Il pianista Boris Petrushansky alla Fenice nell’ambito di Musikàamera

Secondo appuntamento della stagione con pagine di Haydn, Schubert e Prokofiev.  Di Giovanni Greto 

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Boris Petrushansky

Il secondo appuntamento della stagione di Musikàmera, dopo l’ottimo esordio con il recital violinistico della musicista italo-armena Sonig Tchakerian, prosegue alle sale Apollinee del Gran Teatro veneziano con l’esibizione, mercoledì 6 febbraio (ore 20.00), del pianista russonaturalizzato italiano Boris Petrushansky.

Saranno eseguiti tre pezzi che rappresentano altrettante tappe significative dell’evoluzione del pianoforte dal Classicismo al Romanticismo al Novecento attraverso un itinerario che da Vienna si spinge a Mosca. Aprirà il programma l’Andante con variazioni in fa minore Hob. XVII 6 di Franz Joseph Haydn (1732 – 1809), composto nel 1793 per una dilettante, Barbara von Ployer, e pubblicato nel 1799 con dedica alla baronessa Josefine von Braun. Seguiranno i Quattro Improvvisi op. 142 di Franz Schubert (1797 – 1828), che malgrado il titolo non hanno nulla dalla mentalità virtuosistica ed esibizionistica tipica del genere improvviso, e sembrano invece i quattro movimenti di una Sonata. Chiuderà il concerto la Sonata op. 82 di Sergej Prokofiev (1891 – 1953), che con i suoi ritmi inesausti e la sua vitalità energica e ossessiva interpreta le pulsioni devastatrici degli anni della seconda guerra mondiale.

Nato a Mosca nel 1949 da genitori musicisti, a 8 anni viene ammesso alla Scuola centrale presso il Conservatorio di Mosca nella classe di Inna Levina. Nel 1964 incontra uno dei più grandi musicisti dei nostri tempi, Heinrich Neuhaus (1888-1964), e diventa il suo ultimo allievo. Quei non molti mesi trascorsi nella classe di Neuhaus sono stati determinanti sotto molti aspetti per tutto il successivo sviluppo dell’artista, completandosi sotto la direzione del Prof. Lev Naumov (1925-2005), allievo ed ultimo assistente di Neuhaus, un musicista fine, fedele custode delle tradizioni romantiche della scuola che ha dato al mondo Emil Gilels (1916 -1985) e Svjatoslav  Richter (1915 – 1997).

Petrushansky si è imposto all’attenzione del mondo musicale grazie alla vittoria dei vari concorsi tra cui quello di Leeds nel 1969, di Monaco nel 1970, di Mosca nel 1971 e del Concorso Casagrande di Terni del 1975. Sono quindi seguite innumerevoli tournée di concerti come solista e con orchestra, nelle sale più prestigiose, con le migliori orchestre e i maggiori direttori. Dal 1990 vive in Italia e insegna all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola.

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