Celebrato a Basovizza il Giorno del Ricordo della strage delle Foibe

Fedriga: «ricordare per restituire giustizia a vittime». Salvini: «approfondire questo aspetto della storia nelle scuole italiane». 

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Si è svolto alla Foiba di Basovizza il Giorno del Ricordo delle vittime della violenza comunista ai danni dei Giuliani al termine della Seconda guerra mondiale, quando gran parte della terra Giuliana e della Dalmazia passò dall’Italia alla Jugoslavia di Tito, il qualche scatenò la repressione contro tutti gli italiani reputati essere dei fascisti e, come tali, contrari al nuovo regime al potere.

La cerimonia del Giorno del Ricordo si è svolta alla presenza di numerose autorità tra cui il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza,della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e di numerose autorità civili, militari e religiose.

«Il Friuli Venezia Giulia non dimentica il dramma dell’esodo e delle foibe: ricordare è un atto doveroso di giustizia nei confronti di tutte le vittime – ha dichiarato il governatore Massimiliano Fedriga -. Una data impressa nella coscienza della nostra comunità, quella del 10 febbraio, a cui istituzioni e cittadini guardano con profondo rispetto, consapevoli che solo la conservazione della memoria può mantenere in vita chi, senza responsabilità alcuna, ne è stato barbaramente privato».giorno del ricordo

Netta inoltre la presa di distanze di Fedriga dalle iniziative dell’Anpi mirate a rileggere i tragici eventi del confine orientale nel secondo dopoguerra. «Il lungo percorso di pacificazione compiuto, che ci permette oggi, dopo troppi anni di colpevole oblio, di ricordare il dramma delle foibe, impone – ha affermato Fedriga – di mantenere alta la guardia da revisionismi tesi esclusivamente a rinverdire divisioni sulla pelle delle vittime».

Assegnare a questa pagina di Storia la medesima dignità riservata ad altre diventa così obiettivo, secondo il ministro Salvini, «per garantire giustizia e verità a centinaia di migliaia di donne e uomini strappati dalle proprie terre per la sola colpa di essere italiani. Se il superamento delle divisioni rappresenta dunque condizione necessaria per consolidare la stabilità in Europa, è pur vero che un albero privo di radici profonde è destinato a morire: ecco perché cerimonie come quella del 10 febbraio sono ancora oggi essenziali nella vita di una comunità».

Secondo il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, «le istituzioni devono con fermezza alzare la voce davanti a chi ancora oggi cerca di negare la tragedia delle foibe e di sminuire il dramma umano dell’esodo istriano, fiumano e dalmata». Riccardi ha partecipato alla commemorazione del Giorno del Ricordo organizzata alla Foiba di Monrupino, nel comune di Trieste, dove nella cavità carsica, vicina alla ferrovia, trovarono la morte per mano dell’esercito jugoslavo per lo più prigionieri, in buona parte italiani, provenienti dalla zona di Fiume e dall’Istria Orientale.

Come sottolineato da Riccardi, non ci si può dimenticare che questa è stata una pagina di storia nascosta agli italiani per troppi anni: «un silenzio che lasciò nell’oblio il sacrificio d tanti uomini e tante donne che vennero uccisi con la sola colpa di essere italiani. E’ importante coltivare la memoria affinché le giovani generazioni conservino il ricordo del dolore e delle sofferenze di una stagione storica alla quale da appena quindici anni lo Stato italiano ha conferito un riconoscimento ufficiale».giorno del ricordo

Riccardi ha poi rimarcato l’importanza e l’autorevolezza della partecipazione alla Foiba di Monrupino del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. «E’ la prima volta – ha rimarcato Riccardi – che un presidente del Parlamento europeo interviene in forma ufficiale agli eventi celebrativi del Giorno del Ricordo e questo testimonia un riconoscimento di alto profilo che proviene da un’istituzione, l’Unione europea, la quale, non dobbiamo dimenticarlo, pur con i difetti e i limiti emersi in questo ultimo periodo, ci ha consentito di vivere in pace per tutti questi anni».

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