Successo della Lega a Bolzano: da 0 a 4 eletti in Consiglio provinciale

Bessone: «un risultato che si deve all’azione del segretario federale Salvini e alla mobilitazione dei militanti del partito. Ora pronti per entrare al governo della Provincia».

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successo della lega a bolzano
Gli eletti della Lega in Alto Adige: da sx Carlo Vettori, Giuliano Vettorato, Rita Mattei, Massimo Bessone

In Alto Adige, il risultato elettorale della Lega è stato tra i più eclatanti, dopo quello del movimento messo in piedi in tre mesi dal fuoriuscito dei M5s, Paul Kollensberger. Una Lega che, allargando lo sguardo all’intera regione Trentino Alto Adige, ora è partito di maggioranza relativa con ben 18 consiglieri su 70, superando la Svp e avvicinandosi ai record dei tempi d’oro della Democrazia Cristiana.

Ad urne ormai tiepide, in attesa della convalida ufficiale degli eletti dalle urne del 21 ottobre scorso che arriverà nei primi giorni della settimana entrante, si stanno tessendo le alleanze per la formazione del governo della provincia di Bolzano che, in onore alla presenza di ben tre diverse etnie, al suo interno devono essere presenti i rappresentanti dei tre gruppi etnici, tedesco(maggioritario), italiano e ladino. Oltre alla Svp, partito egemone dell’area tedesca, tra le formazioni italiane la Lega è quella che ha le maggiori possibilità di entrare al governo provinciale, anche se dalle frange del vecchio centro sinistra italiano, uscito sonoramente bastonato dal voto popolare, si tenta il tutto per tutto per evitare di passare una legislatura all’opposizione, sbarrando il passo ad una Lega in particolare salute. Uno scenario che parrebbe difficilmente percorribile, sia per la necessità di dare luogo ad uno spezzatino composto dall’unico eletto del Pd (che ha dimezzato la sua rappresentatività) e da un esponente dei Verdi, sia per le convenienze della Svp di avere un rapporto accettabile con le forze di governo a Roma, dove la Lega è uno dei due dominus. Senza escludere il fatto che si deve cercare una maggioranza di governo anche per la regione Trentino Alto Adige (formata dall’unione degli eletti dei due consigli provinciali), dove prescindere dalla Lega sarebbe oltremodo difficile.

Con Massimo Bessone, commissario della Lega in Alto Adige, capolista e consigliere più votato, il punto della situazione.

Consigliere Bessone, alla vigilia del voto si aspettava un risultato del genere?

L’aspettativa era di fare due eletti, con la possibilità di fare scattare il terzo in caso di buon afflusso degli elettori. Il quarto era nei sogni. Come in tutte le belle favole che si avverano, ad urne chiuse, la Lega è stata premiata dall’elettorato italiano e, parzialmente, anche da quello tedesco, conquistando quattro consiglieri provinciali. Un ottimo risultato, visto che nella scorsa legislatura non eravamo presenti in Consiglio provinciale.

In Consiglio provinciale con quasi il 12% dei voti, siete la forza politica italiana con il miglior risultato, visto che avete il 50% degli otto consiglieri eletti in quota al gruppo etnico italiano, che questa legislatura è cresciuto in rappresentanza rispetto ai 5 della precedente. Per la Lega si aprono ora le porte della Giunta provinciale?

Dai primi contatti, abbiamo avuto un’apertura al dialogo dai vertici della Svp in vista della formazione della Giunta provinciale, dove al gruppo italiano toccano due assessorati. La Lega è disponibile a dare il suo contributo alla governabilità, anche perché siamo consci che se si vuole incidere effettivamente sulle cose che ci stanno a cuore, è necessario essere al governo: dalle fila dell’opposizione si può fare poco. Dalle elezioni, la Svp è uscita ridimensionata ben al di sotto della maggioranza assoluta e anche lei deve rivedere le sue posizioni per dare vita ad un governo provinciale. Noi ci siamo, ma non a tutti i costi. Se andiamo al governo, vogliamo vedereattuati alcuni nostri caposaldi, dalla questione della sicurezza e dal controllo dell’immigrazione illegale alla piena attuazione della toponomastica bilingue o trilingue (nelle valli ladine), alla fine della diatriba sul doppio passaporto o sulla secessione dell’Alto Adige, ad un’applicazione più elastica e pragmatica della proporzionale etnica nell’accesso al pubblico impiego, specie in sanitàdove manca personale ed è oltremodo difficile trovare medici specializzati in possesso del patentino di bilinguismo, riducendo conseguentemente anche i tempi di attesa per l’accesso alle visite specialistiche. Se andiamo al governo della Provincia, lo faremo per fare qualcosa di buono per tutti gli altoatesini, da forza politica realmente interetnica.

C’è anche chi rema contro a quest’ipotesi, ad iniziare dai Verdi e dal PD, per non dire dell’ala sociale della stessa SVP, che vedono la Lega al governo come il fumo negli occhi.

Detto che la SVP non si alleerà mai con il movimento di Kollensberger che è il principale artefice della sua perdita di voti, il PD si è subito offerto per non essere condannato all’estinzione dopo il dimezzamento dei voti ottenuto il 21 ottobre, mentre da parte dei Verdi c’è un pressing verso la SVP a fare un’alleanza a tre per tenerci lontano dal governo della Provincia. La responsabilità di mettere assieme una maggioranza solida è della SVP e credo che il presidente uscente e rieletto Arno Kompatscher sia ben conscio che questa non la si può fare mettendo assieme SVP, PD e Verdi. Una maggioranza che, oltretutto, lo lascerebbe scoperto sul versante del governo centrale, cosa che la SVP non ha mai fatto in oltre mezzo secolo di gestione del potere che si è sempre basato su un forte rapporto con chi sta al governo del Paese. Oltre che rendere difficile, se non impossibile, il governo della Regione Trentino Alto Adige.

Nella scorsa legislatura, si è decisamente sviluppata la collaborazione euroregionale tra Alto Adige, Trentino e Tirolo. Qual è la posizione ha la Lega su questo tema?

Sostanzialmente condividiamo la collaborazione transfrontaliera con il Tirolo e l’attività dell’Euregio Tirolese e credo vada rafforzata. Siamo più scettici sulla posizione verso l’attuale Unione Europea, che la Lega vuole profondamente innovare verso un’Europa più attenta ai popoli e meno asservita ai poteri della finanza e della politica della Germania e Francia che hanno scavato un solco profondo tra la Commissione europea e la popolazione. Su questo tema ci sarà da lavorare nel caso di un nostro ingresso al governo dell’Alto Adige, visto che la SVP ha storicamente una posizione in linea con l’attuale assetto europeo.

Sempre in tema di Europa, il prossimo anno si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Fino ad oggi, la Svp è riuscita ad esprimere un proprio eurodeputato grazie all’alleanza con il PD. Ma con i Dem in profonda crisi ciò sarà difficile da ripetere. La Lega potrebbe sostituirsi al PD per fare eleggere un eurodeputato SVP, oppure è giunto il momento di cambiare e di puntare sull’elezione di un proprio esponente?

Questo è un argomento che non abbiamo ancora preso in considerazione. Probabilmente sarà una delle voci della trattativa che la SVPporrà per il nostro ingresso in Giunta, ma la questione è su un piano che sarà trattato direttamente dai vertici della Lega e dalla nostra capogruppo europeo Mara Bizzotto. Sarà lei assieme a Matteo Salvini a valutare lo scenario politico, anche se non nego che con i risultati elettorali conseguiti dalla Lega negli ultimi mesi vedrei bene l’elezione di un eurodeputato regionale della Lega, anche per dare un maggiore peso a Bruxelles alle nostre istanze autonomiste e federaliste.

In tema di governo non c’è solo la provincia di Bolzano, ma anche la Regione. Si ripeterà la staffetta della scorsa legislatura o si punterà ad un rafforzamento del suo ruolo dopo gli anni dello svuotamento delle competenze perpetrato dalla SVP con la connivente acquiescenza del PD?

Il tema del governo della regione Trentino Alto Adige come Lega non lo abbiamo ancor affrontato. Devo confrontarmi con ilsegretario trentino, Mirco Bisesti, e con il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti. In linea di massima, credo che lo scenario più percorribile sia quello di ripetere la staffetta della scorsa legislatura, con una giunta ristretta guidata a turno da uno dei due presidenti della provincia e con un paio di assessori, forse tre. Vedremo nei prossimi giorni. Quanto al rafforzamento delle competenze della Regione, se ne è parlato in campagna elettorale e, forse, potrebbero essere maturi i tempi per ridare all’ente Regione competenze gestionali. Ma sono scenari che dobbiamo ancora esaminare sia all’interno della Lega e, poi, con l’eventuale alleato SVP.

In tema di priorità da affrontare, quali sono le prime cui mettere mano?

C’è la questione delle infrastrutture, ad iniziare dall’Autostrada del Brennero che ormai è quasi sempre ingolfata di traffico, per cui si rende necessario un suo potenziamento, unitamente alla linea ferroviaria del Brennero. Ma c’è anche il tema della viabilità a Bolzano, dove in alcune ore del giorno non si riesce a circolare. Va bene il trasporto pubblico da potenziare, ma si deve comunque mettere mano alle opere pubbliche di interesse cittadino, ad iniziare dalla circonvallazione di Bolzano. Vogliamo anche che nelle maggiori realtà dell’Alto Adige la popolazione si senta sicura e che le persone possano uscire con tranquillità da casa e dal lavoro a tutte le ore del giorno e della notte, che i parchi urbani siano luoghi di socializzazione e di ricreazione per la popolazione e non teatro di spaccio di stupefacenti o di soggiorno per immigrati illegali e vagabondi. Puntiamo all’assegnazione degli alloggi pubblici con priorità ai residenti piuttosto che agli immigrati. Vorrei una scuola dove i giovani possano studiare e apprendere bene le lingue al di là degli steccati etnici, così come le assunzioni nel comparto pubblico vengano fatte per le effettive capacità dei candidatipiuttosto che per la lingua che parlano. Come vede, puntiamo sulla concretezza del fare, più che sui sofismi tipici di una certapolitica uscita sonoramente sconfitta dalle urne.

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