Reti d’impresa: superare ogni sfida per accogliere ogni opportunità

Confindustria Udine in collaborazione con Comet ascolta le testimoniane delle aziende che hanno fatto dell’aggregazione un punto di forza per affrontare la complessità dei mercati. 

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Reti d’impresa

Palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine, ha aperto le porte all’incontro “Reti d’impresa: superare ogni sfida per accogliere ogni opportunità” organizzato dal Cluster Comet, il Cluster di riferimento del Friuli Venezia Giulia per la gestione del sistema metalmeccanico regionale, in collaborazione Confindustria Udine.

Alla presenza di Sergio Emidio Bini, assessore regionale alle attività produttive e turismo, è Michele Nencioni, direttore generale Confindustria Udine, a fare gli onori di casa alla tavola rotonda moderata da Saverio Maisto, direttore Cluster Comet, e alla quale hanno partecipato Angelo Rovere, responsabile amministrativo di Carniaflex Srl, in rappresentanza della Rete Meditech, Davide Boeri, amministratore unico di Cromo Friuli Srl per la Rete Surface Finishing, Gianni Pauletta, Lionsteel Snc amministratore delegato per la Rete Mikita e Claudia Gabino, Skan Srl Owner come portavoce per Rete Solutions.

Per le conclusioni, sono intervenuti Sergio Barel, presidente Cluster Comet, e Anna Mareschi Danieli, presidente Confindustria Udine.

Il tessuto imprenditoriale friulano, esempio virtuoso di produttività, costellato da una miriade di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare e altamente specializzate, si trova a dover affrontare quotidianamente la complessità dei mercati nazionali e internazionali. In questo scenario emerge con chiarezza come le aggregazioni siano cruciali per lo sviluppo e la crescita economicadella Regione. Un modello di business profittevole che diventa fondamentale opportunità per molte aziende e che può rappresentare un trampolino di lancio verso nuovi mercati. Un autentico motore dell’innovazione collaborativa e della cultura del fare eccellenza. L’aggregazione d’impresa permette quindi di mantenere la snellezza tipica delle piccole e medie imprese friulane ma, al contempo, strutturarsi commercialmente presentandosi al mercato come un importante realtà industriale.

Nei primi sei mesi del 2018, i contratti di rete hanno registrato un tasso di crescita in Italia del 10,6% e in Friuli Venezia Giulia del 14,9%, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Infocamere.

Alla fine del secondo trimestre 2018, rapportando il numero delle imprese in rete al totale delle imprese attive, emerge che il Friuli Venezia Giulia, con 1,53%, è la seconda regione in Italia con la più alta propensione a fare rete, preceduta solo dal Lazio,1,67%, e seguita da Umbria, 0,90%, e Abruzzo, 0,81%. La media nazionale si attesta allo 0,58%. La provincia di Udine, con quasi 700 imprese in rete, il 51% dell’intera regione (che ne conta in totale 1.377), presenta una propensione a fare rete ancora maggiore rispetto alle altre province della regione, attestandosi all’1,59%.

«Le reti hanno un posto di rilievo all’interno della struttura produttiva europea sia in termini di incidenza sul totale delle imprese sia in termini di contributo all’occupazione e al valore aggiunto – aggiunge Michele Nencioni, direttore generale Confindustria Udine -. Se gli obiettivi sono la crescita e il rafforzamento del nostro sistema produttivo, la proposta è di agire su tre pilastri che possono essere moltiplicatori del fenomeno delle reti. Innanzitutto serve una leva per il rafforzamento patrimoniale. Non si può decidere per legge il momento in cui un’azienda decide di fare un salto dimensionale: bisogna sostenere le aziende nei percorsi di aumento di capitale. In secondo luogo, le aggregazioni di impresa non devono essere considerate un’eccezione: aiutano ad elevare l’interconnettività, accelerando i processi di sviluppo, diventano automaticamente un effetto moltiplicatore di investimenti».

«Non da ultimo – ha proseguito Nencioni – gli imprenditori interessati a far rete devono guardare a cosa offre il mercato extra bancario: vanno agevolate e trovate forme, a livello nazionale e regionale, che agevolino il mercato del private equity e del venture capital, non per spogliare l’imprenditore della sua creatura, bensì per fornire all’azienda un effetto moltiplicatore della propria crescita».

«Stasera sentiremo parlare le imprese, attori protagonisti dell’economia regionale. Il vero tema è l’innovazione digitale che le PMI del territorio devono affrontare – sottolinea l’assessore Enzo Emidio Bini –. Un argomento che anni fa appariva lontano, ma che oggi è decisamente attuale e di primaria importanza se si considera la velocità con cui si evolve il mercato. Un passo fondamentale per il Friuli Venezia Giulia così come per l’Italia, per restare in linea con il mercato e per mantenere la propria competitività. È nostro compito sensibilizzare le imprese, indirizzarle nel loro percorso di crescita e destinare risorse che permettano loro di evolversi. Dobbiamo guidare il manifatturiero nel futuro, un settore fatto, sì, di piccole realtà ma che devono diventare altamente specializzate e competitive. Per fare questo stiamo chiedendo alle imprese quello di cui hanno realmente bisogno, per riscrivere insieme le regole del gioco».

La parola è passata alle aziende che hanno fatto dell’aggregazione un punto di forza. E le prove di questi risultati già sono tangibili. Così Meditech, riunendo sei aziende specializzate nella meccanica di precisione, ne ha rafforzato la competitività in un settore complesso come quello medicale. «Meditech è rete nata con l’obiettivo di permettere alle aziende di differenziarsi dai business tradizionali e di entrare nel settore medicale – racconta Angelo Rovere, responsabile vendite di Carniaflex Srl, vicepresidente di Meditech –. È la conferma che coinvolgere aziende potenzialmente concorrenti è possibile, quando esse sono guidate da imprenditori lungimiranti e all’avanguardia, capaci di mettere in chiaro da subito le regole del gioco. La capacità di individuare aziende affini si è dimostrata vincente. Le aziende che collaborano in Meditech continueranno a partecipare a fiere nazionali ed internazionali, inoltre stiamo progettando la realizzazione comune di nuovi prodotti e semilavorati».

Davide Boeri, amministratore unico di Cromo Friuli, ha raccontato la testimonianza di Surface Finishing, aggregazione di imprese specializzate nel trattamento superficiale dei materiali, che conta più di duecento collaboratori e un fatturato complessivo di circa 20 milioni di euro. Grazie a un progetto condiviso, queste piccole imprese non solo sono riuscite ad affacciarsi al mercato internazionale ma hanno perfino conquistato l’Europa: un intero continente dove nessuno è in grado di raggruppare le competenze che a oggi Surface Finishing offre. «Surface Finishing ci ha dato la forza per partecipare a fiere nazionali ed internazionali avvalendoci anche di figure manageriali che coordinassero le attività con gli altri partner – ha detto Boeri -. La rete di contatti che abbiamo potuto creare grazie a Surface Finishing è per noi un vero patrimonio: oggi possiamo contare su un costante e prezioso confronto con gli specialisti del settore per condividere e assimilare nuove informazioni, e per creare nuove opportunità di business. Certo, per noi imprenditori abituati all’individualità aziendale, talvolta risulta difficile condividere decisioni e definire gli obiettivi comuni, ma siamo consapevoli che si tratta di un’opportunità di crescita culturale e professionale, perciò continueremo a investire in progetti imprenditoriali comuni».

La prima rete d’impresa d’Italia tra coltellinai si chiama Mikita e, a dispetto della recentissima costituzione – è stata formalizzata il 21 marzo scorso – ha già raggiunto importanti successi e riconoscimenti. Mikita è una struttura di oltre cento dipendenti che annovera tra le aziende retiste i principali marchi del settore. Per questa è intervenuto Gianni Pauletta, titolare della Lion Steel: «Mikita riunisce aziende potenzialmente concorrenti che autonomamente registrano dati di crescita interessanti e per le quali fare aggregazione non è una mera necessità ma viene considerata una grande opportunità. Insieme, imprese storiche e primarie nell’ambito della coltelleria di Maniago hanno partecipato a “Blade Show” di Atlanta, la principale manifestazione fieristica mondiale dedicata alle lame, dove abbiamo presentato la prima linea di coltelli a marchio Mikita. Iniziativa che si è distinta come migliore progetto di aggregazione e che è stato premiato. Anche i mercati ci stanno dando soddisfazione. È nostra intenzione concentrarci per il rafforzamento del marchio Mikita, nonché intensificare il nostro progetto di collaborazione».Reti d’impresa

Le potenzialità di un’attività sinergica tra più soggetti si estendono anche a chi offre attività di consulenza alle aziende. Così la rete Solutions che ha moltiplicato e rafforzato la competitività di studi professionali attraverso la commistione di competenze altamente specializzate. «Abbiamo creato una rete tra professionisti per garantire un servizio a 360 gradi – spiega Claudia Gabino di Skan e presidente di Solutions –. Spesso, per dare una risposta completa al cliente, il singolo professionista cerca colleghi con competenze complementari alla propria. Attraverso la rete possiamo fornire una consulenza integrata e perfettamente rispondente a ogni singola esigenza. Lavoriamo con un obiettivo comune: un’offerta verticale e altamente specializzata in ogni settore, offrendo al cliente il valore aggiunto dato dalla forza del team».

Un risultato però è certo: l’entusiasmo con il quale le aziende hanno aderito alla rete non può che testimoniare un significativo salto culturale nel modo di fare impresa in direzione dell’innovazione. Queste reti, che operano in settori molto differenti tra loro, hanno in comune il prezioso supporto di uno stesso regista: il Comet, cluster di riferimento del comparto della metalmeccanica in regione, il quale ha inoltre formalizzato 23 contratti d’impresa, per un totale di oltre 160 aziende coinvolte e in inserito 13 figure manageriali in diverse reti. Comet affianca le realtà regionali in ogni fase della creazione delle reti di impresa, fin dalla formalizzazione del contratto di rete. In questo modo, anche le più piccole realtà coinvolte hanno la possibilità di valorizzarsi e di implementare una propria strategia commerciale strutturata, raggiungendo così traguardi più ambiziosi. Un percorso di crescita culturale e imprenditoriale comune.

«Anche le grandi aziende hanno bisogno di fare aggregazione per essere competitive nel mercato attuale – ha detto Sergio Barel, presidente del Cluster Comet -. Un aspetto che ritengo strategico anche per la crescita di Brovedani Group Spa, azienda di cui sono amministratore delegato. Il modello di aggregazione che Comet propone per “snellezza”, flessibilità ed efficacia si dimostra quindi vincente».

Dalle testimonianze degli imprenditori, la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, rileva parole positive: complementarietà, vantaggio, opportunità, obiettivi comuni. Seppur nelle difficoltà quotidiane, quindi, la sommatoria è sempre positiva. «Abbiamo – afferma Mareschi Danieli – un vantaggio: siamo stati i primi in Europa a parlare di Reti, tanto che il tema è diventato una vera e propria best practice». Reti, secondo la presidente degli industriali friulani che sono anche un formidabile strumento di sviluppo del “Made in Italy” sui mercati internazionali perché la visione di gruppo ha una proiezione globale, vince la complementarietà delle competenze e/o dell’integrazione di filiera. La rete, poi, sfrutta al meglio i processi di moltiplicazione della conoscenza, può acquisire autorevolezza e leadership agli occhi dell’interlocutore sia nazionale sia estero. Tutti questi elementi danno tono e forza al manufatto o al servizio reso dalle aziende italiane all’estero: sono un marchio di riconoscibilità, un salto quasi obbligato per le PMI italiane.

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