Il comparto metalmeccanico di Confindustria Venetocentro galoppa

+6.1% l’export e +3,1% la produzione nel II trimestre 2018. Ora attesa una legge di bilancio volta allo sviluppo e non all’assistenzialismo. 

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manifattura italiana

Prosegue la fase espansiva dell’industria metalmeccanica, asse portante del manifatturiero di Padova e Treviso fotografata da Confindustria Venetocentro. Anche se il confronto con il 2017 segnala un rallentamento della crescita, confermato nelle previsioni.

Nel secondo trimestre 2018 la produzione aumenta su base annua, e in modo omogeneo, del 3,1% (Treviso +3,2%, Padova +3,0%). Nella media del primo semestre la variazione è del 1,9%, ancora positiva ma meno tonica rispetto alla seconda parte del 2017 (+5,8%). Si conferma tra aprile e giugno il traino delle vendite all’estero, con un aumento tendenziale del 5,3% per l’export della filiera meccanica (macchinari e attrezzature, metallurgia e prodotti in metallo), spinto dall’exploit nei mercati extra-Ue(+10,3%). Positive anche le vendite in Europa (+2,4%).

Prosegue e si consolida il recupero della domanda interna (+6,1%), che rende più bicilindrico il motore delle imprese e testimonia evidentemente il funzionamento della cinghia di trasmissione di super e iperammortamento per gli investimenti in macchine e tecnologie 4.0. Ancora promettente la dinamica su base annua degli ordinativi all’industria metalmeccanica (+5,6% nel trimestre), che si attesta al 4,7% fra gennaio e giugno, in frenata rispetto al secondo semestre 2017 (9,9%). Prosegue il recupero dell’occupazione, pari al 2,4% (+1,8% nel semestre), ma l’incertezza nell’applicazione delle nuove e più stringenti regole sui rapporti di lavoro, temporanei e stabili, proietta ombre sui prossimi mesi.

Lo scenario previsivo per l’economia italiana di crescita bassa e in rallentamento, politica economica incerta, tassi di interesse in aumento, peggiora il clima di fiducia delle imprese e la propensione ad investire. Il 35,8% prevede un aumento della produzione nei prossimi sei mesi, in calo dal 42,6% nella rilevazione precedente; il 36,7% ordini esteri in salita (dal 45,5%). Un quarto delle imprese (23,9%, dal 32,1%) aumenterà gli investimenti, il 58,2% dichiara stazionarietà, forse in attesa delle misure di politica economica della prossima legge di Bilancio.

È il quadro che emerge dall’indagine sulla congiuntura dell’industria metalmeccanica realizzata da Assindustria Venetocentro (AVC), in collaborazione con Fondazione NordEst, su un campione di 225 aziende delle province di Padova e Treviso, diffuso in occasione de “I giorni della metalmeccanica”. «L’industria, e la metalmeccanica in particolare è il pilastro Confindustria Venetocentrodell’economia italiana e veneta – dichiara Mario Ravagnan, vicepresidente di Assindustria Venetocentro e presidente del Gruppo metalmeccanico di AVC per Padova – ma da sola non può farcela, a fronte di un mondo che corre. Mettere al centro impresa e lavoro è l’unica strada per generare crescita, reddito e occupazione e poter pagare così anche pensioni, debito, welfare. Dopo il discutibile passo d’avvio del decreto dignità, la manovra sarà il banco di prova del Governo. Non è più tempo di bandiere elettorali ma di realismo e di una chiara e forte visione di politica industriale. Una strategia di medio termine basata su investimenti pubblici e privati, riduzione del cuneo fiscale e detassazione per aumentare produttività e salari, infrastrutture, di cui il Nord ha un bisogno vitale. Non smontando quanto di buono è stato fatto, come Industria 4.0, per dare certezze e fiducia, competitività e crescita occupazionale e tenere sotto controllo i conti pubblici. E questa non è l’aspettativa di una categoria ma l’interesse del Paese».

Confindustria Venetocentro«Più impresa, più lavoro, lo slogan di Federmeccanica bene si accompagna ai dati del nostro territorio dove la metalmeccanica è driver industriale e di innovazione. Un “tesoro” da mantenere, senza nostalgie del passato o passi indietro – dichiara Antonella Candiotto, vicepresidente di Assindustria Venetocentro e presidente del Gruppo metalmeccanico di AVC per Treviso -. Vi è un rallentamento congiunturale, pur previsto, e questo ci impone un impegno se possibile ancora più intenso per essere sempre vincenti, soprattutto nei mercati esteri. È in corso la sfida del 4.0, dove è essenziale la formazione dei nostri collaboratori, che il nostro contratto nazionale di lavoro già prevede tra i contenuti fondamentali nelle relazioni industriali e dove le imprese stanno investendo con convinzione. Occorre continuare e far diventare le nostre aziende sempre più attrattive per comunicare al meglio il patrimonio rappresentato dall’industria metalmeccanica italiana e veneta e per coinvolgere nuovo capitale umano, risorsa primaria della competitività e del successo del metalmeccanico di Treviso e Padova».

L’industria metalmeccanica, con oltre 100.000 imprese, rappresenta l’8% del Pil nazionale, quasi il 50% dell’export e 1,7 milioni di addetti. Tra Treviso e Padova in particolare, opera un distretto metalmeccanico aggregato con 9.914 imprese (41,2% del comparto in Veneto) e oltre 95.600 addetti (40,2% del totale). Un volume di esportazioni di oltre 10,7 miliardi nel 2017 (+6,7%), il 40,4% del totale regionale. Uno dei primi poli meccanici e meccatronici in Italia, cuore del nuovo “triangolo industriale”, impegnato nella trasformazione 4.0, in cui le politiche del Governo, è questo l’auspicio, potranno misurarsi con la vita reale delle imprese.

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