Nuova viabilità Loppio-Arco: la Provincia decide senza guardare al futuro

L’assessore uscente ai lavori pubblici (che non ricandida) conferma il pateracchio della galleria principale a tre corsie di marcia affiancata dal tunnel per le emergenze. Civettini: «una soluzione di cortissimo respiro, che aggraverà invece di risolvere la viabilità da e per l’alto Garda». 

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Nuova viabilità Loppio-Arco

La provincia di Trento respinge al mittente i dubbi avanzati dal consigliere provinciale della Civica Trentina, Claudio Civettini, in merito alla nuova viabilità Loppio-Arco per l’alto Garda trentino che da poche settimane ha aperto il cantiere.

Civettini ha contestato all’assessorato provinciale ai lavori pubblici di avere escogitato «una soluzione che non risolve i problemi della viabilità tra l’alto Garda e la valle dell’Adige. Invece di progettare una soluzione di lungo respiro, che avrebbe consentito la soluzione del pluridecennale  problema dei collegamenti veloci e sicuri tra le due zone del Trentino attualmente divisi da una ventina di chilometri di strade che ormai si percorrono solo a passo d’uomo – quando va bene – favorendo la mobilità turistica e quella commerciale tra le due zone, senza escludere la sicurezza dei trasporti d’emergenza quando l’elicottero è impossibilitato a volare, si è preferito una soluzione ideologica, che risolve parzialmente solo una parte del problema, lasciando invariato il nodo dell’attraversamento di Loppio».

Quella che più è rimasta indigesta a Civettini – e come a lui alle migliaia di pendolari che fanno ogni giorno avanti e indietro – è la soluzione ideata per la nuova viabilità Loppio-Arco, la galleria da 2,8 chilometri: «costruire una galleria così lunga con un sedime a tre corsie di marcia, due per il tratto che va da Riva verso Rovereto e una, in discesa del 5%, da Rovereto verso Riva, è una palese assurdità, tanto più che per ragioni d’emergenza ne sarà realizzata un’altra a fianco di ben 5 metri di diametro con cui fare affluire i soccorsi in caso d’emergenza nella galleria principale». Secondo Civettini «i due tunnel, quello principale a tre corsie da 13 metri di larghezza più quello d’emergenza da 5 metri avrebbero potuto essere tradotti in un più serio e comprensibile progetto di galleria a doppio fornice unidirezionale, ciascuno a con due corsie di marcia più quella d’emergenza. Le dimensioni totali – e il costo – non sarebbero cambiate. Sarebbero migliorate – e tanto – la scorrevolezza del traffico e la sicurezza intrinseca».

Di qui la reazione dell’esponente civico che «oltre a dichiararmi totalmente insoddisfatto della risposta pervenuta dall’assessorato provinciale», Civettini auspica che «la ditta che ha vinto l’appalto dell’opera nei due mesi che ci separano dall’elezione provinciale lavori a rilento, limitandosi alle opere minimali di allestimento del cantiere, in quanto un progetto siffatto dovrà essere radicalmente rivisto dalla prossima maggioranza, meglio se di centro destra. Non è possibile spendere montagne di denaro per una soluzione pasticciata, che soddisfa solo l’ideologia pseudoambientalista di pochi – assessore ai lavori pubblici uscente in testa -, ma che lascia in eredità alla collettività un pesante fardello».