Blocco per oltre 12 ore dell’Autobrennero per una nevicata tutt’altro che eccezionale

Polemiche della politica e dell’Onlit verso i vertici della società che scaricano i problemi sugli utenti sprovvisti di attrezzatura invernale. 

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autobrennero

Uno scenario apocalittico, con decine di chilometri di coda di camion e auto fermi in colonna imbottigliati sull’Autobrennero, un blocco che è durato per oltre 12 ore con le persone costrette a passare la notte sull’autostrada con i motori accesi per riscaldare gli abitacoli praticamente abbandonati a se stessi con nessuna informazione, creando una coda lunga fino a 50 chilometri di veicoli fermi in doppia fila.

E’ bastata una nevicata tutt’altro che eccezionale per bloccare un’autostrada alpina internazionale come l’A22, che dovrebbe essere attrezzata per affrontare evenienze di questo genere. Se sul piano tecnico lo è, su quello organizzativo la società ha fallito su tutta la linea, causando il blocco della circolazione dal casello di Chiusa fino al confine di Stato.

Secondo una lunga nota diffusa dall’Autobrennero, la responsabilità principale sarebbe in capo ai tanti, troppi camionisti, automobilisti e pure motociclisti che si sono messi in viaggio privi di attrezzatura invernale nonostante che in regione Trentino Alto Adige (e su tutto il NordEst) sia obbligatoria dal 15 novembre al 15 aprile da parecchi anni a questa parte, uscendo di strada o intraversandosi alle prime difficoltà con i camion che hanno ostruito completamente l’autostrada, impedendo il passaggio degli spazzaneve e anche dei veicoli di soccorso, tanto da far dovere intervenire l’elisoccorso per alcuni casi di automobilisti con problemi sanitari.

Ma in molti evidenziano anche le pesanti responsabilità dei vertici dell’autostrada che non ha attivato controlli preventivi lungo l’autostrada circa il puntuale rispetto dell’obbligo dell’attrezzatura invernale, nonostante le condizioni meteorologiche fossero già avverse.

«I vertici dell’Autobrennero Spa non smettono mai di stupire, facendosi trovare impreparati con una nevicata nemmeno eccezionale che ha causato il blocco dell’arteria per oltre 12 ore nel tratto tra Chiusa e il valico di confine» esordisce in una nota la capogruppo della Lega in Consiglio provinciale di Trento, Mara Dalzocchio che giudica «non è assolutamente tollerabile che un’infrastruttura alpina come l’A22 possa rimanere bloccata in una nevicata come quella avvenuta, sapendo il numero di mezzi e di risorse umane di cui l’azienda dispone».

Dalzocchio punta l’indice contro i vertici della società: «sembra di tutta evidenza la pesante sottovalutazione di quanto accaduto, visto che si sarebbe potuto allestire dei punti fissi di controllo della dotazione invernale sui veicoli in circolazione sull’autostrada, attivando nelle aree di servizio tra Rovereto e Bolzano delle deviazioni obbligatorie con conseguente rallentamento e fermo di tutti i veicoli non in regola con la prescrizione della circolazione con l’attrezzatura invernale. Certo, si sarebbero creati dei disagi, ma infinitamente minori di quelli che si son venuti a creare con la loro mancata predisposizione. Che dire poi della mancata tempestiva comunicazione di quanto stava accadendo, con informazioni scarse se non inesistenti a servizio dell’utenza in viaggio e di quella bloccata nell’ingorgo? E’ troppo chiedere le immediate dimissioni di coloro che non hanno saputo gestire correttamente l’evento

L’incubo del lunghissimo ingorgo verificatosi sull’Autobrennero è criticato pesantemente anche dal presidente dell’Onlit, Sergio Balotta, secondo cui «i vertici dell’Autobrennero sono talmente impegnati per il rinnovo della sua concessione, ampiamente scaduta, e nei ricorsi al Tar per salvaguardarsi il bottino indebito che hanno accumulato in questi quattro anni di esercizio in regime di proroga che si sono dimenticati della loro missione principale, quella di erogare un servizio di mobilità agli utenti paganti anche in condizioni di condizioni avverse, che nel caso in questione non sono state particolarmente difficili, anche considerato che l’Autobrennero è un’autostrada alpina e come tale abituata a ben peggiori eventi meteorologici. Qui emerge in tutta evidenza come tutto il gruppo dirigente, dal presidente al direttore tecnico generale, al responsabile della comunicazione siano stati decisamente carenti. Siamo dinanzi ad un evento che dovrebbe essere valutato in tutta la sua portata dal ministro vigilante». Una pedina da mettere sul piatto della trattativa del rinnovo della concessione.

A complicare le cose si è messa pure una comunicazione carente, con tanti automobilisti che sono entrati in autostrada al casello di Bolzano per rimanere bloccati solo dopo aver percorso pochi chilometri verso il confine. Anche in questo contesto, Autobrennero hafallito.

Ottimo l’intervento dei numerosi corpi della Protezione civile locale che ha ovviato al deficit di Autobrennero, evacuando a piedi attraverso i vari varchi le persone rimaste bloccate in autostrada portandolo ai centri di assistenza organizzati in più punti per rifocillarli dopo ore di attesa fermi in auto.

Ancora una volta, in Autobrennero un’esperienza da dimenticare, che evidenzia in tutta la sua portata l’attuale sottodimensionamento strutturale della principale arteria di comunicazione italiana verso il Nord Europa nel sopportare la mole di traffico che l’attraversa.

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