“Il piano industriale del Veneto”: convegno a Verona

Evento organizzato dalla regione Veneto con la Fondazione Univeneto. Marcato: «Regione, Università e imprese assieme stanno vincendo la sfida». 

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piano industriale del veneto

Verona ha ospitato il convegno “Il piano industriale del Veneto: risultati dei progetti di ricerca e prospettive di sviluppo”, promosso dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Univeneto – che riunisce gli atenei di Padova, Verona, le università Ca’ Foscari e Iuav di Venezia – per fare il punto sulla nascita di nuove Reti innovative regionali e sullo stato di avanzamento dei progetti di ricerca in corso nel settore dell’innovazione industriale.

Ha aperto i lavori il rettore dell’Università di Verona e presidente di Univeneto, Nicola Sartor, che ha posto l’accento sull’accordo di programma quadro firmato tra la Regione e le Università che, con l’obiettivo di massimizzare l’efficacia degli interventi regionali a favore dello sviluppo competitivo del sistema economico veneto, interconnette il mondo della ricerca con quello delle imprese.

«E’ ora di dire basta ad una sorta di “esotismo accademico” in base al quale per essere certificati ci si rivolge ad atenei fuori Veneto o addirittura all’estero. Abbiamo qui le migliori università, rivolgiamoci a loro» ha detto in apertura dei lavori l’assessoreregionale allo sviluppo economico, ricerca e innovazione Roberto Marcato, che ha ricordato che proprio da un’università, quella di Padova, due anni fa è stato lanciato il primo piano industriale del Veneto, nato in strettissima condivisione con le associazioni di categoria e le università. «E non è casuale – ha aggiunto – che oggi in un’altra università si tracci un bilancio del lavoro fatto finora. E devo dire che è stato un successo, un lavoro di qualità».

Per Marcato «facendo tesoro della Strategia regionale di specializzazione intelligente (RIS3), che ha individuato quattro settori strategici di sviluppo (smart agrifood, smart manufacturing, sustainable living e creative industries), grazie allo strumento delle reti innovative e dei distretti abbiamo messo anche le PMI venete nelle condizioni di fare ricerca e innovazione. Ad oggi abbiamo riconosciuto 17 reti innovative regionali che coinvolgono 300 imprese e i principali centri di ricerca. Come Regione abbiamo investito circa 35 milioni di euro che hanno generato, grazie al cofinanziamento di aziende e organismi di ricerca, una spesa di quasi 70 milioni di euro. Questo dà la misura della fiducia del sistema produttivo veneto nei confronti del nostro piano industriale, la cui parole magiche sono ricerca e innovazione. Il Veneto – ha concluso l’assessore – è una potenza economica con 433.000 imprese al 97% con meno di dieci dipendenti, un PIL di 163 miliardi, un export di quasi 62 miliardi, il tasso disoccupazione più basso in Italia ed è la prima regione turistica con 70 milioni di presenze e 17 miliardi di fatturato. Non è altro che il modello veneto. Quello che dobbiamo fare è continuare a sostenere le nostre imprese a fare economia, sviluppo e occupazione».

Il prof. Luciano Gamberini ha poi delineato le traiettorie del lavoro da svolgere e in particolare l’imminente aggiornamento della RIS3 che, sulla base di un’analisi preliminare, potrebbe aprirsi a nuove tematiche e nuove reti tra cui aerospaziale, logistica e trasporto merci, biologico e sostenibile.

Le Reti innovative regionali che si sono presentate nel corso del convegno sono aggregazioni tra imprese e soggetti pubblici e privati, presenti in ambito regionale, ma non necessariamente territorialmente contigui, che operano in diversi settori innovativi e sono in grado di sviluppare un insieme di iniziative e progetti rilevanti per l’economia regionale, non necessariamente limitati a un ambito produttivo specifico, ma aperti alla multisettorialità.

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