico da lustri sia stato gestito con tanta leggerezza – dice Borga. Ne pagheremo le spese tutti, soprattutto i cittadini, in termini economici e con l’enorme ritardo nella realizzazione dell’opera: non basterà nemmeno la prossima legislatura per vedere terminato e operativo il nuovo ospedale».

Per Borga «la strada l’ha tracciata il giudice, ora la Provincia potrà solo regolarsi di conseguenza. Tutto questo è stato causato da un clamoroso errore originario di cui stiamo pagando le conseguenze e su cui la Giunta ha delle responsabilità gravissime, per le quali oltretutto non ha mai risposto» dice riferendosi alle modalità di nomina della commissione giudicatrice della prima gara. «È intollerabile – afferma Borga – aver avuto su una questione così importante come il bando di gara del nuovo ospedale trentino tanta sicumera e leggerezza, avviando delle nomine in commissione che potevano andare incontro a una giurisprudenza non favorevole, peraltro pubblicamente riconosciuta».

Ora, se tutto va per il verso giusto il nuovo ospedale di Trento vedrà la luce non prima del 2025, con un progetto nato nella prima decade del nuovo secolo, con i medici che già affermano come il nuovo ospedale nascerà vecchio dal punto di vista concettuale e tecnologico. L’ennesima brutta figura di una classe di governo di centro sinistra autonomista che il prossimo 21 ottobre attende con terrore il giudizio delle urne.