West Nile, in Veneto i casi iniziano a calare

Insediata la commissione permanente per pianificare i futuri interventi. Istituito anche un coordinamento regionale. In regione confermati 211 casi. 

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E’ stata insediata a Palazzo Balbi dall’assessore alla sanità del Veneto, Luca Coletto, la Commissione regionale permanente che avrà il compito di rafforzare e monitorare le attività di tutti gli attori coinvolti, a diverso titolo, dalla diffusione del virus West Nile. Ne fanno parte i tecnici della Direzione regionale prevenzione, dell’Istituto Zooprofilattico di Legnaro, dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Ullss, dei consorzi di bonifica, e una rappresentanza dei comuni del Veneto.

«Quest’anno, a causa principalmente di condizioni meteorologiche molto particolari – ha detto Coletto – ci siamo trovati ad affrontare una per molti versi inattesa stagione record, con una circolazione virale mai registrata prima. E’ una condizione che, a causa dei cambiamenti climatici in atto, potrà ripetersi e che fronteggeremo con un Piano molto particolareggiato, con il coordinamento della Regione e il coinvolgimento di tutti gli enti interessati, dai comuni, in capo ai quali la legge nazionale pone l’incarico di accollarsi la disinfestazione, alle Ullss che hanno il compito di supportare i comuni, ai consorzi di bonifica, il cui lavoro sarà prezioso per la manutenzione delle aree più umide, all’IZS, all’Istituto Superiore di Sanità la cui presenza al tavolo è particolarmente significativa, perchè dimostra la condivisione del cammino individuato e perché il fenomeno west nile non ha interessato solo il Veneto, ma un’ampia parte d’Italia e d’Europa».

Secondo Coletto «i rilevamenti sulla diffusione della West Nile in Italia e in Europa  testimoniano di un fenomeno assai diffuso. Ritengo perciò opportuno, e ne parlerò nelle sedi opportune a cominciare dalla Commissione salute nazionale, ragionare sull’opportunità di attivare un tavolo di confronto interregionale, dove scambiarsi conoscenze ed esperienze e concordare azioni coordinate, perché i cambiamenti climatici e le zanzare non hanno confini».

Nell’estate 2018, sottolinea l’Assessore, è stato realizzato un piano straordinario di disinfestazione finanziato con 500.000 euro della Regione, che sta operando a pieno regìme: «dopo le province di Padova, Rovigo e Verona, sono infatti in via di conclusione gli interventi nei Comuni delle province di Venezia, Treviso e Vicenza, dove si è registrata la circolazione virale nell’uomo».

Nel frattempo, La Direzione prevenzione ha diffuso l’undicesimo bollettino di sorveglianza sulle Arbovirosi, che contiene uno specifico focus West Nile. I casi di febbre del Nilo ufficialmente confermati sono stati complessivamente 211, contro i 197 della scorsa settimana. Di questi, 152 sono casi con sintomatologia leggera, 59 quelli nella più grave forma neuroinvasiva. Dall’inizio del fenomeno i decessi sono saliti da 14 a 15: è infatti stato confermato in settimana il decesso di un uomo di 80 anni, di Fratta Polesine, con gravi patologie pregresse, condizione rilevata anche nelle altre persone decedute. I tecnici della Regione hanno anche stimato i casi probabili, ma non ancora confermati, che sono 102.

Già da due settimane si rileva una diminuzione dell’intensità dell’infezione nell’uomo, che si conferma anche in quest’ultimo bollettino dove, ad esempio, si registra un solo caso grave in più rispetto alla settimana precedente (59 contro 58). Cala anche la circolazionedelle zanzare, come testimoniato dalla rete di sorveglianza entomologica attivata con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

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