Il governo gialloverde tartassa i cittadini italiani che hanno investito in immobili in Francia

Bond: «provvedere al più presto a sanare una situazione che penalizza migliaia di italiani».  Di Stefania Piazzo 

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Nuovo paradosso per chi possiede immobili in Francia e l’abitazione principale in Italia. Sommersa da una montagna di calcoli, una contribuente savonese, dopo approfondite ricerche, ha portato alla luce una lacuna normativa che penalizza non poco i contribuenti italiani che possiedono case in Francia.

Ma la notizia è il veto politico su tutta la vicenda perché, chiarita e riconosciuta l’iniquità della doppia imposizione, il direttore della direzione legislazione tributaria e federalismo fiscale, afferma, nero su bianco, che «purtroppo, la parte politica non ha ritenuto di inserire l’intervento tra quelli costituenti priorità da risolvere con la manovra di bilancio». Un’affermazione che ha fatto scattare la reazione del deputato azzurro, Dario Bond, che con un’interrogazione ha chiesto al Governo Conte di intervenire al più presto per sanare la vicenda.

La vicenda che è presto ricostruita nella sua emblematicità. Si tratta del caso di una contribuente dell’entroterra savonese il cui immobile estero locato nei dintorni di Mentone, secondo la Convenzione sulle doppie imposizioni tra Italia e Francia, deve essere dichiarato anche in Italia ma, in base ad un calcolo proporzionale italiano, il credito d’imposta concesso sulle tasse pagate all’estero, commisurato al rapporto tra reddito estero e reddito complessivo, copre solo parzialmente l’Irpef scaturita in Italia, mentre le addizionali comunali e regionali rimangono integralmente scoperte ed in presenza dell’abitazione principale fa perdere una parte dell’esenzione prevista per legge (articolo 10, comma 3-bis, del TUIR). Insomma, contribuente italiano cornuto e mazziato.

La contribuente ha inviato istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate ed ha segnalato l’anomalia al Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, proponendo anche una possibile soluzione. Entrambe le amministrazioni hanno risposto alla cittadina convalidando e confermando quanto sostenuto ma, per risolvere il problema di questa doppia imposizione fiscale vietata dalla legge vigente, è necessario uno specifico intervento legislativo.

Il Dipartimento delle Finanze del Ministero, nell’ultima risposta inviata pochi giorni addietro, ragguaglia la contribuente sugli sviluppi della sua segnalazione relativa all’effetto distorsivo che l’attuale formulazione della norma sul credito per le imposte pagate all’estero determina, in presenza di un’abitazione principale. Precisa anche di aver provveduto a definire la norma correttiva ed a corredarla della relativa relazione illustrativa e della relazione tecnica, contenente la stima degli effetti sui conti pubblici e successivamente di aver inviato il tutto all’Ufficio Legislativo Finanze, al fine di verificare la possibilità di inserire la disposizione in sede di conversione del decreto legge fiscale, ovvero nella legge di bilancio. Riconfermando l’esattezza dell’errata duplicazione dell’imposta sollevata dalla contribuente ligure.

Tutto sembra risolversi per il verso giusto, con l’amministrazione statale che riconosce l’esistenza di un fatto ingiusto nei confronti del cittadino (e con esso le migliaia di italiani che negli anni hanno acquistato una casa in terra di Francia), ma alla fine c’è un problemino. Segnala che, purtroppo, la parte politica non ha ritenuto utile di inserire l’intervento tra quelli costituenti priorità da risolvere con la manovra di bilancio. Ha però assicurato che provvederà a riproporre la norma di correzione nelle prossime occasioni in cui si verificherà la disponibilità di un veicolo legislativo.

Dinanzi ai tempi elastici della politica e delle sue priorità che spesso non coincidono con gli interessi dei cittadini, la contribuente ligure non si è data per vinta, tempestando nuovamente il ministero. La sua voce è pervenuta anche all’attenzione del deputato azzurro Dario Bond che si è fatto carico della situazione che non è limitata ad un caso singolo, presentando un’apposita interrogazione al governo Conte. «Tutt’altro che isolato, mi risultano che siano diverse migliaia gli italiani che negli anni hanno acquistato una casa in Francia grazie ai prezzi inferiori del mercato immobiliare locale e oggi si ritrovano la “sorpresafiscale – dice Bond -. Questo non è il solo errore contenuto nella manovra di bilancio 2019 ed è necessario provvedere a sanarlo al più presto, magari approfittando della modifica che lo stesso premier Conte ha detto di voler apportare al più presto anche all’odioso provvedimento sul raddoppio della fiscalità gravante sul settore del volontariato. Bene, invito il premier Conte a farsi carico anche di quest’aspetto».

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