In oltre 30.000 a Torino a sostegno della Tav e delle infrastrutture

La Tav interessa tutta la pianura Padana. Ciambetti «non realizzare l’Alta velocità può segnare l’emarginazione del sistema Paese. La valutazione costi-benefici non è solo un calcolo algebrico».   

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La Tav nuovamente protagonista della mobilitazione popolare con oltre 30.000 persone radunatasi a Torino per sostenere la realizzazione della dorsale trasversale Torino-Lione che costituisce l’anello di collegamento del corridoio europeo che collega il Portogallo all’Ungheria attraversando la Pianura Padana.

Una manifestazione che ha avuto ripercussioni anche nel mondo politico, con la partecipazione diretta, oltre che dei comitati dei cittadini, anche dei partiti politici, con Forza Italia e Lega scese in piazza in forza a sostegno del completamento dell’importante opera infrastrutturale che il Movimento 5 stelle vorrebbe cassare soprattutto per questioni ideologiche.

In attesa che il ministro ai Trasporti e infrastrutture Danilo Toninelli renda nota l’analisi costibenefici sulla Tav redatta da un gruppo di tecnici che non ha mai nascosto la sua contrarietà o scetticismo all’opera, scendono in campo i governatori delle regioni del Nord che dichiarano all’unisono la strategicità dell’opera ferroviaria Torino-Lione e Torino-Trieste per tutte le realtà interessate.

Sul tema Tav, interviene anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, che afferma di «attendere di poter leggere l’analisi costi-benefici sulla Tav anche se, sulla scorta delle prime  indiscrezioni, non è del tutto improbabile che un gruppo di lavoro con esperti come il professor Marco Ponti, notoriamente scettico, se non contrario alle grandi opere, può aver dato maggior rilevanza ad alcuni aspetti rispetto ad altri nelle proprie valutazioni. Un’analisi di questo genere non è facile e penso che animerà anche discussioni tecniche che mi auguro siano tutte di alto profilo».

Secondo Ciambetti «valutare la realizzazione di un’opera come la Tav non è un calcolo algebrico: in gioco entrano molti fattori non sempre facilmente quantificabili in termini economici. Personalmente, ritengo che il Paese abbia bisogno di forti investimenti sul fronte delle infrastrutture e dico che la Tav è l’asse necessario per il trasporto su rotaia: la sua realizzazione avrà riflessi innegabili anche nel trasporto regionale proprio in anni in cui è necessario sostenere l’impegno per il trasporto ferroviario: pensiamo all’andamento climatico e all’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana, per non parlare dell’aumento della domanda da parte dei cittadini, e delle potenzialità offerte da una rete veloce anche per il settore turistico, tutti fattori che hanno un peso difficilmente quantificabile ma che giustificano la valenza sociale dell’opera in una Regione come la nostra che sta già soffrendo la saturazione del trasporto su gomma».

«Potremmo anche chiederci – conclude Ciambetti – quali sarebbero i costi futuri per la mancata realizzazione dell’infrastruttura Tav: non dimentichiamo che l’Italia è già stata esclusa dalla rete ferroviaria della Nuova Via della Seta che oggi collega la Cina con l’Europa a nord delle Alpi e sulla quale scorre l’economia del domani. Non dimentichiamo che per mantenere la nostra quota nel settore turistico dobbiamo sempre essere all’avanguardia anche nella fornitura di servizi ad iniziare dalla mobilità. L’Alta Velocità se pensiamo poi alle potenzialità del porto di Venezia e più in generale alla rete dei porti del Nord Adriatico, oltre che del tessuto imprenditoriale veneto, è un elemento strategico, la cui mancata realizzazione rischierebbe di penalizzare oltremisura il nostro sistema socio-economico segnando definitivamente il declino e l’emarginazione del nostro Paese».

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